Caro Pasuco: eccomi qui, di ritorno.
I giorni di sole sono stati pochini...
E non proprio tutto è andato bene, purtroppo: i giorni di freddo improvviso mi hanno procurato una di quelle riniti virali che ti trasformano in uno zombie, incapace di comunicare col mondo (e di uscire dal letto, per un paio di giorni).
Poi, sono stato anche proditoriamente punto da unu ghespe terranzu (una vespa terricola, in costume oroseino), che ammetto di non avere io per primo trattato troppo amichevolmente: in realtà stavo cercando di sterminare tutto il favo terricolo con acido muriatico (non farlo mai: tanto non è efficace).
Uno spettacolo mostruoso, per chi - come me - ha poca esperienza di cose di campagna: ho affidato la cosa a gente più esperta di me (e molto più pericolosa).
Ho cercato - e forse ci sono riuscito - di debellare con feroce determinazione un misterioso insetto xilofago nero che stava spietatamente trasformando due miei carrubi in una struttura simile al Colosseo, poverini. Proseguirò il trattamento ad oltranza: o li uccido io, oppure li salvo. Ma li salvo di sicuro, perbacco!
Ma poi, in fondo, il resto è andato tutto bene: la presentazione del mio libro a Fordongianus è stata principesca, mi hanno trattato come se fossi un fordongianese DOC e questo mi ha veramente commosso. Mi hanno persino invitato ad una nuova presentazione a Paulilatino, cosa che mi ha fatto indubbiamente piacere (e mi procurerà altri problemi organizzativi).
Ho partecipato con piacere al matrimonio di mia nipote ad Alghero, che incidentalmente è la mia città sarda preferita, e che devo dire è stato un avvenimento anche divertente ed interessante (hanno partecipato persone di varie parti d'Europa, con i loro variopinti costumi ed i loro idiomi variegati e incomprensibili). Ad Alghero, in compagnia di uno straniero, cantava Giuni Russo, con la sua voce potente e singolare.
Nel tornarmene via, ho fatto una puntatina archeologica al Nuraghe Palmavera: che cosa potevo chiedere di più, Pasuco? (sì, lo so: Monte Baranta ed Anghelu Ruju, il Lago Baratz e Monte D'Accoddi li lascio per le prossime volte, va bene?).
Posso anche aggiungere - se mai tu fossi curioso - che non sono certamente stato a dieta, ma per pudore mi esimo dal descriverti quale sia stato il mio menù: ti dico solo che la gamma è stata diciamo così, "di mare e di terra" e le quantità - talvolta, non sempre - veramente vergognose, più simili al "come se non ci fosse domani".
Ho conosciuto ristoranti, locande e trattorie che voi umani non potete neanche immaginare.
Adesso lascia che mi riprenda dallo shock del ritorno e della ripresa del lavoro, Pasuco: poi riprenderò il discorso con te.
Ho - naturalmente - già in mente qualche idea, per te, che dovrebbe piacerti...