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domenica 23 novembre 2014

Cultura/Incultura

C'è chi tuona, con eccessiva e fastidiosa violenza verbale (indirizzata nominativamente: ma mi sono riproposto di non fare più i nomi degli interessati. Né di chi lancia lo strale, né di chi lo riceve).
Evidentemente, crede di essere nel giusto.

Premetto che non lo è: lo crede soltanto. Ma anche se lo fosse, ciò non giustifica la violenza verbale.

Costui crede davvero che il suo personale e sacrosanto diritto di esprimere compiutamente la propria opinione sia stato ripetutamente leso, limitato, offeso, negato... (Mettiamoci quindi nei suoi panni).

Per tale motivo egli imperversa, in un blog vomitando offese di vario tipo su tutti coloro che egli considera i suoi persecutori (tra cui figuro anch'io) e sul malcapitato del momento (un altro, nella fattispecie un intellettuale sardo piuttosto noto sull'isola). Il quale - per inciso - non lo ha offeso affatto, ma ha semplicemente riferito quale sia la posizione del Consenso Scientifico al riguardo dell'argomento tanto caro a lui...

Sia ben chiaro, inoltre, che questo chiassoso rampognatore non è più proprio nessuno (malgrado l'ottimo curriculum vitae), anche se è fuori di ogni dubbio che egli possieda un grande concetto di sé. Ha - indubbiamente - una grande fantasia: la maggior parte dei pensionati della sua età è ormai completamente inattiva da anni: e ci sono lati positivi in questo, almeno non fanno danno. Alcuni, pur se ancora in pieno possesso delle proprie funzioni intellettuali al completo, menano una vita più discretamente ritirata, il che è lodevole.

Di che cosa si tratta, insomma?

Ebbene: egli ha fatto due cose (ne ha fatte molte altre, certamente, ma per quello che c'importa qui l'elenco è breve):

1) Ha inventato di sana pianta una lingua scritta che non esiste. Non è riconosciuta, né accettata, anzi è irrisa diffusamente da tutti: sia dagli studiosi (glottologi, epigrafisti, studiosi delle lingue, archeologi, filologi, storici, universitari e no) sia dagli appassionati che seguono questo tipo di cose da nerd. Epperò egli va in bestia ogniqualvolta qualcuno glielo ricordi: "La 'tua' lingua non esiste". Il che - naturalmente - avviene piuttosto spesso, dato che questa 'sua' lingua scritta proprio non esiste affatto. E il nostro perde le staffe piuttosto spesso.

2) E' caduto - come molti altri, d'altronde - nella magnifica trappola naturale della pareidolia.

Vediamo prima il Punto 1): l'Invenzione di una lingua scritta.

E' chiaro che costui non è né il primo, né probabilmente l'ultimo che si vede negata la veridicità della propria affezionata ipotesi di scrittura: infatti, le lingue 'negate' o anche solo in forte dubbio sono numerose, molto più di quanto si possa credere
(per esempio, guarda qui: http://pasuco.blogspot.it/2013/02/scritture-non-ancora-decifrate.html).
Per questo motivo tale soggetto - che è tanto aggressivamente sicuro di sé - è in realtà in ottima ed abbondante compagnia, nazionale ed internazionale. E non dovrebbe dolersi troppo, in fondo...
Avviene però che egli sia fermamente convinto di essere il solo a subire l'ingiustizia profonda del definitivo scetticismo Accademico Ufficiale: tutti gli altri abbiano pure formulato ipotesi sbagliate! Ma lui no, perbacco: la sua personale ipotesi deve essere sacrosanta e giusta. E inoltre: guai a chiedergliene ragione. E' così e basta.
Ma non fornisce di questa lingua scritta frasi compiute che abbiano un senso completo (come potrebbe?), non fornisce alcunché che possa dare a questa 'sua' lingua una dignità di verità. Alla fine: non convince. Ma guai a dirglielo! E' anche dolorosamente caduto nel tranello tesogli da altri, di cui non avrebbe dovuto fidarsi, che a sua totale insaputa gli hanno propinato false scritte antiche, confezionate in tempi moderni. Nulla ferisce di più del tradimento di un amico.

