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martedì 10 settembre 2013

Meglio essere repellente, oppure invisibile?



Pasuco, amico mio: so che tu sei un attrattore di zanzare.
Ti ho anche visto con un inutile apparecchietto ad ultrasuoni appeso al collo...
Lascia che ti dia qualche consiglio, allora: pare sia stata


Creata una molecola per diventare ‘invisibili’ alle zanzare: intorpidisce l'olfatto degli insetti

Intorpidire l'olfatto delle zanzare tanto da renderci “invisibili”: è allo studio una nuova tipologia di sostanze repellenti in grado di neutralizzare il loro potente olfatto. I progressi fatti da un gruppo di ricercatori del dipartimento statunitense di ricerca in ambito agricolo sono stati presentati in occasione del convegno della Società Americana di Chimica.

La zanzara è stata qui sulla terra per 170 milioni di anni: è difficile pensare di poterla eliminare facilmente. Era – inizialmente – un animale fitofago (come è rimasto il maschio della zanzara): pungeva solo le piante e ne succhiava la linfa. Poi accadde che si verificasse una mutazione genetica, che portò alla formazione di un ceppo ematofago (di femmine): succhiava il sangue dagli animali. Quest’ultima risultò essere una mutazione vantaggiosa (il sangue è molto più nutriente della linfa vegetale: permette alla femmina di zanzara – l’unica che punge – di formare molte più uova) per cui si affermò a scapito della precedente popolazione che non infastidiva l’uomo.

Le zanzare sono responsabili di un milione di morti ogni anno - Al di là dei fastidiosi pruriti dei pizzichi, le zanzare rappresentano un vero problema in campo sanitario in quanto sono vettori di numerose e pericolose malattie per uomini e animali domestici. Tra malaria, encefaliti e altre malattie si stima che le zanzare siano responsabili di oltre un milione di morti l'anno in tutto il mondo, in particolare nelle regioni tropicali.

Bisogna essere furbi.

Che cosa le attira? Si è studiato che cosa attiri l’insetto verso alcuni, più che verso altri. L’odore del soggetto è molto importante: si è visto che quasi tutte le spezie della dieta le tengono lontane, mentre alcune disfunzioni biochimiche le attirano (ipercolesterolemia, elevati livelli di steroidi, eleveti livelli di acido urico). Le zanzare possiedono un olfatto piuttosto efficiente: annusano la loro cena da circa 50 metri.  Meglio per loro se si tratta di un soggetto che suda molto ed emette molto  biossido di carbonio o acido lattico: per questo motivo sono migliori bersagli gli adulti (più grandi dei bambini), le donne in gravidanza (più emissione di biossido di carbonio), chi fa ginnastica più di chi sta fermo. Il movimento le attira: vedono da circa 10 metri le modifiche della lunghezza d’onda della luce causata dal movimento.  La luce di un certo tipo (del televisore, ad esempio) sembra le attiri, anche se preferiscono zone in penombra o buie. Il calore corporeo è loro piuttosto gradito: possiedono sensori appositi, che li guida dritti verso gli animali a sangue caldo. L’umidità attira le zanzare (come anche molti altri insetti volanti e no): basta anche il vapor acqueo della respirazione. Preferiscono i colori scuri (che le rendono meno visibili), quindi i vestiti chiari sono una scelta migliore. Il suono non sembra avere particolari effetti sulle zanzare (né attrattivo, né repellente, con buona pace di quei marchingegni che alcune case vendono come  antizanzare ad ultrasuoni).
Nella realtà, ogni singolo attrattore ha uno scarso effetto: l’attrazione diventa più efficiente con la combinazione di più d’uno dei fattori sopra citati.

I normali repellenti chimici non sono abbastanza efficaci (hanno una troppo breve durata: 3-5 minuti) - Nella costante ricerca di molecole in grado di tenere lontani questi insetti, si sono affermati dal 1957 repellenti chimici a base di Deet (Dietiltoluamide), la cui efficacia dura fino a cinque ore (ne esistono formulazioni con percentuali differenti ear adulti, 30%, e per bambini, 10%).
Il Picaridin è in uso dal 1998: possiede la medesima efficacia, ma dà un’impressione di maggiore pulizia sulla pelle ed è completamente inodore.
L’Olio di Eucalipto è attivo quanto il Deet a bassa concentrazione, ed è sicuramente meno ‘chimico’.
La Tiamina (vitamina B1) è naturalissima e sembra produrre un odore che la femmina di zanzara non gradisce (risultato di un vecchio studio del 1980, non confermato ulteriormente in seguito).
Alcuni oli essenziali le tengono a bada (rosmarino, citronella, menta piperita, geranio, limone, basilico, pino, legno di cedro): questa soluzione è la più gradita a chi detesta la chimica ed ama le soluzioni 'naturali' (ma non è poco costosa!).

