LOTTA ALLA ZANZARA TIGRE
La zanzara tigre (il cui nome
scientifico è Aedes albopictus) viene chiamata così
per la sua particolare aggressività. È facilmente distinguibile dalle altre
zanzare per alcune peculiari caratteristiche sia di aspetto che di abitudini:
- Colorazione nera con puntini e striature bianche
- Volano soprattutto di giorno e meno di notte
- Pungono prevalentemente caviglie e polpacci, e causano prurito, bruciore e pomfi più o meno duraturi (negli uffici e nelle case si nascondono sotto alle scrivanie, ai tavoli, meglio se all'ombra o contro superfici scure)
- Alcune persone possono sviluppare reazioni
allergiche con gonfiori e prurito più intenso rispetto alle punture delle
zanzare nostrane
Lo scorso 5 ottobre al Centro Congressi dell’Environment Park di Torino si è tenuto il convegno “Vettori di Malattie e Mutamenti Climatici” in cui è stata presentata la situazione aggiornata in Piemonte dei temi proposti dal titolo dell’evento e dei rischi sanitari correlati. L’evento è organizzato da Sumitomo Chemical Italia e Valent Biosciences (leader mondiali nello sviluppo di prodotti biorazionali) con il patrocinio di Regione Piemonte, Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino e del SSepi-SeREMI. Gli argomenti trattati sono molto attuali e importanti dal punto di vista sanitario: i cambiamenti climatici e i possibili futuri scenari, la diffusione in Italia di malattie di nuova introduzione e l’impatto sulla salute dell’uomo e degli animali. E' stato inoltre presentato lo Stato delle attività in Piemonte riguardante la sorveglianza sanitaria e il progetto di lotta alle zanzare dal 1995 ad oggi.
Secondo i dati rilevati nel corso delle
passate campagne di lotta, focolai di zanzara tigre sono presenti in maniera
discontinua sul territorio italiano..
MODALITÀ DI MONITORAGGIO
Per rilevare tempestivamente ogni nuova infestazione ed attivare un piano di intervento e comunque per poter seguire l'evoluzione delle infestazioni già note, è necessario disporre di un sistema di sorveglianza, che dia informazioni su presenza, distribuzione e abbondanza delle specie in una certa area in un certo momento. A tale scopo viene predisposto un sistema di monitoraggio che si avvale dell’impiego delle OVITRAPPOLE.
L’ovitrappola è un contenitore di plastica scuro di 500 mL di capacità. Al suo interno è posizionata verticalmente una bacchetta di masonite della dimensione 3x15 cm, che fornisce alle femmine di Aedes albopictus una superficie adeguata...
Per rilevare tempestivamente ogni nuova
infestazione ed attivare un piano di intervento e comunque per poter seguire
l’evoluzione delle infestazioni già note, è necessario disporre di un sistema di sorveglianza, che dia informazioni su presenza,
distribuzione e abbondanza delle specie in una certa area in un certo momento.
A tale scopo il progetto regionale di contenimento alla zanzara tigre ha
predisposto una rete di monitoraggio che si avvale dell’impiego delle ovitrappole oltre che alla presenza sul territorio
di tecnici specializzati in grado di verificare le infestazioni.
L’ovitrappola è un contenitore di plastica scuro di 500 mL di capacità. Al suo interno è posizionata
verticalmente una bacchetta di masonite della dimensione 3x15 cm, che fornisce alle femmine di Aedes albopictus una superficie adeguata su cui far
aderire le uova, poco sopra la superficie dell’acqua di cui è riempito per tre
quarti il contenitore. Le ovitrappole sono identificate con un codice, vengono
posizionate sul territorio in siti idonei ed in numero adeguato allo scopo di
aver un’informazione quanto più capillare possibile. Durante i controlli, che a
seconda della stagione avvengono con periodicità diversa, l’acqua
dell’ovitrappola viene rinnovata e la bacchetta sostituita. In laboratorio, al
microscopio ottico, viene accertata la presenza ed il numero delle uova
presenti. Per valutare la distribuzione e l’abbondanza della specie in una data
area, sono considerati due parametri, la percentuale di trappole positive sul
totale di quelle operanti e il numero medio di uova per trappola positiva.
