Amico mio Pasuco: tutti parlano e scrivono di Palestinesi,
d’Ebrei, di Medio Oriente. Ma sanno davvero di chi e di che cosa stanno
parlando?
Dalla loro convinzione ostentata, dalle loro opinioni
aguzze, sembrerebbe che siano profondi conoscitori in ogni dettaglio di una
lunga, complicata questione…
Lascia, allora, che ti dica quello che ne so io… E scusami,
amico mio, se la prendo da lontano. Ma tu lo sai bene: io sono vecchio e mi
confondo, se non inizio a raccontare una storia dal principio…
Il nome della Terra di Kanaan deriverebbe da Kinachnu,
oppure Kana’ana, che altro non
sarebbe se non il nome con il quale designavano anticamente sé stessi gruppi
etnici che globalmente, molto tempo dopo, sarebbero stati denominati Fenici
(usando un termine greco, ‘Phoinike’,
per definire una particolare sfumatura di rosso purpureo scuro che non era un rosso comune, “erythros”).
Su questo colore – che oggi s’identifica con numeri, si sono
sovrapposti numerosi problemi linguistici: per esempio, il termine Inglese che si
usa per indicarlo ‘purple’ significa
invece viola (come ‘violet’), mentre per porpora sarebbe meglio usare il
termine ‘crimson’ (cremisi).
Ma sto divagando e vedo che diventi impaziente…
Chi erano dunque gli abitanti di Kanaan, inizialmente?
Si componevano d’alcune tribù Ittite, di Amoriti, di tribù
Urrite (Hivviti e Yevusiti) e di altri gruppi etnici a noi ignoti.
Che lingua parlavano?
Si esprimevano in un dialetto Cananeo dell’Aramaico, quello dal quale è infine derivata la
Lingua Ebraica.
Ora, accadde proprio così: i Kanaaniti non fondarono mai uno
Stato né un Regno uniti, bensì si organizzarono in un gruppo abbastanza lasso
di città indipendenti tra loro ed autogovernate. Proprio questo fatto rese più
facile la loro conquista da parte degli Israeliti, anche perché i Kanaaniti non
erano abili guerrieri, bensì erano specializzati nel commercio, nell’edilizia e nella navigazione.
Tra i due gruppi (Kanaaniti ed Israeliti) non correva buon
sangue: in particolare, gli Israeliti trovavano abominevoli i costumi dei
futuri Fenici, con la prostituzione sacra, e (forse) l’uccisione rituale dei
fanciulli. Era loro proibito il matrimonio misto, per questi motivi.
Con il tempo, alcuni Kanaaniti accettarono volontariamente
la Torah: alcuni furono ingaggiati da Re Shlomoh (Salomone) per la costruzione del tempio di Gerusalemme.
Quando gli Assiro-Babilonesi sconfissero Israele e Giuda, i
Kanaaniti non esistevano già più come popolazione distinta, bensì erano
assimilati agli Ebrei.
Questo dovrebbe lasciare pensare che oggi i soli discendenti
esistenti dell’antica Terra di Kanaan siano gli Israeliti.
Ma – prevengo la tua domanda, amico mio – dove sono i
Palestinesi, allora?
L’origine dei Palestinesi è ancora dibattuta: inizialmente,
ci si basava solamente sui pochi riferimenti presenti nella Bibbia. Si pensava
che - come per i Kanaaniti – il
termine Palestinesi si riferisse sia ad
una popolazione, sia ad un gruppo d’etnie che risiedevano nel sud di Kanaan,
presso la costa. L’unica cosa che se ne sapeva è che non erano originari di
Kanaan, ma vi erano giunti come immigrati in ondate successive.
La prima componente di essi risulta essere quella dei ‘Peleset’, che dà il nome all’intero gruppo e che costituisce
l’unico, autentico “Popolo del Mare”
mai esistito (vedi). Probabilmente erano in qualche modo affini agli Ittiti
(odierna Turchia centro settentrionale), a giudicare dalle loro capacità nella
fusione dei metalli. Anche Sargon II, Re Assiro, si riferiva agli abitanti di
Ashdod come “Ittiti”.
Ma più probabilmente avevano una lingua ed una cultura
greca, a giudicare dalle chiare tracce archeologiche che hanno lasciato nella
loro migrazione via terra dalla Cilicia fino a Kanaan.
Ma sappiamo anche che alcuni provenivano da Creta (Keretim, nelle fonti Bibliche). Pelestim e Keretim sono i
termini usati dagli Ebrei e dai Kanaaniti per indicarli. La loro prima
destinazione sembra essere stata Gaza, il cui nome originario fu “Minoah”, che
sembra alludere al Regno Minoico cretese ormai caduto, in seguito ai ben
dimostrati fatti geologici che ne lacerarono ogni organizzazione sociale e ne
distrussero l’ambiente naturale.
Neppure i Peleset fondarono uno Stato unitario, forse
proprio perché non erano una sola popolazione, bensì vari gruppi differenti di
sfollati: crearono una federazione di cinque città. Gaza, Ashkelon, Ashdod,
Gath ed Ekron furono, insieme, la ‘Pentapoli Filistea’, l’entità alla quale altre città erano associate o
sottomesse. Si trattava – malgrado i confini fossero piuttosto ristretti – di
una notevole forza economica e possibilmente militare, padrona dei preziosi
segreti della metallurgia.
