Visualizzazione post con etichetta tarquinia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tarquinia. Mostra tutti i post

giovedì 18 settembre 2014

Annibale Cartaginese


   

    Annibale Cartaginese 
      in una iscrizione etrusca

di Massimo Pittau


Nel vasto quadro della cultura etruscologica odierna è comunemente nota la notizia che in una iscrizione etrusca compare in maniera abbastanza chiara un riferimento ad Annibale, il grande condottiero dell'esercito cartaginese. Come molti sanno, costui, durante la seconda guerra punica (216-202 a. C.), sottopose Roma a una prova durissima, che sarebbe potuta concludersi in maniera esiziale per questa città, se alla fine non fosse intervenuta la grande vittoria di Scipione l'Africano a Zama.
L'iscrizione si trova in una tomba a camera nella necropoli di Monterozzi di Tarquinia, dipinta su una parete, ed essa recita testualmente:

FELSNAS : LA : LEΘES
SVALCE : AVIL : CVI
MURCE : CAPUE
TLEXE : HANIPALUSCLE

Nella iscrizione gli etruscologi hanno individuato facilmente i significati di quasi tutti i singoli vocaboli, nonché i loro valori morfologici. In particolare hanno individuato il nome del condottiero cartaginese nel vocabolo HANIPALUSCLE e precisamente col significato «di quello (esercito) di Annibale» (HANIPALUS-CLE). Il riferimento al grande condottiero cartaginese è confermato dalla presenza nell'iscrizione del nome della città campana di Capua, la quale fu da lui conquistata nel 212/211 e la quale ha giocato un ruolo notevole nello svolgimento successivo della guerra.
Solamente di due vocaboli gli etruscologi non sono finora riusciti a dare una esatta o almeno verosimile traduzione, MURCE e TLEXE. Questi sono comunemente interpretati dagli etruscologi come due verbi al preterito, il primo all'attivo, il secondo al passivo, ma i significati prospettati per essi risultano fino ad ora assai dubbi. Trattandosi di due verbi, per di più entrambi di modo finito, si comprende facilmente come e perché in realtà il fallimento dei vari tentativi di dare loro un significato esatto o almeno verosimile pregiudichi alla base il significato effettivo dell'intera iscrizione. Se oggi, con questo mio breve scritto, io intervengo di nuovo su questa iscrizione, dipende dal fatto che ritengo di aver finalmente trovato il significato verosimile dei due citati verbi.
E precisamente: io interpreto il verbo MURCE come connesso coi lat. mora «indugio, ritardo», morari «attardarsi, indugiare, trattenersi, dimorare, soggiornare» [finora di origine incerta (DELL, DELI, DEI s. v. mora²) e pertanto probabilmente di origine etrusca] e traduco MURCE CAPUE come «dimorò, soggiornò a Capua» (toponimo in ablativo di luogo). È noto che Capua, in origine probabilmente osca, era diventata una città etrusca fin dal secolo V a. C. e - come già detto - fu conquistata da Annibale nel 212-211 a. C.
Interpreto invece il verbo TLEXE come «fu tolto, fu levato» in quanto connesso con la radice del verbo etrusco tul (Liber II 3, 15; III 22; IV 12, 13, 16; V 5, 9, 12; IX 4, 16, 18, 20; X 2; XI 19) probabilmente «togli!, leva!, solleva!» (imperativo forte sing.) (LEGL 121) da confrontare col lat. tolle (Trombetti, Olzscha). cisum pute tul «e tre volte solleva il calice»; ei(m) tul var «e non togliere affatto». (AV 0.28 – rec, su vaso) tul «solleva (alla salute)!». tule probabilmente «solleva!», «prendi!», imperativo debole sing., da confrontare ancora col lat. tolle e probabilmente da pronunciare tulle. (Ve 3.32 – 6: su ansa di vaso) mini tule «sollevami!» (= alla salute!) oppure «prendimi!, accettami (in dono)!».