"Ora stiamo esplorando - ha spiegato Ulrich Bernier, responsabile dello studio - un approccio differente, con sostanze che alterano l'olfatto delle zanzare. Se non riescono a sentire che la 'cena' è pronta, non avremo nessun ronzio e nessun pizzico".


La molecola è già presente in molti medicinali e cosmetici - Testando una vasta gamma di sostanze, i ricercatori hanno scoperto che alcune molecole (in particolare la 1-methylpiperazine) sono in grado di stordire l'olfatto delle zanzare, tanto da risultare completamente innocue. La sostanza, conclude la ricerca, è già presente in un certo numero di medicinali e cosmetici e ciò la rende potenzialmente facilmente idonea ad un largo uso futuro.

sabato 18 maggio 2013

Pungente e di stagione





LOTTA ALLA ZANZARA TIGRE

La zanzara tigre (il cui nome scientifico è Aedes albopictus) viene chiamata così per la sua particolare aggressività. È facilmente distinguibile dalle altre zanzare per alcune peculiari caratteristiche sia di aspetto che di abitudini:
  • Colorazione nera con puntini e striature bianche
  • Volano soprattutto di giorno e meno di notte
  • Pungono prevalentemente caviglie e polpacci, e causano prurito, bruciore e pomfi più o meno duraturi (negli uffici e nelle case si nascondono sotto alle scrivanie, ai tavoli, meglio se all'ombra o contro superfici scure)
  • Alcune persone possono sviluppare reazioni allergiche con gonfiori e prurito più intenso rispetto alle punture delle zanzare nostrane

Lo scorso 
5 ottobre al Centro Congressi dell’Environment Park di Torino si è tenuto il convegno “Vettori di Malattie e Mutamenti Climatici” in cui è stata presentata la situazione aggiornata in Piemonte dei temi proposti dal titolo dell’evento e dei rischi sanitari correlati. L’evento è organizzato da Sumitomo Chemical Italia e Valent Biosciences (leader mondiali nello sviluppo di prodotti biorazionali) con il patrocinio di Regione Piemonte, Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino e del SSepi-SeREMI. Gli argomenti trattati sono molto attuali e importanti dal punto di vista sanitario: i cambiamenti climatici e i possibili futuri scenari, la diffusione in Italia di malattie di nuova introduzione e l’impatto sulla salute dell’uomo e degli animali. E' stato inoltre presentato lo Stato delle attività in Piemonte riguardante la sorveglianza sanitaria e il progetto di lotta alle zanzare dal 1995 ad oggi.

Titolo LA "LOTTA" SI FA CON I SE


Titolo L'INFESTAZIONE

Secondo i dati rilevati nel corso delle passate campagne di lotta, focolai di zanzara tigre sono presenti in maniera discontinua sul territorio italiano.. 

MODALITÀ DI MONITORAGGIO 


Per rilevare tempestivamente ogni nuova infestazione ed attivare un piano di intervento e comunque per poter seguire l'evoluzione delle infestazioni già note, è necessario disporre di un sistema di sorveglianza, che dia informazioni su presenza, distribuzione e abbondanza delle specie in una certa area in un certo momento. A tale scopo viene predisposto un sistema di monitoraggio che si avvale dell’impiego delle OVITRAPPOLE.
 


L’ovitrappola è un contenitore di plastica scuro di 500 mL di capacità. Al suo interno è posizionata verticalmente una bacchetta di masonite della dimensione 3x15 cm, che fornisce alle femmine di
 Aedes albopictus una superficie adeguata...

Per rilevare tempestivamente ogni nuova infestazione ed attivare un piano di intervento e comunque per poter seguire l’evoluzione delle infestazioni già note, è necessario disporre di un sistema di sorveglianza, che dia informazioni su presenza, distribuzione e abbondanza delle specie in una certa area in un certo momento. A tale scopo il progetto regionale di contenimento alla zanzara tigre ha predisposto una rete di monitoraggio che si avvale dell’impiego delle ovitrappole oltre che alla presenza sul territorio di tecnici specializzati in grado di verificare le infestazioni.


