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giovedì 8 ottobre 2015

IL CASO "Scrittura nuragica"


pubblico, senza commenti, da Sardinia Blog:

IL CASO. Scrittura nuragica e logopedia: tutto “sospeso” a Sassari

tzricotu
“Sospeso a data da destinarsi”: queste le parole dell’Università di Sassari in merito al ciclo di seminari “Il cervello che scrive: una visione interdisciplinare”, organizzati dalla facoltà di Medicina il 16, 20 e 30 ottobre, in cui si mescolava la logopediacon la presunta scrittura nuragica. Un binomio un po’ azzardato con basi scientifiche praticamente nulle ma che nei giorni scorsi deve aver creato più di qualche mal di pancia ai docenti dell’ateneo turritano sino ad arrivare alla decisione odierna, verosimilmente tra imbarazzi più o meno celati che fanno capire, tra le righe, che corsi simili non ne verranno più fatti. Impossibile, infatti, riuscire ad avere qualche commento in più sulla vicenda, tenendo conto che la facoltà di Medicina non è nuova a iniziative simili – il primo è datato al 2013 – che vedono coinvolti Maria Rita Piras, presidente del corso di laurea in Logopedia, Susanna Nuvoli, ricercatrice di Medicina Nucleare e Gigi Sanna, ex professore di latino e greco al liceo classico “De Castro”, attualmente docente di storia della chiesa antica all’Istituto di Scienze Religiose di Oristano, ma soprattutto autore di un tomo di ben 600 pagine pubblicato dalla casa editrice S’Alvure e dal titolo “Sardoa Grammata”, in cui ha cercato di dimostrare l’esistenza di una scrittura nuragica. Tesi rigettata da tutto il mondo archeologico e scientifico nazionale perché si basa su metodi che niente hanno a che fare con la ricostruzione storica di una lingua e basati su documenti di dubbia veridicità e provenienza.
Alla base del sodalizio tra i tre ci sarebbero gli studi della Piras sull’Alzheimer e in particolare su come i gigi sannapazienti colpiti da questa malattia del cervello regrediscano mentalmente da un sistema grammaticale complesso ad uno più essenziale, in cui le lettere sono sostituite dai simboli. In sostanza il lavoro suggerirebbe la presenza nella mente umana di modelli universali linguistici, né più né meno come abbiamo nel nostro Dna geni riferibili ai nostri progenitori. Il tutto è finito in un libro “Archetipi e memorie del popolo sardo” edito da S’Alvure in cui il viaggio nella mente dei malati diventa anche un percorso lungo la storia umana e le scritture del passato. Sardo incluso.
Lo studio di Sanna sulla presunta lingua nuragica si basa però sulle cosiddette tavolette di Tziricotu, quattro lastre in bronzo e gesso rinvenute in un luogo imprecisato di Cabras, che avrebbero avuto la funzione di una sorta di “stele di Rosetta” della lingua nuragica, dal quale ha tratto addirittura un alfabeto, sillabe, verbi. Ma questi reperti non solo non sono nuragici, ma si dubita anche della loro autenticità. Unico pezzo antico potrebbe essere quello in bronzo che, sulla base dei raffronti fatti, è stato datato dagli archeologi all’età bizantina e non sarebbe affatto un’iscrizione, ma bensì una placca per cinture. Mentre i presunti segni scrittori non sarebbero altro che le decorazioni il cui andamento speculare non si adatta alla successione tra possibili lettere e fonemi pronunciati.
A demolire ulteriormente la validità degli studi di Gigi Sanna poi, secondo i glottologi e i filologi, è il metodo linguistico storico che prevede una serie di situazioni non solo per la decifrazione di una scrittura, ma anche della sua esistenza; ovvero deve esserci una documentazione numericamente considerevole che permetta di poter raffrontare la continuità dei segni, in maniera tale da poter capire il suo sistema. Che poi si arrivi a capirlo in tempi brevi o meno è un altro discorso, basti pensare alla Lineare A, una delle scritture cretesi che, nonostante le tante tavolette, non è stata ancora decifrata. Fino ad ora gli esempi portati a sostegno del lavoro di Sanna sono una sessantina, tutti estremamente dubbi e numericamente poco rilevanti, soprattutto quando, con queste labilissime tracce, si ha la pretesa di parlare di sistemi di palazzo, scuole di scribi e un sistema economico e sociale che è ripreso dalla Mesopotamia del III millennio a. C. Se a questo aggiungiamo che Sanna nella comparazione linguistica mescola termini di chiara origine semitica al sardo attuale – che è una parlata neolatina, ovvero derivata dalla trasformazione dell’antica lingua degli antichi romani, al pari dello spagnolo, del francese e dell’italiano – si capisce come le pagine di “Sardoa grammata” siano tutt’altro che convincenti per chi è del mestiere.
Nonostante la sospensione, mal digerita da Gigi Sanna che in post su Facebook accusa “la mafia accademica” di aver annullato gli incontri, rimangono comunque delle domande per ora inevase che hanno necessità di essere chiarite il prima possibile: se proprio si voleva parlare di scritture nel mondo antico, non era il caso di chiamare chi questo lavoro lo fa sul serio, ne ha i titoli e la credibilità? Alla facoltà di Medicina i seminari di Sanna erano tutti a titolo gratuito? Lo sono stati anche in passato?
Francesco Bellu
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venerdì 27 giugno 2014

