domenica 22 febbraio 2015

Interdisciplinarietà [Elogio della]


Geology doi: 10.1130/G36401.1 


L'ipotesi "Fuori dall'Africa" (circa l'origine dell'Uomo) non è più in discussione da molti anni ormai. Ciò su cui si discute è piuttosto la molteplicità di strade possibili che l'iniziale umanità ebbe a percorrere per 'entrare' in Arabia e poi nell'Eurasia.


Di questo tema si occupano molte Scienze (archeologia, geologia, antropologia, genetica, paleoclimatologia, paleopatologia, paleobotanica e paleozoologia, etc), assumendosi di volta in volta ruoli di primo o di secondo piano a seconda dei casi: i risultati ottenuti sono di per sé il miglior possibile elogio nei confronti della vera interdisciplinarietà degli studi utilizzati. 

Oggi è la Geologia, che - a partire dallo studio dei reperti in pianura alluvionali - offre la presenza di 'finestre' multiple per il possibile passaggio dei primi uomini.

Può sembrare incredibile che una primitiva piccola comitiva di quasi scimmie si sia incamminata nell'arido deserto: ed infatti lo è.

Più probabilmente, il passaggio fu facilitato e promosso da episodi di 'miglioramento' del clima: aumento dell'attività delle precipitazioni monsoniche, attivazione di vie di drenaggio (fiumi, torrenti, acquitrini, stagni), aumento della disponibilità di acqua fresca e conseguente sviluppo della vegetazione.
Il lavoro di Ash Parton e coll. (Archeologia dell'Università di Oxford) presenta la prima registrazione di dati dal sud est dell'Arabia che dimostra tanto l'aumento delle precipitazioni  quanto l'espansione della vegetazione durante il periodo glaciale e durante quello interglaciale. Lo studio esteso dei depositi alluvionali indica un'attivazione dei sistemi di drenaggio sia in MIS (Marine Isotope Stage) 6 [circa 160-150 ka], sia in MIS 5 [circa 130-75 ka], sia durante MIS 3 [circa 55 ka]. Il tutto lascia pensare che nel Tardo Pleistocene si sono aperte finestre temporali plurime per l'uscita dall'africa dell'Uomo e che molto numerose zone umide ed accoglienti per la vita in Arabia non erano né eccezionali, né di breve durata, grazie all'aumento dell'attività dei monsoni...


  Alluvial fan records from southeast Arabia reveal multiple windows for human dispersal

  1. Adrian G. Parker5
+Author Affiliations
  1. 1School of Archaeology, Research Laboratory for Archaeology and the History of Art, University of Oxford, Oxford OX1 2HU, UK
  2. 2British Geological Survey, Keyworth, Nottingham NG12 5GG, UK
  3. 3NERC (Natural Environment Research Council) Isotope Geosciences Laboratory, British Geological Survey, Nottingham NG12 5GG, UK
  4. 4School of Geography, Earth and Environmental Sciences, Plymouth University, Drake Circus, Plymouth, Devon PL4 8AA, UK
  5. 5Human Origins and Palaeo-Environments (HOPE) Research Group, Faculty of Humanities and Social Sciences, Oxford Brookes University, Gipsy Lane, Oxford OX3 0BP, UK

Abstract

The dispersal of human populations out of Africa into Arabia was most likely linked to episodes of climatic amelioration, when increased monsoon rainfall led to the activation of drainage systems, improved freshwater availability, and the development of regional vegetation. Here we present the first dated terrestrial record from southeast Arabia that provides evidence for increased rainfall and the expansion of vegetation during both glacial and interglacial periods. Findings from extensive alluvial fan deposits indicate that drainage system activation occurred during Marine Isotope Stage (MIS) 6 (ca. 160–150 ka), MIS 5 (ca. 130–75 ka), and during early MIS 3 (ca. 55 ka). The development of active freshwater systems during these periods corresponds with monsoon intensity increases during insolation maxima, suggesting that humid periods in Arabia were not confined to eccentricity-paced deglaciations, and providing paleoenvironmental support for multiple windows of opportunity for dispersal out of Africa during the late Pleistocene.
  • Received 28 October 2014.
  • Revision received 21 January 2015.
  • Accepted 26 January 2015.