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domenica 20 luglio 2014

Un Caffé?

L'albero del caffé: genere coffea, famiglia delle rubiacee.

 Ma come?  non è un cespuglio? O al massimo un arbusto?


No: è un albero:  



Nel suo ambiente naturale originario, l'Etiopia, la pianta selvatica del caffé può diventare
alta fino anche a più di 13 metri (cioé fra il terzo ed il quarto piano di un nostro palazzo di città).
Nelle piantagioni, dove qualcuno deve pur raccogliere il caffé, non lo lasciano crescere così tanto.


Ne esistono numerosissime specie differenti (circa 100): le più coltivate e diffuse sono però: 

- Arabica è quella che fu utilizzata per prima preferisce altezze di 1000 o 2000 metri, contiene molta meno caffeina delle altre varietà ed è originaria di Etiopia, Sudan sud orientale e Kenia settentrionale. E' autoimpollinante e quindi resta immodificata.

- Robusta (più correttamente: Canephora) è quella dell'Africa tropicale (Uganda, Guinea), più adattabile e più economica, cresce anche a 700 metri d'altezza. richiede impollinazioni incrociate e quindi subisce più modificazioni genetiche. 

- Liberica è la qualità meno coltivata (oltre che nell'Africa occidentale, anche in Indonesia e nelle Filippine). Ne esiste una sottovarietà che i coltivatori apprezzano molto e che chiamano Excelsa.

- Ne esistono anche altre varietà, resistenti alla siccità, con sapori differenti ma non graditi a tutti i palati...



Curioso è il fatto che il caffé - pur essendo originario dell'Africa -  oggi è prodotto in massima quantità da paesi asiatici  e dall'Oceania, al secondo posto sono i Paesi del Sud America e buon ultima è l'Africa.


La zona in cui è possibile fare crescere con profitto la pianta del caffè è vasta, ma corrisponde alle aree tropicali. negli altri posti può essere soltanto una pianta d'appartamento, un piacevole argomento di conversazione o un arbusto invadente.



Mi chiedi perché ne ho scritto, amico mio? 
Ricordati che ti chiami Uviguta Olf: proprio da Udito, Vista, Gusto e Olfatto... E devi ammettere che anche a queste caratteristiche precise è dovuto il successo di questa bevanda eccitante.


CURIOSITA'

  • Secondo Artusi, così come diverse qualità di carne fanno il brodo migliore, da diverse qualità di caffè, tostate separatamente, si ottiene un aroma più grato. Per Artusi, la miscela ideale dovrebbe essere composta da 250 g di Porto Rico, 100 di Santo domingo e 150 di Moka. Anche 300 g di Portorico con 200 di moka darebbero un ottimo risultato. Con 15 g di questa polvere si può fare una tazza di caffè abbondante; ma quando si è in parecchi, possono bastare 10 g a testa per una piccola tazza usuale.

    Il caffè più pregiato del mondo, il Kopi Luwak, si produce in Indonesia. La produzione è dell'ordine dei 50 kg l'anno e costa all'incirca 500€ al kg. La particolarità del Kopi Luwak risiede nel fatto che si tratta di chicchi di caffè mangiati e digeriti dallo zibetto delle palme (luwak), raccolti poi a mano e tostati normalmente. Gli esponenti della Cup of Excellence, ovverosia una giuria che assegna gli Oscar del caffè, valutano alcuni parametri ritenuti fondamentali, tra i quali l'aroma, la dolcezza, il sapore, l'acidità, la mancanza di difetti, il retrogusto. In generale la qualità è in relazione con l'ambiente di crescita, con le pratiche adoperate nella coltura, con il tipo di lavorazione delle bacche (il grado e la loro omogeneità) e con il luogo di provenienza

  • Nel 1771, in Svezia, il re Gustavo III volle verificare scientificamente se il caffè giovasse o meno alla salute. Per far ciò, si servì di due gemelli detenuti nelle carceri svedesi per omicidio. Dopo avergli commutato la pena di morte in ergastolo, impose loro la consumazione di tre tazze di caffè al giorno per uno e di tre tazze di tè l'altro. Pare che invecchiò meglio il gemello che fu costretto a bere tè, il quale si spense ad 83 anni.
  • Del caffè non si butta nulla. Il suo infuso corroborante lo si beve e i suoi fondi possono essere usati per utilità di casa o del giardino. È un repellente ecologico contro le formiche e le lumache; il suo fumo (brucia bene) tiene lontane vespe e soprattutto zanzare; infine può essere utilizzato come concime per le piante, posto nel frigorifero attira i cattivi odori e infine si può utilizzare per ravvivare il colore castano dei capelli.

lunedì 19 novembre 2012

Caffé?







Vieni a prendere un caffé, Pasuco...
Il colore della caffeina  non è – come si potrebbe pensare dall’aspetto di molte bibite che la contengono – un colore scuro (che nella realtà è invece dovuto ai coloranti vari e possibilmente dannosi, vedremo come). 
La caffeina è una sostanza sorprendentemente bianca, di sapore amaro, d’aspetto cristallino (inquietante somiglianza con la cocaina, in fondo, no?) ed è – di fatto – una sostanza psicotropa  che appartiene di diritto agli stupefacenti: si chiama 1,3,7 trimetilxantina (la somiglianza appare meno strana, vista così).