Pertanto la mia traduzione dell'intera iscrizione è questa:

«La(ris) Felsinio (figlio) di Letio
visse anni 106
soggiornò a Capua
(e ne) fu cacciato dall’esercito di Annibale»


D'altra parte c'è da considerare che «fu tolto o levato dall'esercito di Annibale» potrebbe essere interpretato anche come «fu arruolato dall'esercito di Annibale», dandosi pertanto un argomento a favore di coloro che hanno interpretato che Felsinio fosse finito come soldato mercenario nell'esercito di Annibale, come di fatto era accaduto a numerosi individui di nazionalità etrusca. Io però escludo del tutto questa interpretazione, in primo luogo perché questa implicherebbe una certa forzatura del significato del verbo TLEXE «fu tolto, fu levato», in secondo luogo perché 70 o 60 anni dopo gli eventi storici su accennati, è estremamente improbabile che i familiari del defunto Felsinio facessero comparire nel suo epitaffio la notizia infamante della sua militanza nell'esercito di Annibale, cioè di colui che aveva seminato morte, distruzione e terrore in tutta Italia e quindi risultava essere ancora molto odiato dai suoi abitanti.
A maggior ragione, a mio avviso, va respinto il tentativo, che è stato pure effettuato, di vedere nella iscrizione un riferimento a qualche episodio bellico avvenuto nelle vicinanze di Capua. Nulla di tutto questo traspare o semplicemente trapela dalla nostra iscrizione.
C'è da precisare che il gentilizio FELSNAS (in genitivo patronimico fossilizzato) è del tutto isolato a Tarquinia, mentre è frequente nell'Etruria settentrionale. E infatti la lontana origine del nostro personaggio quasi certamente era Felsina o Bologna, dato che abbastanza chiaramente si vede che il gentilizio in origine era un cognomen avente il significato di «nativo di Felsina». In ogni modo il nostro personaggio dunque, una volta cacciato da Capua dall'esercito di Annibale, aveva finito per trasferirsi a Tarquinia, dove aveva terminato i suoi giorni.
In questo personaggio stupisce molto anche la sua lunga vita, 106 anni, e qualche interprete recente ha parlato in proposito di “longevità millantata”. Io però non condivido questa considerazione: anche nel presente dappertutto si trovano, come eccezione, individui centenari e supercentenari e niente impediva che questa eccezione valesse anche nell'antica Italia.
Bibliografia essenziale con sigle

AEI       Devoto G., Avviamento alla etimologia italiana, Firenze 1968².
CIE       Corpus Inscriptionum Etruscarum.
DEI       Battisti C. - Alessio G., Dizionario Etimologico Italiano, I-V,   Firenze 1950-1957.
DELG   Chantraine P., Dictionnaire Étymologique de la Langue Grecque - Histoire des mots, I-II, Paris 1968-1980.
DELI     Cortelazzo M. - Zolli P., Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, I-V, Bologna 1979-1988; DELI²    II ediz. a cura di M. Cortelazzo e M. A. Cortelazzo, col soprattitolo Il nuovo etimologico, 1999.
DELL    Ernout A.  Meillet A., Dictionnaire Étymologique de la Langue Latine, IV édit., IV tirage, Paris 1985.
DETR    Pittau M., Dizionario della Lingua Etrusca, ediz. digitale Ipazia Books, 2014.
DICLE  Pittau M., Dizionario Comparativo Latino-Etrusco, Sassari 2009, Libreria Koinè.
ESL       Breyer G., Etruskisches Sprachgut im Lateinischen unter Ausschluss des Spezifisch Onomastischen Bereiches, Leuven 1993.
ET         Rix H., Etruskische Texte, Editio Minor, I Einleitung, Konkordanz, Indices; II Texte, Tübingen 1991 (le iscrizioni sono citate con le sigle di quest'opera).
Etim      Nocentini A., l’Etimologico, Firenze 2010, Le Monnier.
GDLI    Battaglia S., Grande Dizionario della Lingua Italiana, I-XXI, Torino 1961-2002.
GEW     Frisk H., Griechisches Etymologisches Wörterbuch, I-III, II ed., Heidelberg 1973.
GTLE    Pittau M., I grandi testi della Lingua Etrusca tradotti e commentati, Sassari 2010, C. Delfino editore.
LEGL    Pittau M., La Lingua Etrusca - grammatica e lessico, Nùoro 1997 (Libreria Koinè Sassari).
LELN    Pittau M., Lessico Etrusco-Latino comparato col Nuragico, Sassari 1984.
LEN      Schulze W., Zur Geschichte Lateinischer Eigennamen (1904) - Mit einer Berichtigungsliste zur Neuausgabe von Olli Salomies, Zürich-Hildesheim 1991.
LIOE    Pittau M., Lessico italiano di origine etrusca – 407 appellativi 207 toponimi, Roma 2012, Società Editrice Romana (Libreria Koinè Sassari).
LLE     Pittau M., Lessico della Lingua Etrusca – appellativi antroponimi toponimi, Roma, Società Editrice Romana, 2012.
REE     Rivista di Epigrafia Etrusca, pubblicata nella rivista «Studi Etruschi».
REW     Meyer-Lübke W., Romanisches Etymologisches Wörterbuch, III Auflage, Heidelberg 1935.
RNG      Solin H. & Salomies O., Repertorium nominum gentilium et cognominum Latinorum, Hildesheim-Zürig-New York 1988.
ThLE    Thesaurus Linguae Etruscae, I Indice lessicale, Roma 1978; I Supplemento, 1984; Ordinamento inverso dei lemmi, 1985; II Supplemento, 1991; III Supplemento, 1998.
ThLE²   II edizione, Pisa-Roma 2009.
TLE     Pallottino M., Testimonia Linguae Etruscae, II ediz., Firenze 1968.
TIOE    Pittau M., Toponimi Italiani di origine etrusca, Sassari 2006, (Libreria Koinè).

