giovedì 24 luglio 2014

BOLLETTINO ARCHEO-ANTROPOLOGICO SARDO

Pur essendo un articolo in qualche modo incompleto e lacunoso (per dirne una: manca qualsiasi  accenno alle numerose, complesse ed affascinanti forme di scrittura che si sono sviluppate sull'isola), pure  si tratta di uno scritto interessante e profondo nei temi che l'autrice - una giovane e colta archeologa antropolga - tratta con grande competenza e distacco.


di Carla Deplano*

gig**

La Sardegna, centro plurimillenario di rigenerazione, alimenta con integrazione cosmica tutto il Mediterraneo attraverso migliaia di invisibili cordoni ombelicali geomantici generati sul percorso Delfi-Karales. Le lito-interfacce telluriche energetiche e vibrazionali disseminate sul territorio sardo in corrispondenza dei pozzi sacri provano la scoperta dell’Acqua calda da parte degli Shardana, dominatori del mondo e lontani antenati di Ennio Porrino, che strapparono il primato ai Venusiani superandoli con le navicelle spaziali dette Pintadere, pilotate dai Bronzetti verdi con quattro occhi e antenne.
Stando alle ultime indiscrezioni, alieni atlantidei e la setta degli Illuminati custodirebbero il Graal sotterrato dai Templari nella ziqqurat di Monte d’Accoddi e ci controllerebbero con le scie chimiche. È quanto emerge dalle indagini archeologiche terrestri e aeree concentrate a macchia d’olio sul Capoi Nord cofinanziate dalla Regione Sardegna.
A Quartucciu, nel convegno di ufologia “Star Gate”, è stata finalmente chiarita l’origine dei 21 cerchi concentrici comparsi sulla spiaggia di Orosei: in tutto simili a quelli di Settimo S. Pietro e di Villaspeciosa, sarebbero vortici di plasma, frutto di tecnologie extraterrestri e manifestazioni di entità spirituali metadimensionali. I tre testimoni, figli degli scopritori delle Teste di Modigliani nel Fosso Mediceo di Livorno (1984 d.C.), raccontano di aver avvistato un meteorite e triangoli di luce in corrispondenza dei crops circles mentre si trovavano in camporella nelle campagne di Villaspeciosa.
Dell’ultima ora la notizia del rinvenimento di un gigantesco fiore di catrame nel Golfo degli Angeli dirimpetto al molo Ichnusa durante i lavori di dragaggio per l’approdo delle navi da crociera. Il residuo del materiale compresso nel sottosuolo, che ha trovato una via d’uscita sul fondale raffreddandosi, sarebbe pertinente all’eruzione del vulcano sottomarino Itagatzu citato da fonti storiche (Platone e Frau) che ha provocato lo tsunami che ha sommerso la civiltà nuragico-atlantica ed estinto gli ultimi dinosauri, rifugiati nell’isola dopo la seconda glaciazione.
Come è noto, dai tempi dei tempi in Sardegna l’entropia quantistica tra afflati metafisici promana una sensualità esoterica e dall’uovo cosmico si è generata in Barbagia una popolazione isolata che deficita dell’enzima g6pd a causa delle unioni tra consanguinei e in cui l’80% degli uomini ha più di 130 anni. Un gruppo di studiosi ha dimostrato che l’accorciamento della vita media delle ultime generazioni che popolano le zone costiere è dovuto alla recente emersione dal sottosuolo di un fluxus vortex di fattori esplosivo-vettoriali fallici legati al culto del dio Toro che, in contrasto con i vortici implosivi base della vita di Shauberger (come la spirale e l’elicoide nella necropoli di Montessu) penetrano e violano la materia, alterando meridiani e paralleli geomantici con micro tsunami genetici e psico-energetici.
Alcuni genetisti si sono recentemente trasferiti in Sardegna per studiare i Nephilim noti come “Giganti di Monti Prama”. Questi, stando alle ultime indagini, non sarebbero i “figli di Dio” angeli del Libro di Enoch, ma i figli dei figli di Set che si mescolarono coi depravati “figli degli uomini” discendenti di Caino sterminati nel diluvio universale mentre Noè festeggiava il suo seicentesimo compleanno.
Contro l’opinione comune che si tratti di neandertaliani sopravvissuti, prototipi dei Mamuthones, gli scienziati hanno scoperto che i Nephilim nascosti per 40 anni sotto il Museo archeologico di Cagliari appartengono ad una progenie pietrificata e geneticamente modificata, frutto di un’inseminazione artificiale operata da esseri interdimensionali rettiliani (per i Sumeri gli Annunaki, per gli ufologi gli abitanti di Nibiru) con stretti rapporti con la popolazione di Atlantide.
Insomma, nell’Isola dei Misteri i misteri non finiscono mai e, a fronte del noto fenomeno del nanismo isolano, qui vivevano dei giganti che venivano sepolti in tombe altrettanto giganti con funzione curativa energetico-vibrazionale (da cui la Giganto-terapia ancora praticata in loco), oltre a delle fate che venivano sepolte in tombe minuscole in cui si celebravano riti tantrico-orgiastici con gesuiti euclidei vestiti come bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming.


* Archeologa non praticante, antropologa e storica dell’arte
**Nella foto: Ritrovamento di gigante non pietrificato