mercoledì 29 ottobre 2014

la Vera Archeologia.

Che cos’è la Vera Archeologia.
Non scrivo queste righe  per gli archeologi, naturalmente: esse sono dedicate a tutte quelle persone che – in buona o meno buona fede – sono appassionati orecchianti della materia.
L’archeologia è una materia splendida e proteiforme. 
Ci si presenta con ricercatori sempre differenti: dal classico tecnico del campo che affonda nel fango di un inverno iperboreo fino quasi al ginocchio durante uno scavo, allo specialista di tecniche, colori e materiali che studia il modo migliore per salvare un affresco di Pompei. Ma ci può anche sorprendere con il genetista che insegue un’antica linea genetica di bovini per trarne considerazioni parallele sugli antichi relativi proprietari umani. Oppure con un filologo che tenta di chiarire le nostre incerte conoscenze su un’antica lingua morta dei nostri predecessori.
La gamma di specialità ancillari che ruotano intorno all’Archeologia è insomma enorme e può confondere. 
Ma esiste un potente fattore unificante, unico comune denominatore a tutte, che le riunisce tutte per quanto differenti  e distanti tra loro esse possano essere: si chiama ‘metodo scientifico’.
I confini dell’Archeologia, così vasti e solo apparentemente indefiniti, si spiegano prima e meglio con il definire ciò che non è Archeologia.
Chiunque faccia uso di spiegazioni che coinvolgono civiltà e popoli sconosciuti, oppure contatti con extraterrestri, che ricorre alla perfezione ineffabile di testi religiosi, o all’ intervento di poteri paranormali, di cataclismi  globali mai avvenuti, semplicemente non appartiene alla linea di pensiero ortodossa dell’Archeologia Ufficiale: si tratta di soggetti che – possiamo dire benevolmente – appartengono ad una linea intellettuale molto differente, che non li vincola alle regole precise del ‘metodo scientifico’.
L’ortodossia – sia ben chiaro questo dall’inizio – non è il partito di coloro che si ritengono depositari autorizzati della Verità. E non è solamente 'un'opinione differente'. Anzi, tutto il contrario: l’ortodossia  è essa stessa una massa multiforme di tesi ed argomenti spesso in contrasto tra loro, in competizione anche accesa, e presenta essa stessa argomenti che possono essere considerati astrusi. L'ortodossia procede per tentativo ed errore.
L’atteggiamento dell’ortodossia accademica nei confronti  di quegli ‘investigatori autonomi’ è – in tutto il mondo – quello di relegarli ai margini, di non considerarli seriamente, di trattarli come gruppi di culto: cioè non li considera affatto avversari scientifici. Questo rende conto del motivo per il quale le loro proposte, pretese e teorie non vengono criticate, né affrontate da quelle ‘ufficiali’ nell’agone accademico.

Scientificamente, non contano alcunché: e si offendono, a sentirselo dire.