AVVISO AI NAVIGANTI 2

Anche se la maggioranza degli archeologi si tiene prudentemente a debita distanza dai componenti 
dell' #armatabrancaleoneshardariana (e questi ultimi se ne dispiacciono molto, in quanto vorrebbero un "confronto diretto", qualunque cosa ciò voglia dire e forse proprio sottointendendo l'intenzione malvagia e premeditata di ricorrere a vie più spicce, di fatto), alcuni archeologi cionondimeno si divertono goliardicamente (ma quest'avverbio è mio: gli shardanisti ne preferiscono altri molto meno salottieri) a punzecchiarli saltuariamente, specialmente quando (troppo spesso, purtroppo) il livello delle farneticazioni supera il colmo, stravasando liquami anticulturali troppo oltre il bordo della decenza e rappresentando quindi ormai un certo pericolo per la salute della comunità (sarda e non, vero Giggi? tu mi capisci) e per l'ordine pubblico.

- Insomma, si tratta di una (re)azione dovuta, atta ad arginare esuberanze esagerate quanto indesiderate e a trattenere nelle aree golenali l'inondazione di turbolenze nocive. 
Come a dire: "Basta là, ora proprio non se ne può davvero più".

- Questo fa perdere le staffe (stavo per dire 'il lume della ragione', ma sarebbe suonato troppo sarcastico e punitivo per chi ne è già del tutto privo) ai componenti l'armata e soprattutto al suo capintesta, perché essi - tutti, nessuno escluso - si ritengono, inutile dirlo, scienziati di prim'ordine, ottimi studiosi e soprattutto soggetti adamantini ed incorruttibili, di provata onestà intellettuale e d'esempio per tutto il resto del mondo culturale, sardo e non (vero, Giggi? tu mi capisci...).

- Perché - nella profondità non misurabile della propria autostima - essi ritengono di avere completamente ragione in tutte le loro farneticazioni e pertanto reagiscono trasecolati, scandalizzati giustamente di fronte all'arroganza ingiustificata e all'ostilità aggressiva e volgare che loro - tanto compiti e composti - non sospettavano neppure, nei loro insospettabili avversari.

- E così mettono subito in atto la loro campagna abituale, volta a sottominare la credibilità umana e professionale delle persone che li hanno criticati, oppure ridicolizzati, o avversati in altro modo...
- Come? Cancellano i loro interventi, ne parlano male riferendosi alle loro note trascorse nefandezze (senza citarle, perché ovviamente non esistono) compiute come 'tutti sanno' in campo intra ed extra accademico, oltre che umano interpersonale e via così...

- Bene: è giunto il momento di dirlo tutti insieme che davvero - ora - non se ne può più.

- Sono sicuramente molto più numerosi gli onesti studiosi d'archeologia, accademici e no (vero Giggi? tu mi capisci), insieme con quelli di storia, cui si aggiungono i semplici onesti appassionati dei trascorsi della Sardegna, che non condividono neppure un minimo dettaglio dello scenario deformato e falso costruito da Gigi Sanna e creduto vero dal suo gruppo.

- Non c'è motivo di procedere ad alcun "confronto diretto": a meno che non si voglia creare un incidente di tipo calcistico, quale è stato quello che si è recentemente concluso a Roma, con il decesso di un tifoso napoletano.
Ma in questo caso non ci sono due tifoserie sovreccitate che si affrontano con cieca stupidità.
C'è la Scienza da una parte e il Falso dall'altra.
Nessuna possibilità di discussione, ma anche nessun motivo di scambiarsi espressioni poco gentili, offese, o peggio.
E sarebbe finalmente ora che ciascuno dei guerrieri dell'Armata si facesse un bell'esame di coscienza e si rendesse conto che egli non è ridicolizzato dai propri avversari, bensì si ridicolizza e si squalifica da sè, per primo e definitivamente.