Nei paesi di origine, la zanzara tigre è portatrice di malattie virali che tuttavia, per ora, non si sono verificate in Italia. Questo insetto è così resistente da sopravvivere alle temperature sotto zero dell'inverno, risentire poco dei fornelletti antizanzara e di poter pungere anche attraverso gli indumenti.
Sottovasi per piante e fiori
Pneumatici usati lasciati all'aperto
Tombini, bacinelle, innaffiatoi, raccoglitori d'acqua
Vasche, laghetti e fontane ornamentali (utili i pesci rossi che si nutrono delle larve)
Vasi di fiori all'esterno come quelli dei cimiteri
I repellenti sono sostanze in grado di impedire ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni.
Quelli approvati sono tre: il DEET, la Picridina e il PMD (p-MetanDiolo) un derivato dell' olio di eucalipto.
Questo significa che gli altri estratti, come citronella, geraniolo ecc., di cui è pieno il mercato, non garantiscono la protezione anzi, in molti casi, agiscono da attrattivi per le zanzare.
L'insetto zanzara
Le zanzare appartengono al regno animale, al filum degli Artropodi, alla classe degli Insetti, all'ordine dei Ditteri, alla famiglia dei Culicidi. Esistono circa 2.700 specie di zanzare e sono diffuse in tutto il mondo. Sono insetti a due ali (Ditteri) in grado di percorrere fino a 3 Km in un'ora.Il ciclo vitale
Le femmine devono succhiare sangue dall' uomo o dall' animale per ottenere le proteine necessarie alla maturazione delle uova che poi depositano da 40 a 400 sulla superficie di acqua ferma come stagni, paludi, pozze o anche sottovasi per fiori e piante. In una settimana le uova si aprono e si formano le larve che vivono sotto il pelo dell'acqua e poi si trasformano in pupe che danno origine all'insetto adulto in grado di vivere per due settimane o poco più.Le malattie trasmesse
Alcune specie trasmettono malattie quali Malaria, Febbre Gialla, Febbre del Nilo, Bottone d'Oriente e altre. In Italia, scomparsa la malaria, le punture di zanzara non sono ritenute pericolose ma solo fastidiose, tuttavia con l'arrivo di nuove specie di zanzare come la cosiddetta zanzara tigre le cose non sono più tanto certe.La zanzara Tigre
La zanzara tigre o Aedes albopictus, originaria del sud-est asiatico, arriva in Italia, a Genova, nel 2000 e si diffonde rapidamente in molte regioni. Si riconosce perché è più piccola e scura rispetto alle nostre zanzare e possiede le caratteristiche strie bianche sulle zampe e sul dorso. La zanzara tigre ha abitudini differenti rispetto alle nostre: attacca anche di giorno, in pieno sole, e spesso lo fa in sciami di centinaia di esemplari. Il liquido che inietta è particolarmente tossico e fa sviluppare reazioni cutanee (pomfi) molto pruriginose o dolenti.Nei paesi di origine, la zanzara tigre è portatrice di malattie virali che tuttavia, per ora, non si sono verificate in Italia. Questo insetto è così resistente da sopravvivere alle temperature sotto zero dell'inverno, risentire poco dei fornelletti antizanzara e di poter pungere anche attraverso gli indumenti.