domenica 13 luglio 2014

Epigrafia etrusca


ISCRIZIONE ETRUSCA
DELLA “TOMBA DEGLI SCUDI”
di Massimo Pittau 








In una parete della splendida e famosa “Tomba degli Scudi” di Tarquinia (del sec. IV/III a. C.) si trovano i resti di una delle più lunghe iscrizioni funerarie etrusche (CIE 5385; TLE 90; ET, Ta 5.4 – 4:3). Purtroppo il testo dell'iscrizione risulta ormai molto guasto e per la sua ricostruzione hanno penato parecchio gli etruscologi F. Slotty, M. Pallottino, H. Rix, ecc. Sia per i numerosi guasti del testo sia per l'incertezza della lettura, è avvenuto che finora siano stati effettuati solamente pochi e molto parziali tentativi di traduzione di qualche breve brano dell'iscrizione. In virtù del fatto che di recente ho portato a termine la totale revisione dell'intero patrimonio lessicale della lingua etrusca che ci è stato conservato (vedi M. Pittau, Dizionario della Lingua Etrusca, I edizione Sassari 2005, II edizione digitale 2014 Ipazia Books, Amazon) ed inoltre ho effettuato la traduzione e il commento di molti testi della lingua etrusca (vedi M. Pittau, I grandi testi della Lingua Etrusca – tradotti e commentati, Sassari 2011, Delfino editore; 600 iscrizioni etrusche tradotte e commentate (Ipazia Books 2013), mi sento oggi in grado di effettuare un nuovo tentativo di ricostruzione (sempre parziale) del testo dell'iscrizione e di proporre la traduzione probabile dei suoi brani più ampi.



[LARTH VELXA]S
Lart Vulca
[VELTHUR]US CLA[N RAVNTHUS]C
figlio di Veltur e [di Raventia]
AP[RTHNAL -?-]TH-- NUALUC FES[-?-] MULA
Aburtennia [--------------] dono
--I CEXA PAPACŚ -ARTHCVE- LISVA[--5--] R [APRTHN]AL ---R THUTA E[-?-]
a favore del nipote [---------] R(aventia Aburtennia) -?- protettrice
[-----]U CEXASIETHUR ERCE FAŚ MANT CIZ ZILAΧNCE SNIELTHA S-U-E THE—XIC –
collegio dei giudici se ne andò degnamente al Mane. Tre volte fu console (o pretore)
CIZM CEXANERI TENTH[A]S –RIALAM ARUSIAS CARI[AL] CE[SE]THCE ARNAS APA
e tre volte essendo (pretore) per pronunziare sentenze -?- -?- e [marito?] della cara *Arusia -?- ha trovato pace nell'urna. Il padre
A LATIE ERCE FIŚE TETASNASI HAMPHETE CLESNES THURS Ux THU[I] CES[U]
A(ulo) Latio se ne andò per sempre al dolente sito della fortezza infernale -?- qui (è stato) deposto
ZILCI [VEL]USI H(UL)X(N)IESI
sotto il pretore Vel Fulginio


Procedo adesso, brevemente, alla delucidazione e alla giustificazione del significato che io propongo per alcuni appellativi dell'iscrizione, particolarmente di quelli per i quali fino al presente non è stata proposta alcuna traduzione.


