martedì 9 ottobre 2012

Sherdanu, Serden, Sardegna.



Alcuni sono assolutamente certi dell’identificazione nel “srdn” della stele di nora  con il nome ‘Serden’ (Shardana) e con il nome ‘Sardegna’. 
I più sono agnostici, mentre altri ancora sono contrari e motivano la propria posizione come segue.

Quello che discuto, e che trovo discutibile è prendere la radice ‘srdn’ (sia quella della stele di nora, sia quella delle fonti egizie, sia qualunque altra forma comparabile) e tentare di fare dei confronti etimologici con morfemi presi più o meno a caso.

Si confronta srdn con la radice semitica sr = principe. Perchè? chi ha detto che srdn vada diviso in sr-dn? Tanto per rimanere nell'ambito semitico (e solo per fare un esempio) perchè non dividerlo srd-n e connetterlo con il verbo ebraico srd = sopravvivere? oppure dividerlo s-rd-n e farne un causativo in s- del verbo yrd = discendere?
Ovviamente tutte queste opzioni sono plausibili e quindi possibili, e probabilmente tutte possono trovare un’etimologia plausibile nella maggior parte delle lingue del mediterraneo orientale (siano esse semitiche, indoeuropee, caucasiche o altro ancora), fin tanto che non sappiamo cosa il nome srdn significhi esattamente.



Stele di Nora


L’incertezza rende il discorso etimologico totalmente privo di valore. I dati non sono sufficienti in questo caso. Le assonanze non contano nulla.
Se non avessimo le iscrizioni che ci testimoniano i loro nomi, probabilmente le dinastie libiche che dominarono l'Egitto in epoca tarda sarebbero estremamente difficili da identificare a livello archeologico. E se non avessimo i loro nomi sulle tavolette cuneiformi, probabilmente non avremmo mai immaginato che il regno Urrita di Mitanni era governato da un’élite indoeuropea.

 Un etnonimo (o un toponimo) può derivare virtualmente da qualunque cosa: tanto per fare qualche esempio, da nomi di animali (vedi i popoli italici nati dalle primavere sacre, come i Lucani dal lupo), da termini morfologici (Gibliti/gubla = byblos da g-b-l = monte), da mestieri tipici (per esempio i Cimbri, popolazione germanofona attuale del Friuli, il cui nome deriva probabilmente da tzimbarar = falegname), caratteristiche fisiche (come i Sumeri, che si definivano "ùĝ saĝ gíg-ga" = "gente dalla testa nera")...

Le possibilità sono virtualmente illimitate, se non si conosce il
significato preciso dell'etimo attraverso una fonte indipendente. Per esempio: sappiamo che Nihon significa
Sol levante perchè gli ideogrammi con cui è scritto significano sol levante e lo stesso vale per il sumero "ùĝ saĝ gíg-ga", gli ideogrammi con cui è scritto ce ne spiegano il significato, o perchè altre fonti ci permettono di definirne il significato con relativa certezza (che byblos/gubla derivi da una parola "monte" è evidente vista la conformazione geografica del luogo, o che "cimbri" derivi da "tzimbarar" può essere dedotto dai documenti medievali). 
Se invece non si conosce il significato preciso, semplicemente qualsiasi etimologia è di per sé possibile, e quindi il discorso etimologico semplicemente perde qualunque valore.

E ovviamente il fatto che di una parola non si conosca il
significato, implica che non se ne conosce neppure la struttura, quindi non si può sapere come dividerlo e qualsiasi divisione sarà arbitraria.
In qualunque modo si voglia prender un termine, e in qualunque modo si preferisca dividerlo (o non dividerlo), senza conoscerne il significato sarà sempre possibile trovare una spiegazione grammaticale per far quadrare i propri conti (giocando con prefissi, suffissi, etc… 
Sempre per fare un esempio: si preferisce che la forma sia srdn e non srdma come si può esserne sicuri? La ‘n’ finale potrebbe essere un suffisso, come accade – per fare un esempio – con il termine Canaan, nel quale l’ultima -n è appunto un suffisso, come ci attestano i Greci che tramandano la forma khna).




Dell’etnonimo/toponimo, o meglio degli etnonimi/toponimi srdn e simili (quello di nora, quello delle fonti egizie...) non conosciamo il significato preciso e dunque:

a) non possiamo affermare sulla sola base linguistica che siano connessi (3 consonanti più o meno simili non bastano da sole vedi esempio precedente: Angli, Angola, Mongolia nel post delle "Assonanze Anglonesi") e

b) non ha semplicemente senso tentare di definirne l'etimologia, perchè qualsiasi etimologia è virtualmente egualmente possibile.

Per questo motivo è
totalmente inutile
discutere di qualsiasi tipo di etimologia, sia essa levantina, europeo-continentale o marziana, perchè sulla base della sola linguistica è semplicemente impossibile trarre qualsiasi conclusione.

E non è che pretendo o fingo certezze assolute. Piuttosto ragiono da linguista, e come tale dico che la linguistica ha bisogno di dati precisi per essere uno strumento utile. Nel caso della Sardegna questi dati semplicemente
non ci sono, quindi la linguistica non può essere usata come strumento d'indagine etimologico serio. 

Tanto per continuare, con l’esempio di srdn = mercenario , che altri sostengono, di fatto non sappiamo se la parola levantina srdn significa realmente mercenario. Noi sappiamo che la parola srdn è usata per indicare dei gruppi di soldati. Potrebbero essere particolari truppe specializzate. “Battaglione sacro”? “Corazzieri”? guastatori?  mercenari? Altro? Infatti, essi figurano – contemporaneamente, quindi contrapposti – sia tra gli Ittiti, sia tra gli Egizi (nella battaglia di Qadesh). Non ci sarebbe nulla di strano che drappelli di truppe scelte o specializzate avessero lo stesso nome. Sarebbe invece strano (anche se non impossibile) che appartenessero alla medesima etnia.

Il che, di fatto, può portare ad ipotesi totalmente contrapposte, ma anche  totalmente equivalenti:

1) la radice srdn significava "mercenari" e venendo usata per indicare delle troppe appartenenti ad un certo gruppo etnico è finita per essere adottata come nome del gruppo etnico stesso. (qualche cosa di simile a quello che è successo alla figura del Mirmidone tra i gladiatori nell’arena).

2) la radice srdn era originariamente il nome di un gruppo etnico uso al mercenariato, e come tale è finito per indicare certi tipi di mercenari nelle lingue levantine (basti pensare ai "mDA.w" in Egitto, o agli "Svizzeri" nel medioevo).

3) oppure c'è una terza ipotesi, e cioè siamo di fronte a
forme totalmente non collegate, che si assomigliano per puro caso (ipotesi molto più probabile di quanto si potrebbe pensare).


per questo non ha senso un approccio di questo genere e questo tipo di linguistica, cioè una linguistica "
etimologica" deteriore per assonanze non ha alcun senso in questo contesto.