domenica 16 novembre 2014

Anfipoli


Riporto questo splendido articolo di Filelleni, perché esso offre molti spunti per pensare.

Forse anche la Sardegna potrebbe giovarsi di certe metodiche corali Greche, se non fosse scossa alle fondamenta da ripetuti tentativi - più o meno occulti, più o meno anonimi, non sempre leciti - di farsi i propri interessi economici da parte di vari singoli e di alcuni gruppi... Turismo, campanilismo, interessi vari...

Filelleni si chiede se sia tutta una 'manfrina' greca atta ad aumentare gli introiti del turismo (cosa che realmente si è registrata, fino a superare un aumento del 20% ), oppure se si tratti solamente di un acceso 'campanilismo' tra Verghina ed Anfipoli...


Anfipoli contra Verghina? 

Guerra per le tombe 

macedoni

Ci siamo finora astenuti dal commentare gli spettacolari rinvenimenti di Anfipoli (Macedonia orientale), ma adesso, dopo che da Fig, 1mesi un’intera nazione sta con fiato sospeso ed attende la prosecuzione degli scavi con la stessa ansia con la quale, in genere, si aspetta il risultato della partita di calcio della squadra del cuore, è tempo di dire qualcosa.
Proviamo innanzi tutto a riassumere le puntate precedenti. E’ stato detto e scritto di tutto, di più. Se ne deduce che l’archeologia (questa Cenerentola del mondo accademico), in realtà, è ancora assolutamente capace di catturare, anche per mesi, l’attenzione dei media. E non solo dei media fig. 2di una piccola nazione come la Grecia, perché le notizie sui rinvenimenti di Anfipoli sono rimbalzate sui quotidiani e sulle televisioni di tutto il mondo. Se ne deduce altresì che la buona vecchia etica professionale, quella che vorrebbe che prima di parlare, di rilasciare interviste, di lanciarsi in ipotesi bizzarre ancorché infondate, l’archeologo abbia studiato, abbia letto, abbia fatto riscontri bibliografici, sta a zero.
In breve. Il tumulo che, sulle rive dello Strimone, nasconde la sepoltura è davvero imponente (poco meno di 500 metri di circonferenza; 87 di diametro), si dice il più ampio finora noto nel mondo greco. Dal muro del peribolo alto tre metri e perfettamente conservata, tredici gradini conducono al dromos (ca 5 metri di lunghezza) dalle pareti affrescate. Sul fondo, il portale è sormontato da due Sfingi monumentali entro un fig. 3arco. Da qui si accede alla prima camera, un lungo corridoio, al cui termine, a segnare il passaggio alla seconda camera, sono due Cariatidi speculari: con una mano sollevano la veste, con l’altra, protesa, sembrano indicare la terza camera, quella propriamente funeraria. Il pavimento è interamente coperto da un mosaico con laraffigurazione del ratto di Proserpina.
La terza ed ultima camera, indagata solo pochi giorni fa e trovata vuota, ha restituito la tomba scavata sotto il pavimento e numerosi resti dello scheletro. Sarà possibile effettuare le analisi del DNA. Ma cosa ci aspettiamo di sapere? Che il DNA di queste ossa coincide con quello delle cd. ossa di Filippo dalla Tomba di Verghina? Francamente pare difficile. Certo dallo studio dei resti umani potremo conoscere il sesso del defunto, le sue patologie, o ancora la sua età. Saranno indicazioni molto importanti. Come evidente l’imponente tumulo è stato saccheggiato già in antico. Gli unici materiali finora noti sono pochi frammenti di avorio. Troppo poco per poter avanzare ipotesi di sorta.
fig. 4Fin qui i dati. Due le questioni che si affacciano con maggiore insistenza e che dovranno, in futuro, essere affrontate su basi scientifiche: la cronologia della sepoltura e l’identità del defunto.
Cronologia. Sicuramente la tomba è dell’età di Alessandro Magno; no la sepoltura è più tarda, non può essere anteriore al I secolo a.C. perché i confronti scultorei, specialmente per le Cariatidi, portano in questa direzione.
Alcuni aspetti del rinvenimento, è vero, lasciano perplessi. In particolare l’evidente arcaismo delle due statue femminili sembrerebbe indicare una cronologia più bassa, ma non va dimenticato che la produzione di sculture arcaistiche si data almeno a partire dall’età classica. D’altro canto il mosaico ricalca in modo pedissequo e piuttosto corrente la splendida pittura che, nella omonima tomba di Verghina, raffigura il ratto di Persefone.