E quando "Kilroy was here" (che è un archeologa!) vi lascia insieme ad Anna Ardu (altra archeologa!) un messaggio sacrosanto e pienamente da voi meritato di scherno per la vostra ennesima buffonata, ammettete l'errore, PerDiana!
Invece di inviperirvi confusi ed insolentire tutti, non escluso Mauro Peppino Zedda, che vi aveva solamente avvertito del vostro ignobile, inaccettabile e crasso errore da correggere subito!
Ma voi non ammettete i vostri errori! Voi non commettete errori!
E invece continuate a scrivere che "neppure lui ha capito", come se gli unici capaci di comprendere foste voi, i vostri succubi, i vostri incubi, le groupies e tutta la fanfara che segue melodiando...


Anna Ardu sul pozzo di Mistras, fotografata da Kilroy, nel momento in cui lasciano il comune messaggio burlone per l'Armatabrancaleoneshardariana.

Sul messaggio si poteva leggere: " Sisaia was here (con il famoso simbolo di Kilroy, lasciato dalle forze alleate nella loro avanzata in europa nella II Guerra). Welcome to Ziu Antoniccu's well!
Codesta struttura è stata datata dal proprietario del fondo al XXI secolo dopo Cristo".

Naturalmente, una persona normale avrebbe colto l'occasione per far tesoro della lezione impartitale e tornarsene a casa con la coda tra le gambe, per ritemprare le forze, riordinare le (poche) idee e riprendere in seguito, ancora più motivato, le proprie ricerche (possibilmente, in una direzione giusta!). 
Invece, voi (dando ragione a chi non vi ritiene normali!) avete fatto tutt'altro...
Voi vi siete lanciati con grande fanfara sull'errore (probabilmente dettato dal troppo entusiasmo goliardico e dalla fretta del momento) di quel XXI al posto di XX!
Vi faccio quindi serenamente notare che se di errore si tratta, si tratta di un errore di un secolo (su una nota scherzosa), mentre il vostro errore è di ben 25 secoli, senza contare gli altri errori concettuali e la prosopopea fantarcheologica che lo presenta come documento di scienza e risultato di lunghe ricerche.
Ricomponetevi, quindi!
Non vi siete accorti, nella vostra foga scomposta, che noi tutti vi si vede il culo.



martedì 1 ottobre 2013

LINGUA E CULTURA


Per via della completa identità di vedute con l'autore, ri- posto quest'articolo. Egli è sardo, eppure resiste alle facili strumentalizzazioni emotive di cui molti suoi conterranei sono vittime: e ne spiega i motivi, pacatamente e sottovoce, ma convincentemente.

Lingua e cultura, l’identità tradita dai nuovi falsari


Dalla scrittura nuragica al mito di Atlantide. L’archeologia diventa un campo a rischio





