L’importanza dell’alimentazione negli uomini con cancro prostatico.
Secondo uno studio scientifico recentemente pubblicato sulla rivista JAMA il tipo di alimentazione e in particolare il tipo di grassi assunti con l’alimentazione possono influenzare la prognosi del
tumore prostatico in assenza di metastasi. Gli studiosi sono arrivati a simili conclusioni dopo aver analizzato i dati di circa 51500 uomini di età compresa fra i 40 e i 75 anni: durante il follow‐up (periodo di controllo) durato 14 anni sono stati rilevati 4577 nuovi casi di tumore prostatico senza metastasi; dopo la diagnosi di tumore sono state attentamente monitorate le abitudini alimentari in modo da poter correlare il tipo e la qualità dei grassi assunti con la dieta e l’andamento della malattia e l’incidenza di mortalità.
Ne è emerso che gli uomini che, dopo la diagnosi di tumore, hanno assunto la maggior quantità di grassi d'origine vegetale hanno evidenziato una diminuzione nella percentuale della mortalità e
di progressione sfavorevole della loro malattia. Gli uomini che hanno sostituito una quota dei carboidrati della loro dieta con grassi vegetali lo stesso hanno evidenziato una riduzione del rischio
di tumore alla prostata con esito sfavorevole, e della mortalità totale, del 29% e del 26% rispettivamente. I
l consumo di una dieta molto ricca di acidi grassi saturi e trans, invece, hanno determinato un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause, mentre il consumo prevalente di grassi mono- e polinsaturi di origine vegetale ha ridotto tale rischio di circa il 50%.
Richman EL, Kenfield SA, Chavarro JE, Stampfer MJ,Giovannucci EL, Willett WC, Chan JM. Fat
Intake AfterDiagnosis and Risk of Lethal Prostate Cancer and All‐Cause Mortality.JAMA Intern
Med. 2013 Jun 10:1‐8.
L'uomo percepisce l'ambiente attraverso i cinque sensi. Inoltre, possiede una percezione particolare - che è quella del tempo - che non è solamente un adattamento automatico al clima, all'irradiazione solare ed alla stagione (come in alcuni altri animali) bensì è la capacità critica di percepire il trascorrere del proprio tempo biologico, nell'ambiente.Di tutto questo vorrei parlare, per i primi 150 anni: poi, forse patteggeremo su quale prossimo argomento discorrere insieme