sabato 7 febbraio 2015

Più facile con i falsi



   Uno degli 'effetti perversi' della riduzione dei controlli (dovuta all'aumento delle vie di commercio telematico) è stato quello di 'proteggere' i reperti antichi autentici.



    

Dal momento in cui il sito eBay è diventato un sistema usatissimo da migliaia di individui allo scopo di commerciare beni fra di loro, molti archeologi iniziarono a preoccuparsi del fatto che il mercato nero dei manufatti potesse ritornare in voga, attraverso il commercio abusivo favorito dal nuovo sistema di compra/vendita online, e causare ingenti danni allo studio delle antiche civiltà. 
Ma oggi, a distanza di alcuni anni, una parte degli studiosi fautori della tanto paventata “catastrofe” ha dovuto ricredersi e constatare che, al contrario, eBay ha imbrigliato il commercio clandestino grazie all’aumento dei materiali archeologici contraffatti.
      Charles Stanish, archeologo specializzato in civiltà precolombiane e professore di antropologia presso l’University of California, dice che la vendita di reperti falsi su eBay si è dimostrata molto più remunerativa in confronto allo spaccio tradizionale degli originali materiali archeologici. L’archeologo statunitense spiega, in un articolo pubblicato recentemente sulla rivista “Archaeology”, che gran parte dei trafficanti di manufatti illegali hanno deciso che produrre reperti falsi è più facile che depredare i siti archeologici; continua affermando di aver controllato per diversi anni le antichità che hanno circolato su eBay e che, in base alla sua esperienza, il passaggio tra commercio illegale di reperti originali e vendita di manufatti falsificati è avvenuto nel 2000, dopo cinque anni dalla nascita del famoso sito. Stanish, infine, sottolinea che la falsificazione dei reperti antichi interessa la storia dell’uomo da alcuni secoli.
Sebbene creare reperti contraffatti porti via molto tempo, questo metodo risulta economicamente molto più adeguato dei pericolosi saccheggi nelle aree archeologiche. Per di più, le pene previste per chi ruba materiali dai siti di ricerca sono, solitamente, piuttosto elevate, invece la falsificazione combinata a un sistema di vendita che assicuri un livello di anonimato discreto quale eBay offre agli impostori maggiori guadagni e minori rischi penali.
Il pericolo dell’arresto – spiega Stanish nel suo articolo – viene scongiurato dalle contraffazioni di eBay, visto che la legge non prevede l’arresto per l’importazione di reperti falsificati. Infatti, se s’importano oggetti archeologici che si credeva fossero illegali ma che, poi, risultano delle copie, legalmente si rischia pochissimo poiché il pericolo di processi legali o denunce viene scongiurato nel momento in cui i reperti venduti si rivelano contraffatti: particolare che dimezza sia i costi che i rischi per venditore e acquirente.
La crescita di innumerevoli iniziative di vendita di antichità contraffatte è stata talmente favorita, sempre in base a quanto afferma l’archeologo americano, dall’esistenza del sistema di vendite online promosso da eBay, che ha estinto il traffico illecito dei reperti originali. Oggi, i moltissimi artigiani che vendono le loro copie di antichità ai turisti nei pressi delle aree archeologiche possono disporre, grazie a eBay, di una vetrina internazionale dove esporre i loro prodotti.
Oramai, il fenomeno è dilagato a tal punto da portare a una forte competizione fra gli artigiani, che producono copie sempre più accurate e simili agli originali, tanto da ingannare talvolta anche occhi esperti (ma non tutti i test scientifici oggi disponibili). Poiché discernere un manufatto originale, messo in vendita illegalmente, da una sua copia si rivela impossibile, risulta che gli acquisiti dei compratori del mercato nero sul noto sito sono calati.
Quindi, l'apocalittica previsione di una nuova espansione della vendita illegale di reperti archeologici è stata smentita, ma il mercato nero continua a proliferare tramite i tradizionali e secolari scambi sottobanco.
E - naturalmente - i falsari rischiano solamente un po' di grattacapi legali, che in Italia possono durare alcuni anni (data la nota lungaggine dei processi), ma nulla di più. 
Ma il biasimo, il disprezzo delle persone per bene, quelli restano, naturalmente. Ed è giusto che se ne parli e si descrivano i fatti: perché si tratta di persone miserabili - i falsari - che devono essere conosciute da tutti, perché tutti ne possano evitare i danni. 
Specialmente quelli che falsificano la Storia, che è il passato di noi tutti e quindi riguarda anche te e me...
Libero adattamento di un articolo di Emanuele Menietti.