La parola indagata questa settimana, dal Corriere della Sera - pag 12, Rubrica "Tempo Libero", di R. Salamone- è "CIALTRONE".
Ne riporto solamente una piccola parte:
"Cialtrone non equivale a cazzaro. Dei cazzari bisogna fare l'apologia, se non altro perché giocano a volto scoperto, allietano certi giorni storti della vita, non hanno particolari pretese da avanzare, se non l'essere imparentati con una sciocchezza strutturale. Sono immediatamente identificabili, come i matti che giravano, qualche secolo fa, per le campagne e le città con i sonagli sul berretto. In ogni paese c'era il matto. Il Belli sosteneva che ogni uomo avesse nella sua giornata un'ora di debolezza, 'm'ha pijato nell'ora der cazzaccio'. Pensa che tristezza la vita senza la livella dei cazzari.
Il cialtrone invece è uno che agisce con premeditazione. Secondo i francesi è una 'canaille', un mascalzone. Millanta, ma di natura è un ciabattone. Ti mette nei casini nel lavoro, nella vita. Spaccia la sua sicumera per 'saper fare', non ha dubbi, procede a passo di carica, è seduttivo e persuasivo. Ingroviglia, non semplifica. spesso parla come se avesse un microfono davanti alla bocca, predilige le dichiarazioni. Nessuna obiezione lo spaventa, sei sempre tu che non hai capito."
L'uomo percepisce l'ambiente attraverso i cinque sensi. Inoltre, possiede una percezione particolare - che è quella del tempo - che non è solamente un adattamento automatico al clima, all'irradiazione solare ed alla stagione (come in alcuni altri animali) bensì è la capacità critica di percepire il trascorrere del proprio tempo biologico, nell'ambiente.Di tutto questo vorrei parlare, per i primi 150 anni: poi, forse patteggeremo su quale prossimo argomento discorrere insieme