domenica 19 luglio 2015

Emigrati, emigrandi, emipiccoli






Questo caldo africano sta dando alla testa a tutti.
Sembrano tutti pazzi.
Sono irascibili, scattano per un nonnulla.

Forse è un effetto cerebrale mediato dallo squilibrio idroelettrolitico.
Forse è un complesso di cose più complicato, non so.
Il risultato, però, è devastante.

Esempi? Due, soltanto.

1) In coda al Self Service dell'IKEA: una signora anziana mi sposta con una certa veemenza e mi passa claudicando davanti borbottando che qualche suo parente è davanti a me e lo deve raggiungere. Scopro che quel qualche parente era appena passato sotto alla transenna qualche metro davanti a me (e quindi - a rigore - ormai era davvero geometricamente davanti a me!). Sussurro verso mia moglie un breve commento negativo su "quella gente", quando una donna mi rimprovera e mi sorpassa dicendo che tutti loro "erano effettivamente davanti a me nell'altra fila" e quindi "dovevano" essere davanti a me anche in questa.
Era successo che un'altra linea di self service aveva appena aperto e l'unica fila d'attesa si era quindi ridistribuita in due file più brevi. Ma io non ero mai stato in alcuna fila (quindi non potevo essere stato "dietro" a nessuno!): ero semplicemente arrivato ed avevo preso posizione.
Ma non trovo utile mettersi a litigare come i capponi di Renzo, come se il cibo stesse per finire e si rischiasse di restare senza.
Risultato, ho lasciato passare davanti a me quattro persone "furbe" inutilmente aggressive, ma certamente inferiori e quindi inconcludenti, che hanno perso molto tempo per fare le loro scelte alimentari banali e conseguentemente sono rimaste indietro e sono passate alla cassa molto dopo di me, scontrandosi nel frattempo con altri avventori, con esito molto più chiassoso e negativo.

Godo moltissimo, quando riesco a fregare il popolo bue. E sembra che il popolo bue proprio non resista a dimostrare pienamente, in ogni occasione, la propria vera essenza. Anche in assenza del gran caldo, in verità...

2) G.R.A. - Roma - Rientro dal lavoro nel pomeriggio subito prima del week end di partenza delle masse: io no partirò. Intorno a me, però è tutto un sudare vociante di assatanati escursionisti del weekend in motoretta e costume da bagno (così, appena cascano, si grattugiano meglio sull'asfalto) e di turisti in partenza per "la vacanza" su auto stracariche.
Erano stati avvertiti a tappeto dai mezzi di comunicazione loro dedicati. Lo sapevano benissimo, quindi, che cosa sarebbe successo e pure esattamente a che ora... Erano stati avvertiti di evitare certi orari e naturalmente - tutti insieme - hanno lasciato che fossero "gli altri 'mbecilli" a cambiare orario...
E' quindi stato tutto inutile: sono tutti qui, insieme, contemporaneamente, sudati in posti dove altri esseri umani non possiedono neppure posti, tatuati anche sulle mucose più nascoste, zavorrati da "piercing" ormai bollenti e irritati da "tutti 'sti mortacci loro dde ggente"...
Il raccordo anulare romano è una torma fitta fitta di lemmings, lanciati in folle corsa incosciente verso il dirupo: sono insensibili a tutto, richiami, suoni, frecce, urla, incolumità, istinto di conservazione. Si alternano tratti nei quali sembra di trovarsi in un autodromo di autoscontro per berline, ad altri tratti, nei quali si procede a passo d'uomo o addirittura ci si ferma. Perché - naturalmente - c'è stato l'incidente, tra due, tre, quattro auto. e tutti, passando, devono guardare, per potere guardare e commentare, filmare, fotografare. Si mettono teatralmente le mani nei capelli, in modo che gli automobilisti dalle altre auto capiscano il tono generale del loro commento. siamo Italiani.

Un popolo veramente bue: non ci sono più neppure i poeti, gli eroi, i santi, né i navigatori. Erano tutti tra gli emigrati, gente saggia, quella...