    di Marcello Madau
    Sta riprendendo vigore la moda dei falsi culturali. D'altronde, oggi appartiene a un più vasto fenomeno del mercato. Sembra che tocchi anche a una presunta scrittura nuragica.
    Il corto circuito fra scolarizzazione di massa, crescita della coscienza territoriale e nuovi mercati del “tipico” dà esiti assai contradditori. Aumenta la consapevolezza, il lavoro cognitivo. Ma si moltiplicano le costruzioni emotive basate su dati approssimativi, spesso inventati, non verificabili. Nascono fiori non proprio naturali, pur con esiti d'arte anche apprezzabili. D'altronde, come dimenticare il legame fra un grande fenomeno artistico come la “Sturm und Drang” e i falsi “Canti di Ossian”?
    Agli stati nazionali moderni, e a quelli che vorrebbero diventarlo, sembra servire il collante dell'immaginario emozionale. Una notte delle origini popolata da eroi in armi, divinità misteriose, ritualità emotive e sanguinarie, catastrofismi, tsunami. Oggi la sarabanda, spesso ridicola, di falsi e mezzi falsi offre le sue grazie all'industria culturale del tempo libero e dell'identità, del mercato. Si moltiplicano maschere tradizionali inventate da poesie inventate. Nel campo dell'archeologia persone e piccole comunità si autocertificano come portatrici di verità colpevolmente ignorate dalla ricerca scientifica. Per le figure di archeologo e demoantropologo sembra non contare la definizione professionale. Si può dire ad un ingegnere che il suo ponte fa schifo, ma senza essere ingegneri vi mettereste a costruirne uno?
    E' allora opportuna la lettura del saggio di Raimondo Zucca dal titolo Storiografia del problema della “scrittura nuragica” uscito nel nuovo numero del Bollettino di studi sardi (numero 5_2012), edito da Cuec-Csfs (Centro di studi filologici sardi). L'archeologo oristanese documenta le posizioni storiche sul tema, le varie letture nei secoli, compresi i limiti e le aggiunte moderne di un sistema scrittorio assai discutibile come quello che si raccoglie attorno alle proposte di Gigi Sanna.
    L'assenza di contesti stratigrafici, la sparizione degli originali, l'uso di aspetti parzialmente credibili, le integrazioni moderne formano un groviglio che la competenza (e la pazienza) di Raimondo Zucca ordinano in un'analisi densa e convincente. Iscrizioni reali e segni aggiunti, incisioni “post-patina”, possibili giochi di operai di scavo, interpretazioni fantasiose basate su un corpus inesistente, che cerca disperatamente di formarsi su segni e manufatti spesso di origine precaria senza raggiungere la massa critica necessaria per impostare e proporre analisi e letture.
    I materiali disponibili sono riesaminati, collocati cronologicamente. Ma il lavoro – puntuale nell'attribuire a tempi e contesti post-nuragici alcune iscrizioni, e a valutare come “moderne” altre – affascina per le vastissime letture mediterranee. E per quell'indice verso Cipro, luogo di relazioni incrociate dal quale dovettero dipendere tante vicende sarde. Sino agli ultimi eccezionali ritrovamenti nuragici nell’isola del Rame, all'ipotesi di lettura dell'eccezionale iscrizione sullo spillone nuragico proveniente da Antas.
    Il pregio del saggio non sta solo nella grande dottrina impiegata e mostrata, ma nella civile dialettica verso un mondo che ricorre comunemente ai toni delle crociate (e a volte dell'insulto) contro la “torre d'avorio” dei “poteri accademici” (peraltro anche in una torre piena di difetti la somma degli stessi non dimostra la veridicità di una scrittura inesistente).
    Io sono molto convinto che le forze che con più vigore si richiamano all'identità sarda e ai suoi valori storici saranno disposte (molti lo hanno fatto per Atlantide) ad abbandonare lusinghe emotive. La strumentalizzazione oggettiva del senso di inferiorità che la dipendenza e il colonialismo hanno costruito in molti sardi. La Sardegna, con le sue culture, è magnifica senza alcun bisogno di invenzioni ideologiche. Anzi, la speranza di un nuovo modello sociale basato sulla cultura e sul paesaggio ha più che mai bisogno, per essere davvero solido e civilmente etico – e non infangare l'identità – di inflessibile rigore scientifico.
    © RIPRODUZIONE RISERVATA
    12 Aprile 2013

    domenica 22 settembre 2013

    Carammare



    Un giorno ventoso,
     carammare*.

    Siparietto (Frassica direbbe 'Nanetto', storpiando la parola "aneddoto", senza riferimenti all'altezza fisica o alla bassezza morale di alcuno) di vita sarda di totale fantasia, riferito da un gentleman inglese - su una rivista peer review -  durante una pennichella postprandiale a base di inusitati (per lui) cibi indigesti, favorenti arteriosclerosi ed aterosclerosi (casu martzu et similia), con la convinzione che il vino sardo d'alta gradazione (o l'abbardente) possa funzionare da solvente per la placca ateromasica e da vasodilatatore per ridurre l'ipertensione. Ogni riferimento a persone realmente ancora per un po' in vita è da ritenersi del tutto casuale.

    Personaggi ed interpreti, in ordine d'apparizione ed in colori naturali: 

    ISSO: l'Ipse Dixit aristotelico, per Antonomasia (ma anche per Alessandra ed Anastasia).
    Incauta ed ingenua partecipante: un'ingenua e gentile persona di buon senso, che vorrebbe credere, ma proprio non ci riesce.
    Pensiero Inespresso: uno che sa bene come sono andate le cose, ma non parla: è il vero responsabile di quanto accade. In realtà, solamente un sospensorio stracciato per l'idrocele dell'Ipse Dixit.
    Confusione Generale: è l'iniziale confusione semplice, che con il tempo, e per assenza di interventi da parte di chi di dovere, è riuscita a scalare tutti i gradi gerarchici, fino a quello di Generale.
    Si ringraziano sentitamente per il 'cammeo': Gigi Sanna degli Istentales, esempio di vero sardo, e Roberto Vecchioni, esempio di vero professore. Due persone che - loro sì - si occupano di problemi veri.