Un altro fatto che non si sospetta comunemente è che il caffè Italiano molto torrefatto (scuro, appunto) contiene meno caffeina di quello poco tostato straniero (più chiaro e d’aspetto più acquoso, considerato da molti italiani una 'ciofeca' inutile) ma per contro possiede più sostanze combuste (che sono davvero cancerogene, come tutte le sostanze combuste), il cui sapore bruciato permette - tra l'altro - la sostituzione di tale caffè con altri semi tostati usati come surrogati del caffè (orzo ad esempio, che “assomiglia” al  nostro caffè solo perché ne richiama il sapore di bruciato). 
Per questi motivi:
1) non è vero – contrariamente a quel che riteniamo – che il caffè italiano sia più forte di quello americano e nord europeo
2) il caffé d'orzo non è per niente 'sano': unicamente non contiene caffeina
3) praticamente non esiste il caffè d’orzo in America, dove hanno capito che tanto vale prendere un decaffeinato …

Effetto della caffeina sull'efficienza costruttiva del ragno nel tessere la propria tela.

Storia.  
 La caffeina si riscontra in circa 60 vegetali differenti: cola, guaranà, cacao, caffè, té, mate, etc.. Gli antropologi pensano che il suo impiego umano si perda nell’età della pietra. 
Il caffè apparve  per la prima volta in Africa nel VI secolo, e solo in seguito fu introdotto in Arabia e nell’Oriente. I Cinesi bevevano il tè già nel 2700 a.C.
 In Europa, il caffè fu introdotto nel 1573 ed il tè giunse quasi un secolo dopo, nel 1657. La caffeina fu isolata dal caffè nel 1820 e dal tè nel 1827. 
Oggi, è la droga più popolare nel Mondo ed il 90 % degli Italiani ne assume ogni giorno, in qualche modo. In particolare, circa 84.000.000 milioni di tazzine di caffè vengono bevute ogni giorno in Italia.

Come funziona. La caffeina determina un più elevato senso di allerta ed innalza i livelli di dopamina, regalando una sensazione di benessere e migliorando l’umore. Se consumata in forma liquida, la caffeina diffonde in tutti i tessuti corporei in circa 5 minuti, raggiungendo un picco ematico massimo in circa 30 minuti. È eliminata in tempi diversi a seconda del metabolismo di chi l’assume: 4-6 ore in un non fumatore,2-3 ore in un fumatore, 18-20 ore in una donna al 7-9 mese di gestazione, 11-13 ore in donna in contraccezione chimica. È stata descritta una “curva del caffè”, che spiega come quell’apparente energia iniziale che sembra regalata e creata dal nulla, si sconta in seguito con sonnlenza, debolezza, irritabilità ed altro, a  seconda delle dosi…  
Effetti collaterali. Una o due tazze di caffè aumentano il ritmo metabolico, la frequenza della respirazione, la frequenza della minzione, la quantità degli acidi grassi circolanti e del succo gastrico nello stomaco. La caffeina può aumentare la pressione arteriosa e – se assunta prima di andare a dormire – può alterare il ritmo sonno veglia.
Dosi più elevate possono dare cefalea, tremori, tachicardia, fino a convulsioni e delirio.
Il consumo di dosi superiori a 650 mg al giorno (tra 16 e 18 tazzine di caffè) può determinare effetti a lungo termine: insonnia cronica, ansia persistente e depressione, oltre ad ulcere gastrointestinali.
Effetti sulla fertilità. Le capacità riproduttive possono essere danneggiate dalla caffeina: si possono riscontrare anomalie congenite del feto, prematurità, basso peso alla nascita (microsomia), ridotta o nessuna fertilità.
Uso farmacologico. La caffeina è più spesso usata nella terapia della cefalea (mal di testa) ed in associazione con altri antidolorifici, in quanto essa è vasoattiva e modula l'effetto del farmaco, di fatto prolungandolo. Essendo uno stimolante dell’attività respiratoria, è usata per il trattamento dell’apnea neonatale (assenza o insufficienza di respirazione). È anche un antidoto contro il rallentamento respiratorio nell’overdosaggio d’eroina o altri oppiacei. Si trova anche in molte preparazioni da banco “contro il sonno”, vendute senza ricetta.
Dipendenza. Il regolare uso di dosi giornaliere  di circa 350 mg di caffeina (tre caffé americani, o sette caffé italiani, oppure 4 Red Bull) causa dipendenza fisica dalla droga, il che significa che l’interruzione di tale assunzione determinerà i tipici sintomi d’astinenza: grave cefalea, irritabilità, stanchezza.

Dose letale. 10 mg di caffeina sono considerati una dose letale, ma si sono avuti casi di decesso in adulti anche per assunzione di 3,2 mg (somministrati endovena per errore). La dose letale, a mezzo assunzione orale, è di 5 mg (80 tazze in breve tempo).

Cibo /sostanza
Type or Brand
Dose

Bevande calde



American Coffee
95 – 135 mg

Caffè Espresso
30-50 mg

Decaffeinato
5 mg

Tè verde
25-40 mg

Tè nero
40-70 mg

Cioccolato caldo
5 mg




Cola 12 oz
35 – 47 mg

Mountain Dew 12 oz
55.5 mg

Sunkist Orange, succo 12 oz
42 mg

“Energy Drinks”



Full Throttle, 16 oz
144 mg

Red Bull, 8.5 oz
80 mg

SoBe No Fear
158 mg

Cioccolata
Una tavoletta da 50 gr di cioccolata contiene tra 5 and 60 mg di caffeina (a seconda della qualità)

Medicine



Antidolorifici e cefalalgici
60 – 65mg

“Antisonno” 100 mg
32.4 mg

Vivarin
200 mg


 E’ tutto chiaro?
E allora: vieni a prendere un caffé da me…