Re Davide mise fine alla minaccia palestinese, sconfiggendo
i palestinesi e riducendoli ad un’entità insignificante (il che non impedì che
ne riutilizzasse alcuni resti tra le sue forze scelte e per la sua guardia del
corpo).
A differenza di ciò che succedeva con i Kanaaniti, c’era
chiaro e profondo odio tra gli Israeliti ed i Pilistim. Questi ultimi non furono
integrati nel popolo Ebreo per questo motivo. Al tempo dell’invasione Assiro-Babilonese,
i Palestinesi originali non esistevano più. Erano scomparsi dalla Storia, non
esisteva più alcuno che avesse coscienza di essere un discendente palestinese.
Non esisteva più un’identità palestinese.
Oggi, un certo pensiero Israelitico sostiene che i
Pilistim erano invasori fin dall’inizio e non nativi della zona, possedevano
comunque un territorio di dimensioni estremamente piccole, non molto superiori
a quelle dell’odierna striscia di Gaza (in nessun modo paragonabile a Kanaan) e
non erano per nulla gli antenati degli Arabi che oggi chiamano sé stessi
‘Palestinesi’.
Anche se questo romantico punto di vista ‘lascia il tempo
che trova’, essendo totalmente
insignificante dal punto di vista politico attuale, si deve ammettere che
questi Arabi di oggi condividono con quegli antichi Pilistim il medesimo forte
desiderio di distruggere Israele e gli Ebrei e questo basta a definirli degni
‘eredi’.
Ma – tu mi chiederai, ancora – allora chi erano gli Ebrei?
Gli Ebrei (‘Ivrim’)
erano – in origine – solamente un gruppo Akkadico-Arameo proveniente da Ur, nella Bassa Mesopotamia, che
lasciarono la loro primitiva sede per vagare tra le terre degli Urriti,
nell’Est dell’Anatolia, e l’Egitto. Il gruppo si stabilì nel sud di Kanaan,
dove ebbe contatti amichevoli con gli abitanti Kanaaniti e Pilistim, anche se –
come al solito – di matrimoni misti neanche parlarne.
Il resto della storia è cosa notissima tra gli Ebrei: in
quattro generazioni questo primo gruppo diede origine a “popoli” differenti:
Ammoniti, Moabiti, Ismaeliti, Midyaniti, Lihyaniti, Edomiti ed Israeliti. Solo
questi ultimi conserveranno il termine ‘Ebrei’.
Midyaniti, Lihyaniti ed Ismaeliti si distribuirono nella
parte settentrionale della Penisola Arabica: si mescolarono ad altre genti e
fondarono quella popolazione mista che dopo molti secoli sarà nota con il nome
di ‘Arabi’.
Le altre tre popolazioni, Moab, Ammon ed Edom si
svilupparono e moltiplicarono nel periodo durante il quale gli Israeliti erano
in Egitto. Mo’abiti ad Ammoniti erano una unica popolazione e si stabilirono ad
est del Mar Morto, in un territorio precedentemente occupato da alcune tribù
Urrite e da ‘Amurru’ (che in quei tempi governavano la Babilonia ed
avevano città vassalle nella parte orientale di Kanaan). Conquistati da Davide,
questi regni furono assimilati e la loro identità scomparve già prima della
conquista Assira.
Gli Edomiti, una popolazione mista Ebreo-Kanaanita, si
sitemò nel deserto, attorno al monte Se’ir, conquistando ed assimilando le popolazioni Urrite
del luogo, che restarono sempre ostili ad Israele fino alla conquista Assira.
In seguito, la loro capitale Yoqte’el (oggi Petra) divenne la capitle di un
Regno Nabateo e furono assimilati dagli Ismaeliti.
Desidero risparmiarti tutta la bellissima, affascinante
Storia dei popoli e dei paesi del luogo, amico mio. Perché so che – per alcuni,
almeno – il resoconto intero può essere molto noioso…
Ma credo già di poterti fare una domanda ben precisa…
Che cosa ti suggerisce tutto questo, amico mio?
Tralasciando l’epopea mitico religiosa del popolo errante
eletto da Dio e togliendo dalle vetrine i suoi eroi principali: Re Davide – che
sconfisse i Filistei – e Re Salomone – che costruì il Tempio di Gerusalemme –
quello che resta, sfrondando l'inutile, è un dato genetico ben preciso.
Arabi ed Israeliani sono discendenti d’antenati recenti che
appartengono ad un medesimo ceppo.
Questa considerazione non è banale. Non equivale affatto al
qualunquismo superficiale per cui “tutti alla lunga discendiamo da un ipotetico
Adamo ed un’ipotetica Eva e quindi siamo tutti fratelli, in fondo in fondo”.
Non è così, per gli Arabi e gli Israeliani.
Gli antenati che gli Arabi – islamici e no che siano – e gli
Israeliani possiedono in comune sono terribilmente recenti.
Le differenti ipotesi religiose, le divergenti tradizioni,
gli sviluppi diversi che isolamento e distanza hanno prodotto, hanno anche
portato sospetto, diffidenza, odio ed inimicizia.
"Ti odio perché ti vesti e preghi in modo diverso.
Ti uccido perché tu sembri differente da me.
Ti temo, perché parli una lingua diversa dalla mia.
Non ti voglio vicino a me: devi andartene. Ti faccio tutte
le angherie che posso. Sarò sempre contro di te".
Questo è quello che sta succedendo, da secoli. Ed è
tristissimo e profondamente stupido. E dovremmo impedirlo.