    istentales-ft-roberto-vecchioni_isola-ribelle.mp3

    ISSO: “… Allora, segguittemi legiaddri in questo ambiente sconesso diettro alla spiaggia, dovve vi mostrerò antiche tracce di scritura nuraggica. E che nessuno si provvi neanche a pensare di fare il bagno, che lo fulmino. Ecco: questo qui, che vedete che sembra una esse, invece è un serpentello, cioè una ‘N’, che si pronuncia ‘nur’: è la scrita più semplice che c’è nel Nuragico (pensate il resto! ndt) Bisogna sapere molte altre cosse, per andare oltre le aparenze. Mi capite o non? Anche molti studiosi academici incorrono in errore e non comprendono queste cosse che io invece capisco benissimo e per questo ve le sto spiegando. Questa sembra una ‘P’, ma in realtà è un resh… Perché si gratta lei? Ho detto resh, non rash, stia buono… Si tratta di segni che risalgono a 3300 anni fa, dovvete cappire che i significati sono in qualche modo slitati in sensi diferenti: non c’entra con il Romano” (per ‘romano’ s'intende il Latino ndt).
    INCAUTA ED INGENUA PARTECIPANTE: “Ma scusi se la interrompo: un conto è trovarlo almeno su un nuraghe, ma così: all’aperto, in mezzo a nulla? Come si fa a …”.
    ISSO: “Eh, aspetti un momento: è vero che una provva non è mai abbastanza, ma vi farò veddere molte altre provve, molti altri doccumenti molto interesanti, e se mi seguirette state certi che alla fine capirette tutto: questi sono segni Cananaici”.
    PENSIERO INESPRESSO PER CODARDIA DI UN ALTRO PARTECIPANTE: (Eppure, mio cugino materno Peppineddu Sirigu ha passato qui tutte le estati, con la fidanzata Rita Antonia Valentina Murreddu. Vuoi vedere che…?).
    ISSO, IMPERTERRITO: “Un falsario avrebbe potuto fare questi segni, indubbiamente, in qualsiasi momento (la settimana scorsa no, per un impegno, ndt). Ma siccome le lettere sono inserite in quadratini, non possono essere false.” 
    PENSIERO INESPRESSO CIRCA IL MESSAGGIO SUBLIMINALE: (Quindi, cari amici, se volete essere creduti, inserite le vostre lettere nei quadratini, proprio come si fa nelle parole crociate. Mi avete capito o non?).
    ISSO: “E poi, provate pure a prendere una pietra qualunque e a scolpirci sopra e vedrete che non ci riuscirete a fare questi segni proprio così”.
    CONFUSIONE GENERALE: (Reclutamento per? Istigazione a?).
    P.I.: (Ma poi: perché ‘falsario’? Peppineddu voleva bene davvero a Antonia: si sono anche sposati! Hanno tre figli! Sono come due puzones...)
    ISSO: “Comme vedette, prima, a destra, c’è una ‘A’, che non è una A, bensì è l’ideograma del toro rovesciatto.
    P.I.:(Ma se Peppineddu è sempre stato fedele ad Antonia! Che cosa insinua custu scimpru? Quasi quasi lo mando a...)
    ISSO: Questa scritta, quindi, se la leggiamo da destra a sinistra, come si faceva con il Semittico significa: “la luce del toro che muore”.
    (Si leva un "oh" di tristezza delusa dall’auditorio agropastorale, al pensiero del povero animale morente).
    Perché qui c’era la ‘Porta del sole’: i tedeschi vennivano in vacanza qui proprio il 21 di giugno e si prendevano le scotature, per prolungatta fotoesposizione. La luce è quella del barbecue  con cui arostivano le bistecche del toro. È tutto chiaro o non?”.
    INCAUTA PARTECIPANTE: “Scusi, ma il professore, dov’è?
    ISSO: “Come dov’è? Sono io”.
    I.P.: “Ma, dai: tu sei Giggi Sanna, quello degli Istentales, no? Io stavo cercando il prof. Vecchioni che hai invitato a cantare qui! Tra l’altro, devo dirti che con barba e berritta stavi molto meglio: almeno si vedeva meno la faccia. Vuoi un Kaf, che fa dimagrire un po'?”.

    * Per i non sardi: 
    Cara = viso
    Carammare, Cara a mare = con il volto rivolto al mare, guardando il mare. E' chiaro o non?
    Puzone = uccello, non anche nel senso di genitali maschili (per quello c'è pilloni). I Puzones sono una rappresentazione tradizionale tipica sarda, di due uccelli affrontati, spesso con lo stesso ramoscello nel becco.