Entriamo, allora, nel complicato rapporto dell’uomo col tempo misurabile: a scandire il trascorrere del suo tempo biologico, della durata delle sue fatiche e dei suoi svaghi, paventando l'approssimarsi della morte ("tutte le ore feriscono, l'ultima uccide", sta scritto su molte meridiane, anche se i più preferiscono frasi disinvolte ed allegre quali: "Conto solamente le ore serene" - perché le meridiane hanno bisogno del sole, perché l'ombra dello gnomone sia leggibile).
2700 - 2300 a.C.
Compaiono le prime clessidre, nella civiltà idraulica dei Sumeri.
Sono ad acqua.
Poi diventeranno a sabbia, quando saranno adottate da civiltà
che fioriscono in località semidesertiche.
Resterà il nome greco a testimoniarlo: Clepsydra.
2500 - 1300 a.C.
Gli Assiro Babilonesi dividono il tempo
in ore, minuti e secondi secondo il sistema sessagesimale,
che adottiamo ancora oggi.
Il sistema fu probabilmente adottato anche
per via dei vantaggi pratici
che comportava.
Di fatto, il numero 60 possiede un’enorme quantità
di sottomultipli: 12, 10, 6, 5, 4, 3, 2.
Ciò rende molto più facile e veloce
l’utilizzazione quotidiana e commerciale del sistema.
1850 a.C.
Gli Egizi usano clessidre per calcolare le pulsazioni umane.
400 - 800 a.C.
Tra i Greci si usano candele graduate
per calcolare il trascorrere del tempo.
350 a.C.
Probabilmente,
il colosso di Rodi era, oltre che un faro
ed un simbolo di potenza e benessere,
anche un immenso orologio,
che sfruttava il movimento di marea.
220 a.C.
Si pensa che Archimede, avendo inventato
la “vite senza fine” e la ruota dentata,
abbia anche inventato strumenti per la misurazione del tempo.
10 a.C.
I Romani costruirono enormi orologi solari,
che erano più precisi.
Uno di questi è ancora in funzione,
a Roma nella Basilica di S. Maria degli Angeli.
Il più grande, sembra, fu realizzato ai tempi di Augusto.
802 d.C.
Tra i doni che lo sceicco Harun Al Rashid
invia a Carlo Magno, c’è un orologio ad acqua,
che suona le ore.
1000 d.C.
I Benedettini, per regolare la loro vita nei Monasteri,
inventano e costruiscono orologi con sveglie
sonore, realizzate per mezzo di piccole campane.
Li ringraziamo ancora, ogni mattina.
1330
Giacomo Dondi progetta e costruisce un “Astrario”,
un sofisticato orologio che è mosso da un solo
meccanismo a gravità e che mostra, su otto quadranti,
il movimento dei pianeti.
Il difficile, ma dettagliato progetto (Tractatus Astrarii)
è stato nuovamente realizzato postumo,
ai giorni nostri.
1540
Il fisico ed astronomo olandese Reyner G. Frisius
suggerisce per primo che,
per calcolare la longitudine in mare
è necessario un cronometro,
cioè un orologio
estremamente preciso.
1620
Galileo Galilei scopre le leggi del pendolo.
Disegna un orologio a pendolo e ne inizia la costruzione,
ma muore prima di portarlo a termine.
Il primo orologio a pendolo funzionante sarà costruito
dall’astronomo olandese Christian Huygens,
nel 1670.
1700
Si risolve il problema dell’attrito dei perni nelle proprie sedi,
con l’invenzione delle pietre preziose
sintetiche forate, da parte di Nicolas Fatuo.
Ancora oggi, si utilizzano i rubini sintetici.
1750
John Harrison costruisce i primi robusti e precisi cronometri
da marina.
La possibilità di determinare correttamente la longitudine
rivoluziona la navigazione,
come già avevano fatto la vela prima e la bussola poi.
1790
A. L. Perrelet inventa e realizza un sistema
di ricarica automatica degli orologi.
1801
Abraham Luis Breguet, genio dell’orologeria,
rivoluziona il campo con
lo scappamento a tourbillon,
i meccanismi antiurto,
la spirale Breguet.
Ancora ci domandiamo tutti cosa accidenti siano.
1870
Adrienne Philippe inventa il sistema di ricarica a corona,
una delle modifiche che permette all’orologio
di diventare “da polso”.
La necessità d’utilizzare una chiavetta,
prima d’allora, lo impediva.
1975
Nasce l’orologio al quarzo, che è circa
100 volte più preciso dei precedenti modelli.
L’uomo tenta di sminuire le dimensioni del tempo
misurandolo riduttivamente con gli orologi,
forse esorcizzandone così la sua qualità più corrosiva,
che è la sua ineluttabile inarrestabilità irreversibile.
Ma il Tempo non si lascia rinchiudere in quelle scatolette,
per quanto preziose,
eleganti, costose esse siano:
il tempo le avvolge insieme ai suoi costruttori e le divora
senza alcuno sforzo,
senza che nulla, alla fine rimanga, di tutte le cose
che hanno frequentato il mondo.
Neanche la definizione stessa di che cosa mai sia,
o sia mai stato,
il tempo.