Nell'Internet,
si trova spesso, perché ripetuta acriticamente e più di una volta, una frase estrapolata da Festo, autore latino del II d.C., che proverebbe, stando a chi la cita, un'origine nuragica degli Etruschi.
(a chi farebbe piacere, un’origine nuragica degli etruschi? Lasciamolo tra parentesi, per carità cristiana)
La frase in questione, o meglio la parte di frase, recita: "Reges soliti sunt esse Etruscorum, qui Sardi appellantur". Il significato della frase, così come si trova tradotta in alcuni siti, è: "I re sono soliti essere tra gli Etruschi, che vengono chiamati Sardi".
Dunque la frase sopra riportata dimostrerebbe (per coloro che sono tra parentesi e per i loro apparentati) che nell'antichità si sapeva, o si credeva di sapere, che gli Etruschi avessero origini sarde, (cioè proprio nuragiche, per coloro in parentesi).
Dunque la frase sopra riportata dimostrerebbe (per coloro che sono tra parentesi e per i loro apparentati) che nell'antichità si sapeva, o si credeva di sapere, che gli Etruschi avessero origini sarde, (cioè proprio nuragiche, per coloro in parentesi).
In realtà, analizzando per bene la frase, vedremo subito come tale ipotesi sia soltanto frutto di ignoranza (sia del latino, sia del greco antico), oltre che un pretesto surrettizio (bel vocabolo, questo,no?!) per sviluppare una tesi successiva, favolistica, gradita alla platea incolta, ma assolutamente inconsistente e falsa come una moneta d’argento da un euro e mezzo.
Inanzitutto la frase in questione è estratta da sola ed isolata dal suo intero contesto: infatti, la parte superiore precedente del passo di Festo, si riferisce ad un rito che veniva praticato dai Romani durante i Ludi Capitolini. In esso figurava un senex cum toga praetexta bullave aurea :cioè vi era "un vecchio con la toga pretesta ed una bulla d'oro". Il passo continua poi recitando: quo cultu reges soliti sunt esse Etruscorum ecc., che significa: "il quale abbigliamento (cioè la toga e la bulla) sono soliti portare i re degli Etruschi".
Quindi la frase si riferisce ad un abbigliamento, usato durante i Ludi Capitolini, che viene identificato come quello proprio dei re Etruschi. La notazione è importante, perché ne parla anche un'altra fonte, Plutarco, il quale nelle sue Questioni Romane (Aetia Romana, 53) si interroga sul perché durante i Ludi Capitolini si gridasse la frase “Sardi Venales” (Sardi in vendita) e si facesse avanzare un vecchio con una bulla al collo (che per i romani era il simbolo dell'età infantile e indossato da un vecchio era motivo di scherno: sarebbe come per noi oggi un vecchio con un poppatoio). La spiegazione di Plutarco, chiarisce la faccenda: infatti l'usanza si riferisce al fatto che ai tempi di Romolo i Veienti fecero guerra a Roma, ma vennero sconfitti e venduti come prigionieri.
Ora, Plutarco spiega molto bene la questione, dicendo: επει δε Λυδοι μεν ησαν οι Τυρρηνοι εξ αρχης, Λυδων δε μητροπολις αι Σαρδεισ, ουτω τους Ουηιους απεκηρυττον, frase che significa: siccome i Tirreni erano all'inizio dei Lidi e Sardi è la capitale della Lidia, essi (cioè i Romani dell'età di Romolo, che hanno sconfitto Veio) hanno venduto i Veienti gridando in quel modo (cioè “Sardi in vendita”).
Ora, Plutarco spiega molto bene la questione, dicendo: επει δε Λυδοι μεν ησαν οι Τυρρηνοι εξ αρχης, Λυδων δε μητροπολις αι Σαρδεισ, ουτω τους Ουηιους απεκηρυττον, frase che significa: siccome i Tirreni erano all'inizio dei Lidi e Sardi è la capitale della Lidia, essi (cioè i Romani dell'età di Romolo, che hanno sconfitto Veio) hanno venduto i Veienti gridando in quel modo (cioè “Sardi in vendita”).
