sabato 5 luglio 2014

SCRITTURA MICENEA E NO.

Vorrei fosse quanto più chiaro possibile che ho scritto sul LINEARE B (che non è affatto la mia materia) per motivi ben precisi, ai quali mi sono vincolato qualche anno fa.

- Innanzitutto, perché si tratta di un ottimo esempio della lenta e faticosa evoluzione per gradi della scrittura e del suo lento adattamento ai suoni prodotti dall'uomo nelle sue varie lingue...


- In secondo luogo, perché anche un'esposizione breve e lacunosa come la mia già dimostra fino a che punto intervengano contemporaneamente molti sforzi, di varie discipline e di numerose persone a chiarire alcuni dei problemi epigrafici, a fare progredire la traduzione, a risalire alla realtà storica più probabile del popolo in esame. E malgrado gli sforzi riuniti di studiosi internazionali, come si è visto il Lineare B  e le Civiltà Micenea e Minoica conservano ancora molti segreti, probabilmente per sempre.


- Per converso, dovrebbe quindi essere consigliabile e ragionevole procedura da parte di tutti il diffidare (o almeno prendere con prudentissimo beneficio d'inventario) dei presunti 'risultati' di epigrafisti solitari autodidatti che sfacciatamente dichiarano di riuscire - praticamente da soli, o peggio: molto male accompagnati da altri compagnucci d'avventura senza alcuna arte né parte - a tradurre lingue scritte che sembrano davvero inventate da loro stessi.


- Avevo tracciato già nel paragrafo numero 3 alcune linee guida semplici e chiare, circa l'epigrafia e in particolare riaffermo come questa



1) non si possa improvvisare

2) presupponga varie, vaste e profonde conoscenze ancillari

3) sia un lavoro di equipe, che richiede conferme incrociate multidisciplinari

4) sia una pratica lunga e laboriosa che procede per 'tentativo ed errore', per molti anni: da qui si evince la fondamentale necessità di riconoscere l'errore.

5) non fornisca quasi mai immediate e facili soluzioni.

A queste chiare linee vorrei ora aggiungere quelle che si sono rese evidenti con i successivi paragrafi:

6) La scrittura è stata - fin da subito - uno strumento del Potere per esercitare meglio il proprio governo sulla popolazione. Come tale essa va studiata. Chiunque veda 'altro' nella scrittura (uno strumento per comunicare con la Divinità, oppure una serie di crittogrammi segreti per escludere la popolazione dalla comprensione della scrittura) manca completamente il bersaglio e non comprende l'essenza stessa della scrittura, che è comunicazione.

7) Il corretto studio dell'Epigrafia - alla lunga - fornisce stupendi risultati, proprio come nel caso dei Micenei: esso apre inaspettatamente finestre utilissime ad illuminare ambienti prima oscuri, rivelando la realtà su interi periodi storici prima mal compresi o del tutto fraintesi.

8) Per contro, l'epigrafia dei ciarlatani non solo non chiarisce alcunché, ma pasticcia ulteriormente una scena di già difficile interpretazione, costituendo  troppo spesso un vero ostacolo  nei confronti dell'evoluzione della Cultura.

Credo che quanto sopra debba essere ponderato, specialmente da coloro che si sono ingenuamente ed involontariamente fatti tentare dalle sirene (interessate) della Fantarcheologia, dalle belle favole gradite di stampo 'identitario' (costruite ad arte), dalle ricostruzioni distorte non fondate scientificamente del passato e della Storia (inventate per vendere).
Di ciarlatani e falsari ne sono esistiti anche troppi, ovunque. Di molti si è scritto anche in queste pagine. Ma i nomi degli studiosi dimostratisi oltre ogni dubbio seri e meritevoli sono indiscutibilmente molto più numerosi (oltre che meritevoli appieno della nostra stima e del grato ricordo del mondo scientifico).
E pertanto, anche se le persone serie fanno sempre molto meno chiasso degli ardimentosi guerrieri dell'Armatabrancaleoneshardariana, stiano tranquille, nella consapevolezza che anche questa moda attuale deteriore passerà e specialmente del fatto che i nomi dei miserabili millantatori non figureranno mai negli annali della Scienza.

Perché la Vita è baldracca, ma il Tempo è galantuomo.