sabato 9 agosto 2014

FICTION


Ciao.
Ciao.
Quale posto hai scelto, alla fine?
Quello in montagna. È più sicuro: più appartato e nessun transito. E molto lontano da qui, nella direzione opposta a quella che si potrebbe pensare come più probabile. Cercheranno tutti oltre il confine.
Bene. Quando portiamo su la ragazza?
Si trova già su: l’ho fatta prelevare ieri sera tardi.
Bravo. Come si comporta?
Spaventata, ma l’abbiamo messa in mano ad una donna che l’ha rassicurata. Si è graffiata, ma niente di grave…
Quanto ci costa?
La donna è la moglie del pastore che ha quella casa in montagna. Lei, il marito e l’affitto della casa ci costano mille dollari al mese. Prevedibilmente è una spesa di 25.000 dollari per un anno, includendo il cibo. Un po’ esoso, ma così è più sicuro. I tre figuranti armati ci sono costati millecinquecento dollari, Jeep e benzina incluse. La ragazza è convinta d’essere stata rapita da miliziani islamici che stanno ancora lì intorno.
Va bene. Siamo già sotto per le spese legali di fondazione della ONG, della Onlus, delle vaccinazioni, le spese dei corsi di lingua araba, dei corsi di gestione dello stress e le ‘orientations’ di preparazione al contatto ‘politically correct’ con gli arabi. Per non dire del casino. Per le spese di viaggio per tutti fino qui sono andati via 20000 euro. Poi c’è l’albergo per i primi giorni e l’affitto dei locali non appena abbiamo potuto trovarli: altri 4.000 euro, più 1500 dollari al mese, più 5.000 dollari di materiale d’uso corrente: e si sono tutti lamentati che è poco, i nostri idealisti, pacifisti, animalisti ed altruisti. Altri 20.000 se ne sono già andati per la parte d’attività vera che abbiamo dovuto svolgere, per dare fumo negli occhi alle autorità locali e ai nostri colleghi idealisti e pacifisti, surfisti e segai*li.
E ti lamenti? Il riscatto medio adesso è di 5-6 milioni a persona. Forse anche10, se siamo fortunati. Calcola pure da te il margine…Così smetti di piangere...
Dovremo spendere altri 3.000 dollari per il gruppo di mercenari finti che la ‘libererà’ in un posto isolato ed impervio. E probabilmente ci sono alcune spese che non abbiamo ancora previsto: per allora – forse – qualcuno avrà ‘sgamato’ e chiederà soldi. Spero di no. Ma quello che mi preoccupa di più è riuscire a mantenere il segreto: credi che la ragazza saprà dare indicazioni sul posto in cui si trova?
Difficile: troppi alberi, troppa poca vista intorno alla casetta. Ma anche se con le ricerche ci cascassero sopra per caso, il pastore e la moglie non possono risalire a noi e nessuno ci ha visto in faccia, salvo Ahmed.
Voglio credere che Ahmed terrà la bocca ben chiusa, con quello che lo paghiamo.
Sa che ci serve, non è uno stupido. E ha capito che cosa stiamo facendo: per questo chiede molto di più degli altri. In fin dei conti, non vorrei essere al suo posto: è lui che ritirerà i soldi. Tutto il rischio vero è lì.
Va bene: allora, io inizierò la mia recita non appena saprò del rapimento... Probabilmente, oggi in serata. Mi agiterò moltissimo e correrò da tutte le autorità locali. Forse, avrò anche una crisi nervosa.
Tra una paio di giorni, venderò la mia automobile per radunare fondi e darò inizio autonomamente alle ricerche. Chiederò aiuto al Governo Italiano attraverso il Consolato e l’Ambasciata. Se potrò, farò un appello televisivo. Comunque è logico che rilascerò interviste ai giornalisti in questo senso. I corrispondenti esteri, in un paio di settimane, correranno come mosche sulla merda.
L’attività umanitaria resterà interrotta da subito, naturalmente e così avremo un buon motivo per fare rapidamente rimpatriare i nostri colleghi idealisti, pacifisti e filosofi che non sanno mai nulla ma sono sempre molto r*mpic*gli*ni ed è bene che non siano presenti...
Tu resterai qui con me, come assistente logistico ed amico.
E soprattutto per controllare che Ahmed non faccia scherzi… dopo avere recuperato i soldi. Quello è il punto più delicato di tutta la faccenda: per questo me ne occupo io.
Naturalmente, ma questo non potremo dirlo… Ti prego di evitare – se solo si può – la violenza.
Lo elimino solo se assolutamente necessario.
Non dirlo neppure. Io dovrò andare avanti ed indietro tra qui e l’Italia due o tre volte, per parlare con le organizzazioni pacifiste, con Emergency, con qualche politico che ci vorrà assecondare nella nostra penosa ricerca. Ogni volta, porterò con me qualche minima fetta di torta, che depositerò in qualche sosta intermedia lungo il viaggio. Abbiamo anche da premiare chi ci ha imbeccato l’idea, come sai…E forse ci sarà da ungere qualcun altro...
Poi, quando avremo finalmente recuperato la ragazza, saremo tutti stanchi e sorridenti, ma non ce la sentiremo di restare qui per proseguire l’opera, dati gli evidenti rischi, la forte delusione, lo stress emotivo…
Lasceremo tutto quello che nel frattempo ci sarà stato eventualmente donato – qualunque cifra possa essere – allo Stato Italiano, per altre missioni umanitarie future. Nessuno potrà sospettarci: i colpevoli saranno i musulmani. 
Come al solito.