La medesima spiegazione la ripete, sempre Plutarco, anche nella biografia di Romolo delle sue Vite Parallele (Romolo, 25,6-7). E' da notare che in entrambi i casi Plutarco per dire "Sardi in vendita" usa l'espressione Σαρδιανουσ ωνιους. Ebbene, basta sfogliare qualsiasi dizionario di greco (ad es. il Rocci) e si vede subito che Σαρδιανοι viene da Σαρδεισ città della Lidia e dunque si riferisce agli abitanti di quella città. Invece per indicare i Sardi della Sardegna in greco antico, il vocabolario riporta la dicitura Σαρδοι ben diversa dunque dall'altro lemma.
Ho parlato anche di ignoranza del latino, perché? Perché qualche sostenitore della tesi [Etruschi = Sardi], a conferma di questa identità riporta un altro pezzetto della famosa frase di Festo: Reges soliti sunt esse Etruscorum, quia Etrusca gens orta est Sardibus. Con tale aggiunta, secondo questi, Festo sancirebbe definitivamente l'equivalenza di cui sopra. In realtà, anche qui basta un semplice vocabolario di latino, per vedere come il sostantivo in questione si riferisca alla città di Sardi e non ai Sardi della Sardegna, in quanto Sardibus è un sostantivo della terza declinazione (come evidenzia la desinenza "ibus"), mentre il popolo dei Sardi, in latino, viene indicato con un sostantivo di seconda declinazione, Sardi, orum.
Ho parlato anche di ignoranza del latino, perché? Perché qualche sostenitore della tesi [Etruschi = Sardi], a conferma di questa identità riporta un altro pezzetto della famosa frase di Festo: Reges soliti sunt esse Etruscorum, quia Etrusca gens orta est Sardibus. Con tale aggiunta, secondo questi, Festo sancirebbe definitivamente l'equivalenza di cui sopra. In realtà, anche qui basta un semplice vocabolario di latino, per vedere come il sostantivo in questione si riferisca alla città di Sardi e non ai Sardi della Sardegna, in quanto Sardibus è un sostantivo della terza declinazione (come evidenzia la desinenza "ibus"), mentre il popolo dei Sardi, in latino, viene indicato con un sostantivo di seconda declinazione, Sardi, orum.
C'è però una finezza aggiuntiva, che denota anche una certa malafede nel riportare la seconda parte della frase di Festo, vale a dire l'aver omesso le ultime due parole di essa; infatti la frase intera recita: Reges soliti sunt esse Etruscorum, quia Etrusca gens orta est Sardibus, ex Lydia (vedere qui per il pezzo nella sua interezza e traduzione: http://books.google.co.uk/books?id=aVZJAAA...q=sardi&f=false).
Dunque anche per Festo gli Etruschi erano originari della Lidia, una tesi che risale ad Erodoto, ma che ha trovato conferme nell'analisi del DNA di una popolazione di bovini della Toscana (la razza chianina), che mostrano molte affinità con bovini del Medio Oriente, mentre invece oppongono molte differenze a quelli Italiani ed Europei. La Genetica, in più, nega che vi sia affinità tra Sardi ed Etruschi.
E la città di Sardi, all'epoca dei fatti, si chiamava Spardi (Saparda o Sparda) (*): l'etimologia è quindi più affine a quella della città di Sparta, che con qualsiasi cosa che riguarda la Sardegna.
E la città di Sardi, all'epoca dei fatti, si chiamava Spardi (Saparda o Sparda) (*): l'etimologia è quindi più affine a quella della città di Sparta, che con qualsiasi cosa che riguarda la Sardegna.
Nessuna origine degli Etruschi dalla civiltà Nuragica, quindi.
(*) La lettera Etrusco-Lidia che simbolizziamo con '8' e che si rende con un suono tra la nostra 'p' e la 'f' era originariamente una 'w'. Nel bronzo Tardo la parola era pronunciata 'Suard' ed il significato (derivantegli dall'origine Egizia 'Sp3t', era: 'città del distretto', o semplicemente 'distretto'). Nel secondo millennio, la sonorità della finale era annullata, per cui non c'è differenza tra 't' e 'd'.
(*) La lettera Etrusco-Lidia che simbolizziamo con '8' e che si rende con un suono tra la nostra 'p' e la 'f' era originariamente una 'w'. Nel bronzo Tardo la parola era pronunciata 'Suard' ed il significato (derivantegli dall'origine Egizia 'Sp3t', era: 'città del distretto', o semplicemente 'distretto'). Nel secondo millennio, la sonorità della finale era annullata, per cui non c'è differenza tra 't' e 'd'.