giovedì 12 luglio 2012

Esiste una canzone che sembra sognante e senza tempo, dalla quale desidero cominciare, Pasuco: è “Moon River”. Compare nella parte centrale del film: “Colazione da Tiffany”, cantata da Audrey Hepburn in prima persona, stando seduta sulla scala antincendio di un appartamento di New York: il risultato fu, semplicemente,  incantevole.
Moon River, wider than a mile,                                    Fiume della Luna, più largo di un miglio,
I'm crossing you in style some day                           Un giorno ti attraverserò con stile,
Oh, dream maker, you heart breaker,                       Oh, incantatore, tu spezzacuori,
wherever you're going I'm going your way.               Ovunque tu vada ci vado anch’io.
Two drifters off to see the world.                               Due vagabondi in viaggio per vedere il mondo    
There's such a lot of world to see.                              C’è così tanto mondo da vedere.

We're after the same rainbow's end--                         Inseguiamo la stessa coda d’arcobaleno --
waiting 'round the bend,                                               Che aspetta dietro l’angolo,
my huckleberry friend,                                                  Il mio amico Huckleberry,
Moon River and me                                                      Il Fiume della Luna ed io.
© 1961 Paramount Music Corporation
Gli autori (Henry Mancini e Johnny Mercer) avevano già sfornato ognuno un buon numero di successi, tra cui il tema per la “Pantera Rosa”, le parole per “Hooray for Holliwood” e moltissime altre. Avevano già vinto 3 Oscar a testa. Il quarto gli arrivò per la migliore canzone da film, “Moon River” nel 1962, per il film “Colazione da Tiffany” (Breakfast at Tiffany’s). Audrey Hepburn aveva solo un filino di voce, con un’estensione veramente limitata, ma era certamente intonata. Mercer e Mancini le ‘sartorizzarono’ la sua canzone per il film.
- Mercer era stato un ragazzo della Georgia e aveva impresse nella mente le vie d’acqua azzurre della sua regione: voleva intitolare la canzone  “Blue River”, ma purtroppo il titolo esisteva già e non si poteva usarlo. Inizialmente provò l’incipit: “I’m Holly” (al posto di ‘Moon River’, le prime due parole della canzone) e subito lo scartò, perché troppo didascalico:  la protagonista Holly Golightly non si poteva certo presentare in modo così borghese e banale.
- Mancini impiegò un mese per comporre la melodia adatta al personaggio del film: una ragazza deragliata dal destino, ma disposta a trarre solo il meglio dalla vita. Ma ci riuscì ed il risultato gli dà ragione.
- Dopo avere visionato il film, il Presidente della Paramount voleva tagliare la scena della canzone, perché non gli piaceva affatto. Audrey Hepburn, normalmente gentile e schiva gli disse, con fermezza: “Deve prima uccidermi”.


Il film uscì con la canzone, ma invece che solo con sottofondo di chitarra, la colonna sonora inizialmente ospitò un fondo orchestrale di Mancini: ma la canzone ebbe subito un grande successo. E furono venduti un milione di copie dello spartito. Ormai ne esistono più di cinquecento versioni differenti: molte “cover” di cantanti più dotati di Audrey furono prodotte: Judy Garland, Sarah Vaughan, Frank Sinatra, Louis Armstrong, Sarah Brightman.
Dopo che la Hepburn morì (nel 1993), la sua registrazione originale fu messa in commerciob per la prima volta. In suo onore, un grande sbocco di fiume in Georgia, presso Savannah (presso la casa di Johnny Mercer) fu chiamato Moon River.
- La frase “Huckleberry friend” necessita di una spiegazione:  da ragazzo, Mercer  era solito raccogliere mirtillo selvatico  (blueberry,  anche chiamato “hucleberry”) e che – grazie anche alla relazione con il personaggio di Mark Twain, Hucleberry Finn – può richiamare una giovinezza spensierata e libera. Forse, Mercer vedeva Holly Golightly come una campagnola d’origine, che avrebbe potuto andare d’accordo con Huckleberry Finn, se mai l’avesse incontrato.
Il Film “Colazione da Tiffany” è tratto dal libro di Truman Capote, pubblicato nel 1958 e piuttosto spregiudicato per gli anni ’50. Nel libro, Holly non si astiene dal riferire le proprie avventure  tra le lenzuola, non possiede alcun senso di colpa nel rubare ad un’amica il proprio compagno, ed esprime persino giudizi di attrazione per l’altro sesso, bianco o nero che sia. Non fu mai un segreto che il personaggio di Holly era ispirato ad una donna realmente esistente, che Capote conosceva bene e frequentava personalmente. Il suo nome era Dorian Leigh Parker , ed aveva cominciato a fare la modella nel 1940, a 27 anni, con il nome d’arte di Dorian.
Era una donna bellissima, con occhi di un profondo blu ipnotico, viso e corpo perfetti: ebbe subito un grandissimo successo; si sposò numerose volte ed ebbe un’incredibilmente lunga lista d’amanti. Truman Capote ne restò anch’egli perfettamente affascinato e le faceva  frequenti visite, nel suo appartamento di New York, passando proprio attraverso la scala antincendio. Le aveva anche dato un soprannome: “Happy-go-lucky”, molto simile a quello del personaggio interpretato dalla Hepburn.
Capote restò molto deluso dal film. Innanzitutto, perché l’immoralità naturale e totale di Holly Golightly è molto sottaciuta nel film, rispetto al libro, dove invece è del tutto eclatante.
Inoltre, Capote aveva fortemente  voluto a Marilyn Monroe per il suo personaggio. Ma i direttivi della Paramount furono inflessibili su Audrey.
Non ho dubbi circa il fatto che Marilyn sarebbe stata un’ottima Holly: basta pensare all’assoluta innocenza sensualmente esplosiva che dimostra in alcuni suoi film (quando la moglie è in vacanza, oppure a qualcuno piace caldo etc).
Ma Audrey ci ha regalato un mito immortale, completo di colonna sonora
E questo è quanto, per oggi, Pasuco, amico mio: a presto!