- funzionano normalmente come verbi ausiliari.
Come le copule
i verbi servili sono una classe ristretta e piccola.
La loro
caratteristica sintattica più importante è l'espansione ad infinito puro,
quindi la proprietà di precedere immediatamente il verbo all'infinito. In
unione con l'infinito di un altro verbo modificano il loro significato.
I verbi servili sono quelli che reggono l'infinito di un altro
verbo, attribuendo all'azione una specifica modalità. I verbi servili esprimono
p.e. desiderio, proposito, possibilità, permesso, capacità o necessità. In Italiano i verbi servili
classici sono dovere, potere, volere più sapere (nel senso di
'essere capace', 'essere in grado di').
- Esempi:
necessità, obbligo: Devo
finire gli esercizi
possibilità: Posso
venire alle 9
volontà: Voglio
andarmene velocemente
capacità: So
camminare senza di te.
Uso degli ausiliari.
Per quel
che riguarda l'uso degli ausiliari con i verbi servili (o modali), si tratta di una
questione un po' intricata, ma risolvibile nella prassi seguendo poche regole:
1) Se si
sceglie l'ausiliare del verbo retto dal servile, non si sbaglia mai: es. "Ha
dovuto mangiare" (come "ha mangiato"); "è dovuto
partire" (come "è partito").
2) Se il
verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia "essere" che
"avere": es. "è dovuto uscire" o "ha dovuto
uscire".
3) Se
l'infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare
-"essere" se il pronome è prima dell'infinito
(es. "non si è voluto alzare"),
-"avere" se il pronome è dopo l'infinito (es.
"non ha voluto alzarsi").
4) Se il
servile è seguito dal verbo "essere", l'ausiliare sarà sempre "avere":
es. "ha dovuto essere forte", "ha voluto essere il primo".