ALATIE probabilmente è da leggere A LATIE «A(ulo) Latio». La tomba apparteneva alla potente famiglia dei VELXA(S) (gentilizio da confrontare con quelli lat. Velcius, Volcius, Vulcius; RNG), mentre la famiglia LATIE, imparentata, vi sarà stata ospitata.
APA «padre, babbo».
ARNAS (che si potrebbe leggere anche ARCAS) forse «della cavità, dell'arca od urna (sepolcrale)» (in genitivo). Cfr. ital. arnia, idronimo Arno (lioe 19, 81).
CARI[AL] probabilmente «del/la caro-a», da confrontare col lat. carus-a-um.
CE[SE]THCE probabilmente «riposò, ha riposato, trovato pace» (preterito debole) = lat. quievit; significato che si desume da quello di cesu «deposto».
CES[U] «posto, deposto-a», participio passivo.
CEXA significato quasi certo «legge, norma, diritto, causa, atto giuridico, sentenza»; anche preposizione posposta «a favore di, in onore di, in vista di...». (Co 3.6; OA 3.9) CLEN CEXA «a favore del figlio».
CEXANERI probabilmente CEXANE-RI «da sentenziare o giudicare» (cioè di giurisdizione), in gerundivo.
CEXASIETHUR (CEXASIE-THUR) «sodalizio, collegio, ordine dei giudici o dei giuristi».
CIZ, CIZM «(e) tre volte, per la terza volta».
CLESNES «infero, infernale» (in genitivo), da confrontare con CALUSNA «caliginoso, tenebroso, notturno, sotterraneo, ctonio, infero, infernale», aggettivo derivato da CALUS, dio dei morti.
ERCE probabilmente variante di ARCE «se ne andò, morì» (vocaboli documentati soltanto a Tarquinia e nel suo territorio).
FAŚ forse «legge, norma divina, liceità», «lecitamente, degnamente» (?), da confrontare col lat. fas (sinora di origine incerta; DELL).
FIŚE probabilmente «per sempre», da confrontare col lat. fixe «fermamente, immutabilmente».
HAMPHETE (HAMPHE-TE) «nel campo, nello spiazzo, nel sito» (in locativo).
HXIESI = H(UL)X(N)IESI abbreviazione di HULXNIESI «sotto (il pretore Vel) Fulginio».
MANT probabilmente MAN-T «al/nel/presso il Mane (del capostipite)».
MULA probabilmente «dono, donazione».
PAPACŚ «nipote (di nonno-a)», da PAPA «nonno».
TENTH[A]S «tenendo, consistendo, esercitando, svolgendo, essendo» (gerundio presente).
TETASNASI probabilmente TETASNA-SI «al doloroso, al dolente» in dativo-ablativo, da confrontare col lat. taedium «tedio, fastidio, dolore, compianto funebre» (di origine non chiara; DELL).
THU[I], THUI «qua, qui», da confrontare col greco týi «qua, qui».
THURS probabilmente thur-s «della torre o fortezza» (fortezza perché non se n'esce più). Vedi týrseis.
THUTA (Ta 5.4) (Pirgi I) probabilmente «tutore, protettore-trice, patrono-a». (Liber X 7; Cr 4.4; Pe 8.4) «tutela, garanzia, protezione, patrocinio», da confrontare coi lat. tutela, tutor, tueri, di origine incerta (DELL, DELI) e che pertanto potrebbero derivare proprio dall’etrusco (DICLE).
ZILAΧNCE «fu, è stato console (o pretore)» (preterito debole).
ZILCI (ZILC-I) «sotto il pretore», in dativo-ablativo di valore temporale di ZILC.