L’ovitrappola è un contenitore di plastica scuro di 500 mL di capacità. Al suo interno è posizionata verticalmente una bacchetta di masonite della dimensione 3x15 cm, che fornisce alle femmine di Aedes albopictus una superficie adeguata su cui far aderire le uova, poco sopra la superficie dell’acqua di cui è riempito per tre quarti il contenitore. Le ovitrappole sono identificate con un codice, vengono posizionate sul territorio in siti idonei ed in numero adeguato allo scopo di aver un’informazione quanto più capillare possibile. Durante i controlli, che a seconda della stagione avvengono con periodicità diversa, l’acqua dell’ovitrappola viene rinnovata e la bacchetta sostituita. In laboratorio, al microscopio ottico, viene accertata la presenza ed il numero delle uova presenti. Per valutare la distribuzione e l’abbondanza della specie in una data area, sono considerati due parametri, la percentuale di trappole positive sul totale di quelle operanti e il numero medio di uova per trappola positiva.




L'insetto zanzara
Le zanzare appartengono al regno animale, al filum degli Artropodi, alla classe degli Insetti, all'ordine dei Ditteri, alla famiglia dei Culicidi. Esistono circa 2.700 specie di zanzare e sono diffuse in tutto il mondo. Sono insetti a due ali (Ditteri) in grado di percorrere fino a 3 Km in un'ora. 
Il ciclo vitale
Le femmine devono succhiare sangue dall' uomo o dall' animale per ottenere le proteine necessarie alla maturazione delle uova che poi depositano da 40 a 400 sulla superficie di acqua ferma come stagni, paludi, pozze o anche sottovasi per fiori e piante. In una settimana le uova si aprono e si formano le larve che vivono sotto il pelo dell'acqua e poi si trasformano in pupe che danno origine all'insetto adulto in grado di vivere per due settimane o poco più. 
Le malattie trasmesse
Alcune specie trasmettono malattie quali Malaria, Febbre Gialla, Febbre del Nilo, Bottone d'Oriente e altre. In Italia, scomparsa la malaria, le punture di zanzara non sono ritenute pericolose ma solo fastidiose, tuttavia con l'arrivo di nuove specie di zanzare come la cosiddetta zanzara tigre le cose non sono più tanto certe. 
La zanzara Tigre
La zanzara tigre o Aedes albopictus, originaria del sud-est asiatico, arriva in Italia, a Genova, nel 2000 e si diffonde rapidamente in molte regioni. Si riconosce perché è più piccola e scura rispetto alle nostre zanzare e possiede le caratteristiche strie bianche sulle zampe e sul dorso. La zanzara tigre ha abitudini differenti rispetto alle nostre: attacca anche di giorno, in pieno sole, e spesso lo fa in sciami di centinaia di esemplari. Il liquido che inietta è particolarmente tossico e fa sviluppare reazioni cutanee (pomfi) molto pruriginose o dolenti.
Nei paesi di origine, la zanzara tigre è portatrice di malattie virali che tuttavia, per ora, non si sono verificate in Italia. Questo insetto è così resistente da sopravvivere alle temperature sotto zero dell'inverno, risentire poco dei fornelletti antizanzara e di poter pungere anche attraverso gli indumenti. 
Il sistema di puntamento
Le zanzare sono insetti piccoli ma molto evoluti, sono dotati di recettori per il calore e per l'odore cosicché possono centrare la propria vittima, con estrema precisione, anche al buio. Nell'evoluzione hanno imparato a scovare l'uomo seguendo oltre che l'odore umano anche i profumi che utilizza, i fumi delle cotture dei cibi, la luce delle lampadine. 
La puntura
Le zanzare, molto pericolose in altre regioni del mondo, per via delle malattie che trasmettono, in Italia sono soprattutto un grande fastidio. Alla puntura di zanzara segue il pomfo, quel gonfiore pruriginoso che dura 20 o 30 minuti. Alcuni soggetti, soprattutto bambini, sviluppano reazioni abnormi con gonfiore intenso che dura qualche giorno e poi rimane un nodulo rosso pruriginoso per alcune settimane. 
I problemi della puntura
I problemi da puntura di zanzare non sono tutti qui infatti per il grattamento subentrano le infezioni cutanee (Impetigine) e sempre per il prurito non riposiamo la notte e siamo stanchi di giorno. Per bambini, anziani e malati le conseguenze possono essere importanti. Di qui la necessità di prevenire le punture di zanzare. 
Prevenire la puntura
La prevenzione è di tre tipi: prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare, allontanamento delle zanzare dagli ambienti domestici, impedimento per le zanzare di raggiungere la pelle. 
L'autorità sanitaria
La prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare e divisa in due parti: quella svolta dall'autorità sanitaria negli habitat comuni e quella svolta dal cittadino nell'ambiente privato. 
Il cittadino
Il cittadino deve prestare attenzione a non generare ristagni d'acqua dove le zanzare depositano le uova e si riproducono e questi principalmente sono:
Sottovasi per piante e fiori
Pneumatici usati lasciati all'aperto
Tombini, bacinelle, innaffiatoi, raccoglitori d'acqua
Vasche, laghetti e fontane ornamentali (utili i pesci rossi che si nutrono delle larve)
Vasi di fiori all'esterno come quelli dei cimiteri 
L'allontanamento
L'allontanamento delle zanzare si effettua, oltre che con zanzariere alle finestre o al contorno dei letti, con fornelletti o spirali che utilizzano derivati del Piretro, una sostanza in grado di paralizzare questi insetti. Sono efficaci solo negli ambienti chiusi, sono poco tossici per l'uomo anche se è buona norma aerare l'ambiente dopo il loro uso. Altri prodotti a base di olii essenziali, che promettono di tenere lontane le zanzare, spesso risultano invece attraenti. Vi sono anche apparecchi che emettono ultrasuoni e lampade che attraggono con la luce le zanzare per poi eliminarle con una scarica elettrica ma sono poco efficienti proprio verso le zanzare. 
I repellenti
L' impedimento al raggiungimento della pelle da parte della zanzare si effettua utilizzando i cosiddetti "repellenti".
I repellenti sono sostanze in grado di impedire ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni.
Quelli approvati sono tre: il DEET, la Picridina e il PMD (p-MetanDiolo) un derivato dell' olio di eucalipto. 
Il DEET
Il DEET (DiEtilToluolamina) è la sostanza chimica più utilizzata negli insettorepellenti, tra il 10% e il 30% di concentrazione da una buona protezione per passare una serata all'aperto. Per le zone a rischio di malattia, come la malaria, occorre utilizzare concentrazioni superiori. 
La Picridina
La Picridina è di più recente introduzione, ha una protezione sovrapponibile a quella del DEET, ed è presente nella linea Autan della Bayer, dove però appare riportata con la sigla KBR 3023. 
Il PMD
Il PMD (ParaMatanDiolo) è l'unico tra i derivati vegetali approvato negli USA come insettorepellente anche se la sua azione è molto debole.
Questo significa che gli altri estratti, come citronella, geraniolo ecc., di cui è pieno il mercato, non garantiscono la protezione anzi, in molti casi, agiscono da attrattivi per le zanzare. 
L'uso degli insettorepellenti
L'uso dei repellenti, che si debbono applicare direttamente sulla pelle e che in parte vengono assorbiti nel sangue, deve essere fatto secondo specifiche regole che sono:

  • Applicare il prodotto solo sulle parti scoperte del corpo e non sotto i vestiti.
  • Non utilizzarli su pelle irritata, con abrasioni o tagli.
  • Non utilizzare spray direttamente sul volto ma sprizzare il prodotto sulle mani e poi applicarlo sul volto.
  • Lavarsi quando si rientra all'interno.
  • Non utilizzare per i bambini al di sotto dei tre anni.
  • Queste regole valgono anche per i repellenti naturali. 
La puntura e i rimedi fai-da-te
L'ultimo problema rimane la puntura di zanzara. Se i tentativi di prevenzione sono falliti e siamo stati punti occorre non fare più danni di quelli che vogliamo eliminare. Infatti, nel tentativo di spegnere quel fastidioso gonfiore e prurito, spesso ricorriamo al rimedio fai-da-te come applicare ammoniaca o frizionare il limone. Il primo rimedio di solito ustiona la pelle e il secondo rende la pelle fotosensibile per cui poi ci scottiamo al sole. 
La puntura e i farmaci
Anche i farmaci non danno la risposta giusta: la crema con il cortisone entra in funzione dopo 30 minuti cioè quando il prurito è già terminato così come la crema con antistaminico che inoltre è fotosensibilizzante. 
Il rimedio consigliabile
L'unico rimedio consigliabile è l'applicazione di Gel al Cloruro d'alluminio al 5%, un potente astringente e antisettico: il prurito diminuisce e le infezioni da grattamento sono scongiurate.