venerdì 20 luglio 2012

Le parole, mio caro Pasuco, possiedono una loro forza di convinzione, un loro preciso peso, per cui sono decisamente importanti. Con esse costruiamo frasi, che possono anche resistere nel tempo, perché convincono o commuovono, oppure perché producono in tutti noi qualche altro grande effetto.
Non mi voglio impegnare in questioni difficili, quindi resterò nel campo dello spettacolo: le frasi del mondo dei film.
La frase più celebre è senza dubbio quella di addio di Rhett Butler (Clark Gable), in "Via col Vento": “Francamente, mia cara, non me ne importa niente”(1° posto) che sorpassa quindi di molte posizioni la frase finale del film di Scarlett O’Hara (Vivien Leigh): “Dopo tutto, domani è un altro giorno” (31° posto).
Segue quella che Don Vito Corleone  (Marlon Brando) nel "Padrino", pronuncia con naturalezza: “Gli farò una proposta che non può rifiutare” (2°), che però preannuncia, per la vittima, il ritrovamento  al risveglio, della testa del proprio cavallo preferito tra le lenzuola.
Alcune frasi sono diventate dei tormentoni usati spesso nella vita quotidiana. Alcuni esempi sono dati da “Che la Forza sia con te” (8°), di “Guerre Stellari”, oppure: “Stai parlando con me?” da "Taxi Driver” (10°), oppure: “Amore significa non dovere mai dire mi dispiace” (13°), da “A Love Story”. “Houston, abbiamo un problema” (Detto da Tom Hanks in “Apollo 13”; Jim Lovell, però, in realtà disse: “Houston, abbiamo avuto un problema”) ha addirittura modificato la lingua, diventando un modo di dire emblematico (50°). Tutti ricordano la frase: “Bond, James Bond” (22°), con cui 007 si presenta di solito. Comparve per prima nel film “Dr. No” e – naturalmente –  fu pronunciata dal “vero” James Bond, Sean Connery.
Le frasi finali dei film sono spesso ricordate dai cultori dei film stessi, per la loro forza umoristica: ad esempio, quella di “A Qualcuno Piace Caldo”. Dopo che Jack Lemmon, ancora vestito da donna ha dichiarato al suo spasimante gentiluomo di essere molto diverso da quello che lui crede, poi di non potere avere figli, ed infine (togliendosi la parrucca) confessa di essere un uomo, ottiene solo la risposta: “Beh, nessuno è perfetto”(48°) "Well, nobody's perfect".
Alcune frasi sono ormai entrate da tempo nell’uso comune: quasi nessuno ricorda che la frase: “Elementare, mio caro Watson” (65°) era detta da Basil Rathbone, nel film: “Le avventure di Sherlock Holmes”, ma non compare affatto mai nei libri di Sir Arthur Conan Doyle.
Molte frasi pronunciate da Bogart sono nella lista. Nel “Falcone Maltese” la frase pronunciata dall’investigatore Sam Spade:  The stuff that dreams are made of”-“La sostanza di cui sono fatti i sogni” (14°) è una parafrasi della frase di Shakespeare (La Tempesta): “Noi siamo la sostanza su cui sono fatti i sogni” – “We are such stuff as dreams are made on”.
 “Casablanca” è il film con la maggiore quantità di “frasi memorabili” (6), seguito da “Via col vento”  e da “il Mago di Oz” con tre ciascuno.
Si potrebbe continuare, mio caro Pasuco.  Molte di queste frasi famose dei film sono originalmente in Inglese:  alcune di esse sono pertanto intraducibili del tutto, oppure perdono molta della la propria forza o tutta la propria comicità nella traduzione. Pertanto è già piuttosto straordinario che così tante di esse siano entrate nell’idioma italiano, malgrado tutto e siano ricordate anche dai non cinefili.
Per esempio, nel film “Animal Crackers” Groucho Marks racconta: “One morning I shot an elefant in my pijamas: how he got in my pijamas I dont know” (53°). Che può essere tradotto solamente:  Un mattino ho sparato ad un elefante in pigiama: come sia entrato nel pigiama, non so”.
E questo - per oggi - dovrai fartelo bastare, mio caro amico: a presto!