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Il difficile è incominciare: da dove?
articolo di
Maurizio Feo
La scrittura Micenea già da sola è un argomento piuttosto vasto, specialistico, che pochi sono disposti a sorbirsi... pur se è bellissimo e - a ben vedere - già dice moltissimo della Civiltà che l'ha creata. Che cosa coltivava ed allevava, in che cosa credeva, che cosa commerciava, com'era organizzata etc...
Pertanto, mi limiterò a pochissimo, sperando così di non annoiare.
Tavoletta 7671 in Miceneo e suo rendimento grafico (fonte Wiki) |
- I primi due gruppi sono le due vere categorie di segni, come già avevano compreso fin dall'inizio i primi studi di A. Evans, J. Sundwall, M. Ventris, E.L. Bennett e J. Chadwick.
- H. Schliemann scavò Micene nel 1876 e non riuscì a trovare traccia di scrittura. Com'era possibile che una città così potente e civilizzata ignorasse la scrittura? (d'altro canto, Omero stesso non menziona la scrittura alla corte di Agamennone: si limita a dire che i Greci ricevettero la scrittura dai Fenici circa 400 anni dopo la Guerra di Troia). Schliemann non era un epigrafista, né un vero archeologo: oggi si stanno consolidando più sicure certezze scientifiche negative sulla sua già dubbia attività di ricco avventuriero.
- A. Evans ebbe l'intuizione dell'esistenza dei segni pittografici, tracciati su comuni oggetti antichi (sigilli). Scavò Cnosso, a Creta, e rinvenne l'evidenza di quattro sistemi scrittori. Definì la scrittura in uso a Cnosso ancora poco prima della sua distruzione "Lineare B". Era tracciata su 1800 tavolette di argilla, che si riferiscono all'ultimo anno di vita del Centro e che - come d'uso - sarebbero state distrutte alla fine della stagione. La distruzione improvvisa (probabilmente da parte del Vulcano di Thera-Santorini) lo impedì e ci conservò questo splendido tesoro...
- Bennett studiò e riprodusse circa 600 tavolette di Pilo (Ano Englianos), più recenti di quelle di Cnosso di almeno 200 anni, ma anch'esse scritte nel medesimo linguaggio: Lineare B.
Tavoletta da Pilo, in Lineare B, circa 1200 a.C. (fonte Wiki) |
- E' affascinante il dettaglio dei vari aspetti e percorsi dello studio di decodificazione (ma lo lascio ad un'altra puntata specifica): qui mi limito a dire che l'Alfabeto Miceneo consta di circa 80 lettere (laddove gli alfabeti più ponderosi - pochi - ne comprendono poco più di 30. Anche da questo fatto singolare si poté dedurre che si trattava di un alfabeto sillabico. In altre parole, non esisteva un segno per ogni singola consonante, ma tanti segni quante erano le vocali per mezzo delle quali le si dava un suono. Non 'T', quindi, ma 'Ta, Te, Ti, To, Tu".
- Le ipotesi degli studiosi circa il Lineare B spaziavano ovunque: Bossett, Hrosny e Sundwall pensavano si trattasse di antico Ittita; Evans e Myres credevano fosse una lingua anbatolica primitiva; Sitting concludeva trattarsi di una lingua "Pelasgica" affine all'Etrusco.
- Michael Ventris comprese che si trattava di un greco arcaico, ostico, abbeviato, ma pur sempre un greco scritto almeno 500 anni prima di Omero. Ne dette comunicazione radiofonica pubblica attraverso la BBC nel 1952. Nel 1953, avrebbe pubblicato - insieme a John Chadwick -un ampio articolo tecnico scientifico al riguardo, "Evidence for Greek Dialect in the Mycenean Archives".
Ecco infine i segni (annotati secondo la "convenzione di Salamanca" del 1970, con le poche modifiche che ad essa seguirono).
Lineare B
Elenco dei simboli
Tavola dei sillabogrammi
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Tavola dei logogrammi
(escluse le legature)
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