Il sistema di puntamento
Le zanzare sono insetti piccoli ma molto evoluti, sono dotati di recettori per il calore e per l'odore cosicché possono centrare la propria vittima, con estrema precisione, anche al buio. Nell'evoluzione hanno imparato a scovare l'uomo seguendo oltre che l'odore umano anche i profumi che utilizza, i fumi delle cotture dei cibi, la luce delle lampadine.La puntura
Le zanzare, molto pericolose in altre regioni del mondo, per via delle malattie che trasmettono, in Italia sono soprattutto un grande fastidio. Alla puntura di zanzara segue il pomfo, quel gonfiore pruriginoso che dura 20 o 30 minuti. Alcuni soggetti, soprattutto bambini, sviluppano reazioni abnormi con gonfiore intenso che dura qualche giorno e poi rimane un nodulo rosso pruriginoso per alcune settimane.I problemi della puntura
I problemi da puntura di zanzare non sono tutti qui infatti per il grattamento subentrano le infezioni cutanee (Impetigine) e sempre per il prurito non riposiamo la notte e siamo stanchi di giorno. Per bambini, anziani e malati le conseguenze possono essere importanti. Di qui la necessità di prevenire le punture di zanzare.Prevenire la puntura
La prevenzione è di tre tipi: prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare, allontanamento delle zanzare dagli ambienti domestici, impedimento per le zanzare di raggiungere la pelle.L'autorità sanitaria
La prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare e divisa in due parti: quella svolta dall'autorità sanitaria negli habitat comuni e quella svolta dal cittadino nell'ambiente privato.Il cittadino
Il cittadino deve prestare attenzione a non generare ristagni d'acqua dove le zanzare depositano le uova e si riproducono e questi principalmente sono:Sottovasi per piante e fiori
Pneumatici usati lasciati all'aperto
Tombini, bacinelle, innaffiatoi, raccoglitori d'acqua
Vasche, laghetti e fontane ornamentali (utili i pesci rossi che si nutrono delle larve)
Vasi di fiori all'esterno come quelli dei cimiteri
L'allontanamento
L'allontanamento delle zanzare si effettua, oltre che con zanzariere alle finestre o al contorno dei letti, con fornelletti o spirali che utilizzano derivati del Piretro, una sostanza in grado di paralizzare questi insetti. Sono efficaci solo negli ambienti chiusi, sono poco tossici per l'uomo anche se è buona norma aerare l'ambiente dopo il loro uso. Altri prodotti a base di olii essenziali, che promettono di tenere lontane le zanzare, spesso risultano invece attraenti. Vi sono anche apparecchi che emettono ultrasuoni e lampade che attraggono con la luce le zanzare per poi eliminarle con una scarica elettrica ma sono poco efficienti proprio verso le zanzare.I repellenti
L' impedimento al raggiungimento della pelle da parte della zanzare si effettua utilizzando i cosiddetti "repellenti".I repellenti sono sostanze in grado di impedire ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni.
Quelli approvati sono tre: il DEET, la Picridina e il PMD (p-MetanDiolo) un derivato dell' olio di eucalipto.
Il DEET
Il DEET (DiEtilToluolamina) è la sostanza chimica più utilizzata negli insettorepellenti, tra il 10% e il 30% di concentrazione da una buona protezione per passare una serata all'aperto. Per le zone a rischio di malattia, come la malaria, occorre utilizzare concentrazioni superiori.La Picridina
La Picridina è di più recente introduzione, ha una protezione sovrapponibile a quella del DEET, ed è presente nella linea Autan della Bayer, dove però appare riportata con la sigla KBR 3023.Il PMD
Il PMD (ParaMatanDiolo) è l'unico tra i derivati vegetali approvato negli USA come insettorepellente anche se la sua azione è molto debole.Questo significa che gli altri estratti, come citronella, geraniolo ecc., di cui è pieno il mercato, non garantiscono la protezione anzi, in molti casi, agiscono da attrattivi per le zanzare.
L'uso degli insettorepellenti
L'uso dei repellenti, che si debbono applicare direttamente sulla pelle e che in parte vengono assorbiti nel sangue, deve essere fatto secondo specifiche regole che sono:- Applicare il prodotto solo sulle parti scoperte del corpo e non sotto i vestiti.
- Non utilizzarli su pelle irritata, con abrasioni o tagli.
- Non utilizzare spray direttamente sul volto ma sprizzare il prodotto sulle mani e poi applicarlo sul volto.
- Lavarsi quando si rientra all'interno.
- Non utilizzare per i bambini al di sotto dei tre anni.
- Queste regole valgono anche per i repellenti naturali.