Se la 'sua' lingua scritta esistesse, non ci sarebbero solo quei quattro discutibilissimi 'segni' che egli (insieme ai suoi molto volenterosi amici) ha fortunosamente 'trovato' e prodotto(*). Perché - si sa bene: è sempre stato così nella Storia - quando una comunità umana adotta una scrittura, le prove tangibili che essa ne lascia nel tempo diventano così numerose da non lasciare dubbio alcuno. Tali prove tangibili sono spesso riportate, o almeno citate, da altre fonti straniere a quella lingua scritta, da altri scrittori che - usando segni e lingue diverse - sentirono il dovere d'impegnarsi in qualche modo ad una traduzione, o di riportarne alcune frasi. Questo - di solito - tende a non avvenire, nei confronti di una lingua inventata in questi anni: non si può pretendere che l'Archeologia, la Storia e la Letteratura di epoche trascorse siano conniventi e mostrino la compiacenza di modificarsi ad personam.
Nella Storia della Letteratura Mondiale (per comodità: http://en.wikipedia.org/wiki/Ancient_literature) non compare mai alcunché di scritto in "protosardo": sarà tutto parte di un complotto degli archeologi sardi, che come di solito tengono nascosta la verità?

Il Punto 2): La Pareidolia. (vedi anche: http://pasuco.blogspot.it/2014/11/una-parola-al-giorno-pareidolia.html)

L'uomo è naturalmente portato alla pareidolia. E non c'è nulla di male in una caratteristica naturale che lo definisce come umano e fragile.
Certamente, però, c'è modo e modo di giustificare le pulsioni istintuali: soprattutto esse devono essere sotto il pieno controllo della ragione. (Anche la tendenza alla riproduzione è una tendenza naturale, ma non ci si può abbandonare ad essa nel pieno di una funzione religiosa pubblica, oppure a centrocampo nel finale del Derby della Madonnina, a San Siro). La pareidolia è quella dote innata che mi fa vedere una 'fortezza' nel Nuraghe, proprio perché assomiglia così tanto ad un castello medioevale. E' quella che mi convince che alcuni 'Tafoni' sardi (sculture idro-eoliche spontanee di rocce naturali) siano state scolpite dall'uomo, perché assomigliano proprio a sfingi, leoni, tori, faraoni, invitti guerrieri shardana e numerosissimi altri cazzabubboli vari. E il sole che entra da una finestrella, oppure da una falla sommitale aperta possiede una forma voluta e veramente cornuta, pazientemente studiata, come anche quella della luna che entra in certe date precise nel pozzo sacro (in origine chiuso) stravolto da crolli, modifiche, anni di insulti non documentati.
La pareidolia, insomma, inizialmente era una cosa buona: forse serviva a salvare la vita all'uomo dandogli la possibilità di riconoscere il mimetismo del predatore Oggi no: oggi va riconosciuta, tenuta in riga, criticata, eliminata dai discorsi scientificamente fondati.
Invece - purtroppo - essa è oggi concupita con totale trasporto e profonda convinzione da fortunatamente piccole folle di 'pareidolatri' che ne portano adoranti i simulacri in tutte le loro ridicole processioni. Sono ridicoli, sì, ma non se ne accorgono e sono genuinamente convinti d'avere ragione.  andrebbero compatiti, se non fosse per la loro violenza verbale che è l'oggetto di questo post. Anche il nostro soggetto è uno di loro: crede che alcuni segni siano veramente antichi e possiedano davvero il significato che egli stesso ha devisato per essi... Lo contraddicono, lo prendono addirittura in giro sempre più numerosi. Ed egli continua imperterrito e cocciuto.

E il nostro soggetto tuona, maledice, scomunica gli 'avversari' con una tale violenza verbale che sembra egli voglia annichilirli, eliminarli dal mondo intero creato. Viene persino il dubbio che - alla lunga - qualche mente debole magari la raccoglierà, questa violenza verbale e la trasformerà in pratica (speriamo di no, speriamo non succeda mai). Qualcuno penserà che qui ora si esageri, per dimostrare una tesi infondata: ebbene, non è affatto così. Infatti, già adesso, si può ben osservare una prima evoluzione in questo senso.  Per il momento, il destinatario di tale violenza verbale - personalmente indirizzata a lui - se ne è lamentato civilmente con l'amministratore del blog e quest'ultimo l'ha addirittura negata con toni sprezzanti, minimizzandola, pur avendola ben evidente (e scritta!) proprio sotto gli occhi....

