Significa: sognando la Shardegna, che - secondo alcuni di noi - s'identifica perfettamente con la Sardegna di ieri e di oggi.
N.B.: Alcuni deteriori negazionisti non sono ancora d'accordo, ma li convinceremo. Già stanno tremando sulle ginocchia, già stanno cedendo, arrendendosi sempre più numerosi (se ascolti, nel silenzio si sentono battere i loro denti dalla paura): e noi non facciamo certamente una battaglia d'un giorno solo*. Almeno qualche anno ancora...
Avvertenza: se sei uno scienziato conformista (invece di un vero scenziato) oppure un amante della versione 'credibile' addomesticata della Storia (invece che della Verità Assoluta), ti conviene leggere quanto segue sotto, perché potresti anche imparare qualche cosa, finalmente...
Avvertenza 2: quel 'noi' sta per 'Noi figli di Emanuel'°, naturalmente...
Avvertenza 2: quel 'noi' sta per 'Noi figli di Emanuel'°, naturalmente...
Szépművészeti Múzeum, Budapest, 1620 -
Artemisia Gentileschi: Giaele e Sisara (Yael e Sisra). |
La Sardegna fu popolata da un popolo antichissimo: tanto antico
che persino i neonati già nascevano con una barba fluente (vedi Sisra, o Sìsera,
o Sìsara).
Questo popolo imparò presto a darsi una ben precisa identità, di
cui andare fiero: il nome fu quasi subito qualche cosa di simile a ‘Srdn’,
tanto che ne venne il nome attuale dell’isola. (No, la stele di Nora, su cui è
scritto ‘Be Shardan’ non c’entra nulla, perché riguarda un’antica ricetta per
la besciamella).
Obbligatoriamente, si trattò già da subito di un popolo di
navigatori provetti, altrimenti è chiaro che non avrebbe raggiunto l’isola
nell’antico Paleolitico Superiore (15.000 anni prima di adesso, ora più ora
meno), quando essa ancora era deserta: probabilmente, fin d’allora avevano
inventato le loro prime navi a due prue. Il popolo di Srdn ne prese possesso di fatto
e di diritto (e – secondo alcuni – anche di rovescio) e subito si diede da fare
per rendere l’ambiente sardo più abitabile, anche se già era bellissimo.
Fu così che preparò i campi per le varie colture (che aveva
portato da lontano, ma non dall’Est, perché il motto ‘Ex Oriente lux’ è
completamente sbagliato e va rivisto criticamente, alla luce delle nostre farn…
nuove idee), edificò stalle (per gli animali che aveva condotto con sé,
dagli stessi posti ‘non dell’Est’), costruì abitazioni e templi, tracciò strade
di comunicazione che congiungessero le varie coste e porti per le proprie
splendide velocissime navi. Conquistarono l’Oriente con i loro condottieri (uno di loro, il
temutissimo Sisra era famoso per la sua barba enorme e fluente: quando
s’immergeva nelle acque del fiume, ne usciva con la barba piena di pesci) e vi costruirono fortezze, come quella di El-Ahwat (strano che abbiano costruito lì
– nel periodo del Ferro – con metodi più primitivi di quelli che avevano
impiegato in Sardegna già fin dall’età del Bronzo: si vede che a contatto di
gente più primitive si erano un po’ imbarbariti!).
Naturalmente, tutto ciò fu loro possibile prima che a tutti gli
altri, perché i sardi avevano inventato per primi la scrittura, con cui
potevano comunicare meglio di tutti le proprie idee e pensieri, i progetti
edilizi, gli ordini militari e anche i più semplici messaggi. Questo dava loro
un preciso vantaggio su tutti gli altri: non per niente erano guerrieri
temutissimi da tutti e divennero padroni del Mediterraneo.
Erano anche scienziati sopraffini e si dedicavano
all’osservazione avanzata delle stelle del cielo, tanto che erano in grado di
predire i solstizi, le eclissi, tutte le date di rilevanza per la loro vita
d’ogni giorno, per la determinazione delle stagioni e per l’inizio dell’anno
agricolo e la fine del campionato di calcio. Così, sapevano anche esattamente
quando era il momento preciso di mettersi una maglia di lana e si ammalavano
meno dei loro rivali.
Allo scopo di misurare nella volta celeste il movimento
del sole, della luna e delle stelle, non si regolavano in modo primitivo, come
avrebbero fatto le popolazioni circostanti, tutte più arretrate di loro. Altri,
infatti, avrebbero traguardato pietre infitte nel terreno, oppure grossi pali
piantati ad arte, posizionati in modo da potere fare tutte le loro
accuratissime misurazioni astronomiche, al millimetro. I sardi no: loro
costruivano in pietra i loro Nuraghi piuttosto laboriosi, alti anche 15-20
metri, e li orientavano e li allineavano già nel progetto secondo le loro precise necessità astronomiche. Ci mettevano un po’ di più, ma
vuoi mettere la soddisfazione! Erano furbi.
Naturalmente, per le osservazioni
spicciole i Srdn in carriera ed i manager proto sardi si servivano di calendari
da tasca in pietra, o più spesso in argilla sagomata, che portavano per
comodità di consultazione nel taschino della mastruka: oggi li chiamiamo
‘pintadere’ ma il loro nome antico è del tutto sconosciuto, anche se qualcuno
propende per ‘Shardphone 1’ (con gestore Ovoddaphone). Quando le loro
misurazioni astronomiche dimostrarono che stava per cominciare l’Età del
Bronzo, subito mescolarono il rame dei lingotti a pelle di bue ciprioti (dai loro possedimenti orientali) al loro stagno
(hai voglia di stagni, in Sardegna!) ed iniziarono a produrre una gran
quantità di bronzo, in perfetto orario sulla tabella cronologica convenzionale.
Si sa inoltre che avevano una religione articolata e complessa,
per la quale adoravano un dio sole toro serpente e chissàcosaltro, salvo chiamarlo Yahweh, fino da circa
4.000 anni prima di Cristo, (pare che le royalties del Copyright non siano
state mai pagate: e dire che ci sono sanzioni severissime: ti crocifiggevano per molto meno, allora!).
Tutti i gusti son
gusti: per fortuna, il grande studioso che ha scoperto ed interpretato
correttamente questo termine lavora per un istituto religioso e non per la
nettezza urbana o l’istituto fognario, sennò chissà con che razza di nomi si
sarebbe collegata la prima scrittura del mondo, quella sarda…
Guarda tu – alle volte – la fortuna per che strade passeggia,
roteando una borsetta…
*Sì, lo so che non significa niente: ma quando ho inventato il mio motto avevo mangiato pesante e lì per lì [lì al quadrato] non mi è venuto in mente niente di meno catartico.
° Emanuel, Jeff - uno academico di cui habiamo chomprehenduto pocho o nuddha.
° Emanuel, Jeff - uno academico di cui habiamo chomprehenduto pocho o nuddha.