mercoledì 19 febbraio 2014

Tzeraccu



Foto del prof Pittau, (dal suo sito http://www.pittau.it/)
articolo di M. Pittau

SARACU, TZERAC(C)CU 

«SERVO»

saracu, saraccu, serac(c)u, tzarac(c)u, tzerac(c)cu, cerac(c)u, tharac(c)u, therac(c)u, 
tarac(c)u,
 terac(c)u-a «servo pastore, servo agricolo», «domestico-a», dal bizantino 
sarhakinós «saraceno, schiavo saraceno»
(già in Eusebio, Hist. Eccl. VI 42, 4, come Sarhakenós). 

Anche nella Sardegna medioevale è documentata la presenza di schiavi saraceni, 
catturati come rivalsa per i cristiani rapiti dai Saraceni e venduti come schiavi 
nell'Africa settentrionale. 
E pure sul piano linguistico sono documentati gli antroponimi. 
Sarakinu e Sarakina, dai quali, in quanto interpretati come diminutivi, 
per retroformazione si sono avuti saracu e saraca
col significato prima di «schiavo, servo-a saraceno-a» e dopo di «servo-a» in genere.

Anche nell’antico italiano è documentato un  appellativo 
saraco «musulmano spagnolo» (GDLI). 

Sul piano fonetico è illegittimo opporre la mancata sonorizzazione della velare -k
nel logudorese e nel campidanese perché si tratta di un prestito bizantino che,
 in quanto tale, non doveva sottostare alle norme della fonetica storica del sardo
 come lingua neolatina.

Sempre in epoca medioevale e in zone circoscritte e più esposte 
saracu ha preso anche il significato di «ragazzo, giovane»,
con uno slittamento semantico
 che trova esatto riscontro in vocaboli di molte altre lingue e parlate, 
i quali hanno appunto avuto e hanno contemporaneam. i significati 
di «ragazzo» e «servetto»: 
greco paîs, lat. puer, franc. garçon, ingl. boy,
 spagn. muchacho, ted. Knabe
napol. guaglione, ital. ragazzo 
(M.P., SSls 13-34; LCS I 113-136)
Vedi sarahinu, teracchía.


***Estratto dall'opera di Massimo Pittau, 
Nuovo Vocabolario della Lingua sarda – fraseologico ed etimologico
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