Lo squadrismo comincia proprio così. E sappiamo purtroppo bene dove può andare a parare, se non fermato in tempo... Spero sinceramente di esagerare per eccesso di prudenza.

Il 'caso' comincia quindi a farsi - oltre che molto penoso e mortificante per la cultura in genere - anche socialmente pericoloso. Sotto all'apparente orgoglio personale eccessivo, sotto alle motivazioni di pura vanità, sotto alla spinta di meschini piccoli guadagni. della serva, si muove adesso qualche cosa di oscuro e di pericoloso. Questo soggetto è stato definito - insieme ai suoi sodali e seguaci - un 'archeosardista', da un archeologo, nel corso di un raduno ufficiale. Ma non credo sia più tempo di definizioni. E' tempo di smettere.

Forse è tempo di fermare questa follia.

FUORI LA VIOLENZA DALLA CULTURA.


(*) Sono più di quattro, per la verità: siamo sportivi...
Sono di più, in quanto egli si è impegnato spasmodicamente a cercarne, trovarne e 'pubblicarne' un numero quanto più grande possibile, nella convinzione che il numero dei segni (spesso singolo, fuori d'ogni credibilità e contesto) e non la loro qualità (presenza documentata in contesti ufficiali, in frasi intere articolate e lunghe, meglio se accompagnate da testi in altre lingue, confrontabili con i primi, etc) costituisse il migliore tipo di prova. L'effetto finale è tragicomico: una tonnellata di paglia (notare l'inoffensività del paragone, prego: avrei potuto usare un altro materiale) vale di più di un diamante puro.

domenica 20 ottobre 2013

SHRDLU: Etienne Cherdlu, Lorem Ipsum.

Lingua scritta.

Intervista al professore emerito Etienne Cherdlu, docente di linguistica presso Type-Casting University di Lisp.*

"Che cosa è una lingua scritta, professore?"

Una lingua scritta è la rappresentazione – su qualsiasi supporto utile –  di un linguaggio parlato, effettuata per mezzo di un sistema scrittorio.
La lingua scritta è un’ invenzione convenzionale, che deve essere insegnata ai bambini, in quanto non è un fatto naturale.
Un fenomeno naturale è – invece – che essi apprendano la lingua parlata (verbale o dei segni) per semplice esposizione/frequentazione del mondo degli adulti,  senza uno specifico insegnamento.
Da questo deriva che un linguaggio scritto esiste solo come un completamento di una particolare lingua parlata: non esiste un linguaggio naturale che sia solamente scritto. D’altro canto è vero che esistono linguaggi antichi (lingue ‘morte’) ormai non più in uso e quindi non più ‘parlati’ dei quali restano ormai solamente le tracce scritte.

"Quando nasce la lingua scritta?"

Contrariamente a quanto molti siano portati a pensare, la lingua scritta nasce – è vero – con un certo grado di avanzamento culturale di un dato gruppo umano,  ma esso richiede alcune condizioni particolari, che non hanno realmente a che fare con lo stato di sviluppo o di arretratezza.
Per essere più precisi, non si può negare che una data Civiltà non sia stata avanzata e colta solamente perché non ha prodotto un linguaggio scritto. Ad esempio: la Civiltà della Valle dell’Indo non produsse mai una scrittura, eppure era una civiltà estremamente avanzata.
Semplicemente,  si pensa che la Civiltà dell’Indo (o civiltà di Harappa) respinse l’uso della lingua scritta. Si pensa questo in quanto è una delle più probabili ipotesi: è un fatto storico e noto che Harappa fu in contatto per secoli con la Mesopotamia, che possedeva un codice scrittorio.  Non è possibile che esponenti elitari di Harappa non abbiano visto e conosciuto detto codice.

"Che cosa si pensa che accadde?" 

