domenica 22 luglio 2012


Hai presente quando hai preso in mano, con cautela, una stella marina e quella inizia a camminarti faticosamente sul palmo, aiutandosi con quei filamenti sottili che si chiamano pedicilli ambulacrali? Beh, nel contempo, con quei pedicilli, lui (o lei) ti sta annusando...

E hai presente quando senti un odore che per qualche attimo non riconosci, ma subito dopo ricordi, comprendi che è buono (per esempio, l'odore del fieno appena tagliato, oppure l'odore del pane appena sfornato, oppure il forte odore dei tigli fioriti) e ti tranquillizzi, e te lo godi per intero?
Oppure quando senti un odore strano, che non ti piace, anche se magari non lo conosci e che ti convince ad allontanarti dalla sua fonte?
Ecco il mondo del fiuto, dell'odore, degli odoranti: la Scienza ne sa ancora molto poco, al riguardo... 

Mentre nell'uomo il ruolo dell'olfatto come strumento di conoscenza dell'ambiente circostante ha un carattere secondario, negli animali è uno strumento indispensabile per le attività fondamentali quali la caccia, la localizzazione dei partner, dei compagni e dei predatori. In alcune farfalle l'odore della femmina sopravvento può attirare il maschio sottovento da molti chilometri di distanza.
Negli animali, i ricettori olfattivi hanno collocazioni anatomiche diverse a seconda dei casi, negli insetti ad esempio sono sulle antenne, nei pesci sulla superficie del corpo. Nei bassi vertebrati, nei quali l'olfatto ha un’importanza maggiore che nei mammiferi, la componente più evoluta del cervello è un centro prevalentemente olfattivo.
Gli ‘odoranti’ sono classificati nelle seguenti categorie: canforacei (canfora), eterei (cloroformio), floreali (vanillina), mentati (naftalene), muschiati (clorobenzene), pungenti, putridi (butirrato) e terrosi (geosmina). 
Non sempre una singola molecola produce un singolo odore, ma l'uomo talvolta percepisce un gruppo di molecole (generalmente provenienti dalla stessa fonte) come un unico odore.
Una delle sostanze che si percepiscono più facilmente è il metilmercaptano, percepibile anche quando è presente nell'aria nella quantità di un milionesimo di mg per litro: è quello che dà il proprio odore all'aglio.
Nell'uomo esistono circa 950 recettori olfattivi diversi distribuiti su tutti i cromosomi (particolarmente sui cromosomi 1, 6, 9, 11, 14 e 19) tranne 20, 22 e Y, un numero simile a quello del microscopico nematode Caenorhabditis elegans e poco più della metà rispetto a quelli presenti nel topo, malgrado ciò, sono la famiglia di geni più vasta dell'intero genoma umano (circa il 4% dei geni).

L'olfatto umano è capace di discriminare circa 10.000 odoranti differenti, spesso questo senso è considerato il meno sviluppato nella nostra specie ed effettivamente molti animali riescono a superarci con le loro capacità olfattive. Questo in parte è dovuto al numero di recettori che possiedono, ma anche alla più grande estensione dell'epitelio olfattivo (nell'uomo è di circa 2,5 cm2), ad una maggiore grandezza delle strutture connesse con questo senso e ad una maggiore porzione del prosencefalo dedicata alla funzione.
Sebbene alcuni odoranti non scatenino alcuna significativa risposta fisiologica altri possiedono questa capacità, facilitano ad esempio la salivazione, la motilità gastro-intestinale oppure inducono nausea e vomito, così come possono determinare risposte comportamentali, per esempio i riti dell'accoppiamento e la riproduzione sono determinati, tra le altre cose, dalla produzione di feromoni e dalla loro captazione per mezzo dell'organo vomeronasale. 

Gli scienziati hanno pareri discordanti riguardo al suo funzionamento nell'uomo, infatti secondo alcuni, non sarebbe funzionante, seppur presente; secondo il parere di altri scienziati invece l'organo vomeronasale sarebbe funzionante, ma con capacità assai ridotte rispetto a quelle degli animali. 
I feromoni umani inoltre, benché presenti nel genoma, sono pseudogeni e non vengono trascritti. 
Tuttavia è noto come gruppi di donne in condizioni di promiscuità tendano a sincronizzare i loro cicli mestruali, un risultato ottenibile anche mediante l'esposizione al sudore femminile
la sincronizzazione pare terminare qualora vengano esposte a sudore maschile. Uomini e donne attivano diverse aree cerebrali, in particolare ipotalamiche, quando esposti ad ormoni sessuali maschili o femminili. 
Gli infanti ed i cuccioli si servono di questo senso, particolarmente sviluppato in tenera età, per distinguere la loro madre da altre femmine.
Ma - in realtà - per noi è rimasta molta poca cosa, del mondo degli odori...
Abbiamo il cervello, dunque, con capacità d'integrazione superiori e con la possibilità di formulare pensieri complessi, molto più che gli animali, tramandandoli artificialmente ai posteri.
Ma - ahimé - abbiamo quasi del tutto perso il mondo degli odori: e ne sentiamo, in ciascun profumo che ancora siamo capaci di percepire, tutta la nostalgia per intero...





*C. Pfaffmann, Olfaction and Taste, New York, 1969; L. M. Beidler, Handbook of Sensory Physiology, Berlino, 1971; J. Ludel, I processi sensoriali, Bologna, 1985.