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martedì 3 febbraio 2015

DON'T GO CHANGING...

NON TI STO IGNORANDO DI PROPOSITO:
ho la prosopagnosia.


Talvolta, in una canzone, (e nel suo autore) c'è di più di quel 
che sembra...

Just the Way You Are è una canzone di Billy Joel registrata nel 1977 per l'album The Stranger. Scritta come regalo di compleanno per la prima moglie del cantante, Elizabeth Weber, il singolo fu il primo del cantante ad entrare nella top ten statunitense, raggiungendo la terza posizione della Billboard Hot 100. Fu anche il primo disco d'oro nella carriera di Joel, che inoltre gli permise di vincere un Grammy Award come "canzone dell'anno". Il sassofono presente nel brano fu suonato da Phil Woods, che prese il posto di Richie Cannata, che aveva suonato per quasi tutte le canzoni presenti in The Stranger.]

Hey, Billy Joel wrote a song for people with face blindness :) (1)
Don’t go changing, to try and please me
You never let me down before
Don’t imagine you’re too familiar
And I don’t see you anymore
I wouldn’t leave you in times of trouble
We never could have come this far
I took the good times, I’ll take the bad times
I’ll take you just the way you are
Don’t go trying some new fashion
Don’t change the color of your hair
You always have my unspoken passion
Although I might not seem to care
I don’t want clever conversation
I never want to work that hard
I just want someone that I can talk to
I want you just the way you are.
I need to know that you will always be
The same old someone that I knew
What will it take till you believe in me
The way that I believe in you.
I said I love you and that’s forever
And this I promise from the heart
I could not love you any better
I love you just the way you are.

(1) La frase è tratta dal sito di una ragazza (non è quella del cartello postato) che soffre di prosopoagnosia: è lei che lo ha scritto nel suo blog personale. A me è piaciuta la sua interpretazione, dettata certamente dalla bellezza di questa canzone e da un pensiero auto consolatorio. So che la realtà non è questa: Joel non aveva la minima idea che la sua (bellissima) canzone si adattasse così perfettamente alla patologia neurologica che fa perdere la capacità di riconoscere i volti delle persone care, degli amici e dei conoscenti. 
I pazienti riconoscono le persone dal modo in cui si muovono, dalla voce, dai vestiti, dai capelli, dal posto in cui normalmente li incontrano...

mercoledì 10 luglio 2013

UN UOMO SINGOLARE

Oliver Sacks ha 80 anni: gioia nella vecchiaia. 

Un medico neurologo.Uno scrittore prolifico ed intrigante. 

Oliver Sacks, 80 anni ieri.

Un uomo singolare.

Nella foto tratta dal web il 7 luglio 2013 il neurologo e scrittore Oliver Sacks
dal Web Log di Oliver Sacks
Oliver Sacks a 80 anni, la gioia della vecchiaia
Confessioni di un ottuagenario inglese che vive e lavora in USA: ovvero, "la gioia della vecchiaia". Il neurologo di 'Risvegli' (da cui è stato tratto il film con DeNiro e WilliamsOliver Sacks proclamava qualche giorno fa che il suo ottantesimo compleanno segna l'inizio di una nuova era: "Non penso alla vecchiaia come a un epoca più triste da sopportare ma un tempo di piacere e libertà: libertà dalle fastidiose urgenze di giorni precedenti, libertà di esplorare i miei desideri e di legare assieme pensieri e sentimenti di una vita".
L'autore dell'intrigante libro "L'uomo che scambiò la moglie per un cappello" (fu il suo primo bestseller) e la cui ultima opera è 'Allucinazioni'  ha compiuto ieri i fatidici ottanta anni. 
Il suo 'Elogio della Vecchiaia ' è apparso sulla pagina delle opinioni del New York Times. "Ottanta! Non riesco a crederci", scrive Sacks: "Spesso mi sembra che la vita sia appena cominciata e subito mi accorgo che sta per finire". Non è per giovanilismo che il neurologo si sente giovane, ma perché è cresciuto così fin da ragazzo: sua madre era sedicesima di 18 figli, lui l'ultimo di quattro. "Sono sempre stato il più giovane nella mia classe al liceo e questa sensazione, di essere il più giovane, mi è rimasta anche se adesso sono quasi la persona più vecchia tra le mie conoscenze". La realtà è che, a dispetto di una serie disparata di problemi medici e chirurgici che includono un cancro superato, gravi problemi di vista e alle ossa, Sacks è "felice di essere vivo".
Felice "di aver provato tante cose - alcune meravigliose, altre orribili - di aver saputo scrivere decine di libri e di aver ricevuto innumerevoli lettere da amici, colleghi e lettori. Di aver goduto quella che Nathaniel Hawthorne aveva definito 'una comunione col mondo'". 
Rimpianti, pochi: "Aver perso tanto tempo. Essere ancora terribilmente timido come ero a 20 anni. Non parlare altro che la mia lingua madre. Non aver viaggiato e conosciuto altre culture come avrei voluto". Ma il bilancio è quello di una vita ben vissuta e pronta a ad essere vissuta ancora per anni: "Spero di completare la mia vita", scrive il neurologo. E che alcuni dei suoi libri "continuino a parlare ancora" dopo la sua morte. Di qui la bellezza degli 80 anni: "Uno può ancora guardare lontano e avere un vivido, vissuto senso della storia impossibile quando si è più giovani. Posso immaginare, sentire nelle mie ossa, il significato di un secolo. Non avrei mai potuto farlo a 40 o 60 anni".

Per saperne di più:
http://www.innernet.it/la-natura-della-consapevolezza-intervista-a-oliver-sacks/

Vive a City Island nel Bronx,  il dr. Sacks è professore di neurologia clinica alla facoltà di Medicina Albert Einstein.
Famoso per le sue intuizioni straordinarie sul mondo interiore dei pazienti affetti da malattie neurologiche, esposte in modo chiaro e divulgativo nei suoi libri:

-L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, 
-Emicrania, 
-Risvegli, 
-Zio Tungsteno, 
-Un antropologo su Marte, 
-Vedere voci, 
-Su una gamba sola, 
-L’isola dei senza colore  
-l’isola delle Cicadine
-Allucinazioni. 

Indubbiamente, un Neurologo capace ed un

professionista serio. Viene da domandarsi

perché non abbia mai citato la 

'neuroarcheologia': forse anche lui la considera 

una solenne fesseria?