ISCRIZIONE
ETRUSCA
DELLA
“TOMBA DEGLI SCUDI”
di Massimo
Pittau
In una parete della splendida e famosa “Tomba
degli Scudi” di Tarquinia (del sec. IV/III a. C.) si trovano i resti di una
delle più lunghe iscrizioni funerarie etrusche (CIE 5385; TLE 90; ET, Ta 5.4 –
4:3). Purtroppo il testo dell'iscrizione risulta ormai molto guasto e per la
sua ricostruzione hanno penato parecchio gli etruscologi F. Slotty, M.
Pallottino, H. Rix, ecc. Sia per i numerosi guasti del testo sia per
l'incertezza della lettura, è avvenuto che finora siano stati effettuati
solamente pochi e molto parziali tentativi di traduzione di qualche breve brano
dell'iscrizione. In virtù del fatto che di recente ho portato a termine la
totale revisione dell'intero patrimonio lessicale della lingua etrusca che ci è
stato conservato (vedi M. Pittau, Dizionario della Lingua Etrusca, I edizione Sassari 2005, II edizione
digitale 2014 Ipazia Books, Amazon) ed inoltre ho effettuato la traduzione e il
commento di molti testi della lingua etrusca (vedi M. Pittau, I grandi testi
della Lingua Etrusca – tradotti e commentati, Sassari 2011, Delfino editore; 600 iscrizioni etrusche
tradotte e commentate (Ipazia
Books 2013), mi sento oggi in grado di effettuare un nuovo tentativo di
ricostruzione (sempre parziale) del testo dell'iscrizione e di proporre la
traduzione probabile dei suoi brani più ampi.
[LARTH
VELXA]S
Lart
Vulca
[VELTHUR]US
CLA[N RAVNTHUS]C
figlio
di Veltur e [di Raventia]
AP[RTHNAL
-?-]TH-- NUALUC FES[-?-] MULA
Aburtennia
[--------------] dono
--I CEXA
PAPACŚ -ARTHCVE- LISVA[--5--] R [APRTHN]AL ---R THUTA E[-?-]
a favore
del nipote [---------] R(aventia Aburtennia) -?- protettrice
[-----]U
CEXASIETHUR ERCE FAŚ MANT CIZ ZILAΧNCE
SNIELTHA S-U-E THE—XIC –
collegio
dei giudici se ne andò degnamente al Mane. Tre volte fu console (o pretore)
CIZM
CEXANERI TENTH[A]S –RIALAM ARUSIAS CARI[AL] CE[SE]THCE ARNAS APA
e
tre volte essendo (pretore) per pronunziare sentenze -?- -?- e [marito?] della
cara *Arusia -?- ha trovato pace nell'urna. Il padre
A
LATIE ERCE FIŚE TETASNASI
HAMPHETE CLESNES THURS Ux THU[I] CES[U]
A(ulo)
Latio se ne andò per sempre al dolente sito della fortezza infernale -?- qui (è
stato) deposto
ZILCI
[VEL]USI H(UL)X(N)IESI
sotto
il pretore Vel Fulginio
Procedo adesso, brevemente, alla
delucidazione e alla giustificazione del significato che io propongo per alcuni
appellativi dell'iscrizione, particolarmente di quelli per i quali fino al
presente non è stata proposta alcuna traduzione.
ALATIE probabilmente è da leggere A LATIE «A(ulo) Latio». La tomba apparteneva alla
potente famiglia dei VELXA(S) (gentilizio da confrontare con quelli lat. Velcius,
Volcius, Vulcius; RNG), mentre la famiglia LATIE, imparentata, vi
sarà stata ospitata.
APA «padre, babbo».
ARNAS (che si potrebbe leggere anche ARCAS)
forse «della cavità, dell'arca od urna (sepolcrale)» (in genitivo). Cfr. ital. arnia, idronimo Arno (lioe
19, 81).
CARI[AL] probabilmente «del/la caro-a», da
confrontare col lat. carus-a-um.
CE[SE]THCE probabilmente «riposò, ha riposato, trovato pace» (preterito
debole) = lat. quievit;
significato che si desume da quello di cesu «deposto».
CES[U] «posto, deposto-a», participio
passivo.
CEXA significato quasi certo «legge, norma,
diritto, causa, atto giuridico, sentenza»; anche preposizione posposta «a
favore di, in onore di, in vista di...». (Co 3.6; OA 3.9) CLEN CEXA «a favore
del figlio».
CEXANERI probabilmente CEXANE-RI «da sentenziare o giudicare» (cioè di
giurisdizione), in gerundivo.
CEXASIETHUR (CEXASIE-THUR) «sodalizio, collegio, ordine
dei giudici o dei giuristi».
CIZ, CIZM «(e) tre
volte, per la terza volta».
CLESNES «infero, infernale» (in genitivo), da
confrontare con CALUSNA «caliginoso, tenebroso,
notturno, sotterraneo, ctonio, infero, infernale», aggettivo derivato da CALUS,
dio dei morti.
ERCE probabilmente variante di ARCE «se ne
andò, morì» (vocaboli documentati soltanto a Tarquinia e nel suo territorio).
FAŚ forse «legge, norma divina, liceità», «lecitamente, degnamente»
(?), da confrontare col lat. fas
(sinora di origine incerta; DELL).
FIŚE probabilmente «per sempre», da
confrontare col lat. fixe
«fermamente, immutabilmente».
HAMPHETE (HAMPHE-TE) «nel campo, nello
spiazzo, nel sito» (in locativo).
HXIESI = H(UL)X(N)IESI abbreviazione di HULXNIESI «sotto (il pretore Vel) Fulginio».
MANT probabilmente
MAN-T «al/nel/presso il Mane (del capostipite)».
MULA probabilmente «dono, donazione».
PAPACŚ «nipote (di nonno-a)», da PAPA
«nonno».
TENTH[A]S «tenendo, consistendo, esercitando,
svolgendo, essendo» (gerundio presente).
TETASNASI probabilmente TETASNA-SI «al doloroso, al dolente» in dativo-ablativo,
da confrontare col lat. taedium
«tedio, fastidio, dolore, compianto funebre» (di origine non chiara; DELL).
THU[I], THUI «qua, qui», da confrontare col
greco týi «qua, qui».
THURS probabilmente thur-s «della torre o fortezza» (fortezza perché non se n'esce più).
Vedi týrseis.
THUTA (Ta 5.4) (Pirgi I)
probabilmente «tutore, protettore-trice, patrono-a». (Liber X 7; Cr 4.4; Pe 8.4) «tutela, garanzia,
protezione, patrocinio», da confrontare coi lat. tutela, tutor, tueri,
di origine incerta (DELL, DELI) e che pertanto potrebbero derivare proprio
dall’etrusco (DICLE).
ZILAΧNCE
«fu, è stato console (o pretore)» (preterito debole).
ZILCI (ZILC-I) «sotto il pretore», in
dativo-ablativo di valore temporale di ZILC.