Detto questo è bene ricordare quello che tutti gli studiosi seri sanno e cioè che le tombe non si datano in base alle sculture; che fig. 5sarebbe opportuno avere indicatori più solidi, vedere qualche frammento ceramico prima di avanzare ipotesi concrete in merito alla cronologia. In tal senso, finora nulla è stato reso noto. Sì è vero, la tomba è stata saccheggiata, ma possibile che i ladri si siano portati via tutto? In genere chi saccheggia le sepolture si prende i gioielli, l’oro, ma di sicuro non perde il suo tempo a raccogliere e forse anche ad incollare poveri frammenti di vasi in terracotta.
Identità del defunto. E qui, per rimanere in tema…apriti cielo, spalancati terra! Perché l’incredibile ridda di ipotesi ha superato ogni umana immaginazione. Un tumulo così imponente? Quindi dinasti macedoni… Con ogni probabilità non Alessandro Magno, i cui resti furono sepolti in Egitto per volere di Tolomeo I. Se non la tomba di Alessandro allora un suo cenotafio, stando all’ipotesi tutt’altro che convincente avanzata da qualche studioso. Sono fig. 6piovute le smentite.
Se non Alessandro allora Olimpiade , la sua volitiva e discussa madre. Alcuni si sono persino spinti a scorgere inverosimili ed impossibili somiglianze tra la fisionomia della regina e la raffigurazione musiva di Proserpina, anzi, anzi a guardar bene chi conduce il carro ha lo stesso naso del Filippo di Verghina (sic!!!).
Perché non ricordare che Olimpiade verrà uccisa nel 316 a.C. a Pidna, ben lontano da Anfipoli, dopo un processo-farsa intentatole da Cassandro ? O ancora che, stando alle fonti, lo stesso Cassandro si sarebbe rifiutato di concederle i funerali pubblici (Porph. Chron. FGrH fig.7260, F 3,3)? Niente funerali, ma una tomba gigantesca?
Se non Olimpiade allora Roxane,figlia del satrapo della Bactriana e moglie di Alessandro Magno che, coinvolta nelle lotte dei Diadochi, si era rifugiata con il figlio e legittimo erede, Alessandro IV, in Epiro presso Olimpiade. Dopo la morte delle regina, Roxane fu tenuta prigioniera ad Anfipoli dove, nel 309 a.C., fu fatta avvelenare da Cassandro. A lei sarebbe da attribuire anche il grande leone che, spostato, ma originariamente pertinente alla tomba, sarebbe privo di attributi e quindi, in realtà, piuttosto una leonessa. Resta la non secondaria difficoltà di immaginare che Cassandro, dopo averla fatta uccidere, le abbia concesso un così imponente monumento, per di più fuori dalla necropoli reale, ovunque essa sia stata.
Se non Roxane, allora Efestione, l’amico fraterno di Alessandro Magno.
Se non Efestione, allora Nearchos fedelissimo ammiraglio del conquistatore macedone.
Vorrei sentir parlare i dati archeologici; vorrei che il monumento fosse studiato; vorrei vedere i reperti, tutti. Solo da quel momento in poi sarà utile dare spazio a discussioni di questo genere.
Perché tanto clamore allora? Pura speculazione a fini turistici? Ipotesi non completamente insensata. La Grecia, stando agli ultimi dati elaborati dall’ELSTAT (Ente Nazionale Ellenico di Statistica), rispetto al 2013, ha visto crescere in modo esponenziale il fig. 9numero dei visitatori stranieri nei propri Musei e nelle proprie aree archeologiche. Un aumento percentuale calcolato complessivamente intorno al +20%, ma con picchi anche superiori. E per il Paese, che, nonostante la crescita di questo anno, non è ancora uscito dal tunnel della crisi, tutto ciò si traduce in denaro, in introiti, in pubblicità fino alla Papuasia e in un auspicabile incremento di turisti già a partire dalla prossima primavera.
Ma forse questa spiegazione non basta. Il punto è altrove. Non è per un caso che, due giorni fa Aggheliki Kottaridi ha reso noto il rinvenimento, a Verghina, di un’altra tomba macedone dell’epoca di Alessandro Magno ritrovata intatta. Come già avevamo sottolineato proprio lei qualche mese addietro aveva sostenuto di avere scoperto la tomba di Perdicca; la prova dell’appartenenza della sepoltura al dinasta macedone sarebbe da ravvisarsi nella presenza, all’interno del corredo, di numeroselekythoi a fondo bianco e di una spada in ferro .. Perdicca era un valente guerriero…(sic!).
L’identificazione della necropoli di Verghina come la necropoli reale dei dinasti macedoni è fragile, molto fragile. Ad anni distanza dalle mirabolanti scoperte di Monalis Andronikos nessuno ormai è più certo in modo assoluto che la necropoli degli Argeadi sia proprio lì o che la Tomba cd. di Filippo sia effettivamente appartenuta al sovrano. Né è da escludere che, in futuro, altrove nel nord del Paese, forse non a Verghina e tanto meno ad Antipoli, emerga la vera necropoli dei re macedoni.
Nel frattempo è guerra tra Anfipoli e Verghina ….