La Verità è nuda.
(Indubbiamente, è una 'frase fatta', una divinità obsoleta dal vasto Pantheon delle ovvietà fraseologiche, la cui posizione si trova in seconda fila, relegata tra le appassite 'mezze stagioni' e l'onnipresente 'tutto un magna magna' e 'forse pioverà, più tardi'...)
Ma non è solo questo: "La verità è nuda" è anche un ottimo spunto per qualche considerazione, amico mio, Pasuco. E credo che troverai questa chiacchierata d'interesse attuale...
Andiamo con ordine, per paragrafi.
1) La Verità non è affatto bella.
Per gli amanti erotomani del nudo femminile, va subito chiarito che non è affatto certo che essa sia sempre e regolarmente una giovane donna avvenente: anzi, più probabilmente è brutta o bruttina e qualche volta persino orribile. Può talvolta mostrarsi come una donna d'età stagionata, con un suo dignitoso portamento altero e ancora ben visibili le tracce di un'antica bellezza sfiorita. Ma può anche - e più probabilmente - essere una vecchia megera sgraziata, mai stata bella o garbata in tutta la sua vita...
Comunque sia, la verità è - e dovrebbe restare - nuda, si sa che quella è la sua condizione naturale: è l'unica che permetta la piena trasparenza, il controllo immediato, la fiducia indiscussa, automatica, sincera. E la partecipazione consapevole.
Molti, invece, si preoccupano di rivestirla e si danno un gran daffare, si agitano, si affannano e faticano assaiv visibimente. Essi non dimenticano - malgrado tutto l'impegno profuso - di mandare chiaro il messaggio al vasto pubblico di quanto essi siano altruistici e amanti della Verità, ma unicamente per il bene pubblico e sociale. Altrimenti, non si darebbero tanto pensiero.
Come si può essere contrari ad tale atteggiamento?
Eppure, qualcuno c'è: e si tratta di qualcuno che si è accorto - guarda caso - che questi benefattori non sono affatto mossi da amore per la Verità. E ciò ci conduce al secondo paragrafo, amico mio...
2) Chi riveste la verità non lo fa per amore.
I vari samaritani - più o meno improvvisati - che rivestono la Verità, hanno sempre e regolarmente un proprio preciso interesse a farlo. Più spesso, se si indaga bene, si scopre che in realtà questi samaritani sono sarti, che promuovono i prodotti della propria sartoria. Si potrebbe credere che sia un'attività comunque encomiabile, in quanto 'la pubblicità è l'anima del commercio'. Che male fanno, in fondo?
Per il momento lasciamo pure in sospeso la risposta a questo quesito.
Ma - d'altro canto - si deve anche ammettere che degli eventuali brividi, di freddo o di pudore, della Verità stessa ad essi non importi un soldo bucato: l'unico loro interesse è organizzare parate, sfilate, incontri, congressi, articoli, corsi, studi e lezioni sul loro prodotto. Nient'altro.
3) Che male fanno.
A parte l'assioma per cui la Verità deve essere nuda, alcuni dei vestiti che le vengono imposti - ammettiamolo - le stanno proprio male e sono totalmente improponibili... L'abbiamo vista in pelliccia a ferragosto ed in bikini sulle nevi delle Alpi, insieme ad Otzi. Corre il rischio di perdere ogni credibilità.
4) Tutte le varie Verità.
Naturalmente, gli abiti che si mettono alla Verità devono essere graditi al pubblico presente alla sfilata. E probabilmente, è opportuno scegliere un argomento che possieda un certo interesse: non si parlerà quindi del controllo della Fillossera ad un raduno di surfisti, né viceversa dell'Onda perfetta ad un raduno di agronomi.
Le varie Verità vestite, pertanto, compaiono e figurano in tutti i campi e gli ambienti della Società, del Mondo del Lavoro, della Cultura (e specialmente della Sottocultura!), dell'Informazione, dello Spettacolo e dell'Arte.
Le varie Verità vestite hanno in comune il processo di crescita (anche se alcune abortiscono presto, fortunatamente).
Si procederà per gradi e stadi.
5) L'evoluzione naturale.
Dapprima la singola 'Verità vestita' sarà solamente un gruppo d'azione ristretto, quasi segreto. Poi si diventerà un gruppo di pensiero o - meglio ancora, crescendo - un 'movimento di pensiero': si noti che - pur implicando il 'pensiero' qualche cosa di culturale, la cultura non sia necessariamente presente nella ricetta, anche se è sbandierata spesso dagli attivisti... Fondamentale per ogni movimento di pensiero è almeno un Guru che ne incarni e rappresenti la filosofia e ne organizzi le mosse. Si dovrà organizzare il marketing, con apposite pubblicazioni, presenziando a manifestazioni (inizialmente di altri, in seguito si organizzeranno le proprie), raccogliendo consensi e dandosi una funzione socialmente utile e localmente molto apprezzata. Questo aumenterà i numeri del seguito, incrementerà l'appoggio popolare ed infine permetterà il grande salto: si diventerà un partito politico.
6) Distruggere ogni dissenso.
Affinché il punto 5) possa giungere al suo completo sviluppo, è poi assolutamente necessario che il dissenso (fortunatamente presente, in ogni democrazia) sia zittito in modo conveniente. Si dovrà quindi fare di tutto per apparire pubblicamente 'buoni ed onesti', 'culturalmente e socialmente utili', 'motivati dal bene comune'. Quindi, si dovrà risultare totalmente disinteressati e mossi unicamente dall'assoluta necessità di rivestire la Verità, che così com'è - cioè nuda - soffre indubbiamente moltissimo.
Si dovrà anche apparire più numerosi di quanti si è: questo non è difficile, ricorrendo a seguaci molto attivisti, presenzialisti e rumorosi, che impiegano i soscial netteuorke.
Non sarà difficile dipingere i dissidenti come reprobi perversi.
7) Metodi violenti.
Si dovranno senza dubbio fare numerosi richiami all'attenzione di un vasto gregge di pubblico notoriamente distratto, troppo spesso indifferente e talvolta addirittura addormentato. Questi richiami potranno dovere essere energici e qualche volta anche risultare un po' troppo entusiasticamente sentiti. Ma non sarà violenza, mai: sarà fervore giovanile, irruenza dettata dall'inesperienza, mai METODO. Si dovrà convincere l'uditorio dissenziente che ' loro non hanno compreso' per proprie insite e ben riconosciute manchevolezze, ormai note al vasto pubblico: nessuno è mai così sicuro di sé da non accusare il colpo.
Potrei continuare ancora a lungo, Pasuco, ma - veramente - non ne ho più voglia...
Ma ti confesso la mia intima convinzione, bellissima e segreta.
In fondo, ho ancora una forte fiducia in un manipolo d'intellettuali irriducibili - che esistono, lo so: alcuni di loro li conosco personalmente e qualcuno lo frequento - e sono convinto che l'imperante incultura italiana del momento non prevarrà, alla fine.
Sono un pazzo ottimista...
L'uomo percepisce l'ambiente attraverso i cinque sensi. Inoltre, possiede una percezione particolare - che è quella del tempo - che non è solamente un adattamento automatico al clima, all'irradiazione solare ed alla stagione (come in alcuni altri animali) bensì è la capacità critica di percepire il trascorrere del proprio tempo biologico, nell'ambiente.Di tutto questo vorrei parlare, per i primi 150 anni: poi, forse patteggeremo su quale prossimo argomento discorrere insieme