Lapalissiano, ancora...
In ogni folla s'intrufolano sempre e regolarmente i borseggiatori, i casinisti, i ladri, i malfattori, i malintenzionati, i tipi misti di Dalla...
Perché è più facile fare i loro loschi affari illegali: s'acchiappa, si rimedia, si combina, si menano le mani, si tromba e così via...
Ogni Cuore di Mamma raccomanda sempre: "Stai lontano dalla folla".
Ma no: ogni scarrafone, figlio di Cuore di Mamma, regolarmente ci va, dentro la folla: perché è bella, è multiforme, è eccitante.
E' come la fiamma: bella, eccitante. E pericolosa.
Ogni volta che uno scarrafone si ustiona più o meno completamente con quella fiamma, ecco che parte sempre la medesima processione, mille volte già vista, sempre uguale, con il medesimo lamento...
Era un bravo ragazzo, di buona famiglia, con una vita onesta e laboriosa, piena di affetti sinceri. Non aveva mai fatto male a nessuno. Per differenza, l'infame è quello che lo ha ferito: quello è il criminale vero...
Tutto inutile, purtroppo: ormai è in Rianimazione, con un polmone bucato, dopo un intervento di osteo-sintesi vertebrale d'urgenza. Rischia la sindrome di collasso funzionale multi-organo; rischia la paresi degli arti (inferiori, superiori) per lesione del midollo spinale.
E i giornalisti, e gli opinionisti e i qualunquisti tuttologi, eccoli tutti insieme in processione con gli occhi sgranati delle prefiche a recitare, strappandosi abiti e capelli: "Non ci sono parole"..."E' un calcio malato"... "E' un problema della Società Italiana"...
Il Cuore di Mamma, però lo sapeva prima, se lo sentiva prima: "Non andare nella folla"...
La Società - tutta la Società Italiana - pare invece non fosse affatto al corrente della pericolosità della folla: e cade - oggi, tutta insieme e nello stesso momento - giù dal pero. Senza farsi troppo male, però.
Fino alla prossima volta.
Perché - naturalmente - ci sarà una prossima volta, anche se oggi, indignati, urliamo: "Mai più!".
Lo abbiamo visto con Vincenzo Paparelli, colpito nell'occhio da un razzo sparato allo stadio e deceduto. Lo abbiamo visto con Gabriele Sandri, ucciso mentre dormiva in auto dal proiettile sparato a caso da un guardiano troppo eccitabile e irresponsabile. Assistiamo ancora una volta impotenti allo stesso triste copione, oggi, con Ciro Esposito.