Si presume che Harappa fosse un Paese non solo multietnico, ma anche e soprattutto  multilingue, per cui non era affatto possibile, né tantomeno utile, utilizzare un sistema scrittorio unico: per questo motivo principale – si pensa – Harappa rifiutò un sistema di scrittura. (E. dopo di quella, anche la Civiltà del Gange si comportò ugualmente).
Nessuno però, si azzarda a considerare Harappa una civiltà grezza o primitiva solamente sulla base della mancanza di una lingua scritta.

"Questo tipo di ragionamento è applicabile a tutte le società umane?"

Certamente sì.

"Anche quella Proto-Sarda (riferendosi con questo termine al periodo di edificazione dei Nuraghi)?"

Non c’è alcun dubbio: la società proto sarda detta ‘Nuragica’ fu molto avanzata, per l’epoca. Le varie civiltà che le fecero seguito – nella Tirrenia Antica (Etruschi, Latini etc.) – le sono debitrici di moltissima parte del proprio bagaglio culturale. Però non ritenne utile adottare un codice scrittorio: e non lo fece. Senza che questo la condanni ad essere un cultura di secondo livello: anzi, quella Nuragica fu la Prima Grande Civiltà del Mediterraneo Occidentale. Senza scrittura.
Per l’epoca che stiamo esaminando, non c’era affatto bisogno di una scrittura per essere una grande ed avanzata cultura. Specialmente nel ‘West’, che era corso da navi di provenienza differente, con occupanti che parlavano (e taluni scrivevano) lingue così differenti: quale mai adottare?
Si  deve inoltre considerare che la lingua scritta è solamente una rappresentazione del corrispondente linguaggio parlato e che le due forme si modificano nel tempo, a velocità differente. La lingua parlata è molto più veloce nelle sue trasformazioni, rispetto al codice scrittorio che la rappresenta. In certi casi si può giungere ad una situazione che è definita ‘diglossia, quando esiste una difformità troppo grande tra parlato e scritto; oppure quando esistono dialetti troppo differenti e disuguali, all’interno della medesima lingua.

"Un esempio di ambedue?"

- In inglese, ad esempio, esistono molte e grandi differenze tra  lo scritto ed il parlato. Tanto che gli alunni di lingua Inglese devono appositamente applicarsi nello studio dello ‘Spelling’, (che non è affatto la ‘sillabazione’ a noi nota per 'andare a capo': si tratta invece di conoscere – lettera per lettera – la grafia delle parole, che spesso in Inglese sono omofone, ma scritte in modo affatto differente. Come Knight, cavaliere e Night notte. Oppure sono scritte in modo simile e pronunciate diversamente, come Tough (pron.: 'taf', duro, coriaceo) e Duogh (pron.: 'dou', farina). 

- L’altro tipo di diglossia è rappresentato – per esempio in Italia – dai vari dialetti:  alcuni di essi risultano del tutto incomprensibili per persone provenienti da regioni distanti. E questo accade anche  in Sardegna, dove non si riesce affatto ad ottenere una soddisfacente ‘Lingua Sarda Comune’ (scritta e parlata) che veda d'accordo tutti i sardo- parlanti della regione...

"E allora, professore, ci sa fornire la ragione per cui alcuni Sardi si sentono offesi dal fatto che la scienza ufficiale ad oggi neghi l'esistenza di una lingua proto-sarda scritta?"

Questo dovrebbe chiederlo a loro. Probabilmente, ci sono motivi di malposto orgoglio identitario e di profonda insoddisfazione per il proprio presente, forse talvolta mescolati ad altro, in cui - però - non desidero dilungarmi. Nelle loro file - comunque - non figurano né scienza, né cultura.





*Etienne Cherdlu è un personaggio di "The secret integration" di T. Pynchon. Il nome del personaggio è tratto da: Etaoin Shrdlu. Naturalmente, nessuno dei due esiste (anche se qualche sciardariano è propenso a credere che le linotypes siano state inventate dai sciardana). 
Si tratta delle dodici lettere approssimativamente più usate in Inglese: per tale motivo, costituivano le prime due file verticali delle tastiere Linotype. Il nome Shrdlu fu usato nel 1972 da Terry Winograd nel linguaggio di programmazione Lisp. E' anche stato usato per indicare che una frase era da scartare perché errata, tra grafici, programmatori etc  equesto lo avvicina alla frase storpiata (derivata da un brano di Cicerone) 'lorem ipsum'.