domenica 28 settembre 2014

TOCCATO.


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L’armatabrancaleoneshardariana reagisce abitualmente in modo volgare e scomposto, ogni qualvolta subisca un affondo in un punto sensibile.
È bastato postare un link ad un blog di recente comparsa, nel quale figurano alcuni dei nomi dei guerrieri shardariani e subito, apriti cielo! Lesa maestà.
Perché chi scriveva, diceva le cose come, forse, davvero stanno.
E – pare – stanno veramente male...

Subito, come in una sceneggiata di Mario Merola, i guerrieri dell’armata si lacerano le vesti, si strappano i capelli per “l’offesa ricevuta” da parte di creature immonde, notoriamente nefaste a tutta la società.
Si sprecano allora verso costoro le calunnie, gli attributi a base d’escrementi e di anellidi invertebrati (tutta materia molto familiare all’Armatabrancaleoneshardariana, che ci vive dentro) e le ormai abituali minacce di ricorrere alla Polizia Postale.
A parte il fatto che la Polizia Postale ha certamente di meglio da fare che correre dietro agli isterismi di pseudoscienziati permalosi e grifagni, c’è da dire che, visto il loro personale turpiloquio e le vere calunnie che essi portano, la minaccia finirebbe – credo – col ritorcersi immediatamente contro di loro.

Ecco: proprio questo tipo di reazione scalmanata ed urlante costituisce di per sé una prova. Non è affatto il comportamento tipico dello scienziato o del ricercatore: questo - di fronte a chi gli dice “Sei in errore, dici sciocchezze” - semplicemente decuplica i propri genuini sforzi per convincere con la forza della logica l’avversario. Non con la diffamazione, la calunnia e l'invettiva.
Ma qui, invece, ci troviamo piuttosto di fronte alla reazione esagitata e contorsionista del cialtrone guitto scoperto con le mani nella marmellata.
Sono lieto che si contorcano.

Personalmente sono contento anche di scoprire che – nella lotta per arginare la loro Incultura aggressiva e petulante – non sono affatto solo. Non conosco i miei alleati in questa avventura e non ne condivido completamente i modi, ma sono lieto che ci siano e so che non sono affatto così volgari ed ordinari come vogliono sembrare: si richiede una persona colta e sensibile per riconoscere la volgarità dell’inganno culturale e per decidere di combatterlo.

Il che – si deve ammettere – è già molto di più di ciò che fa la pavida pattuglia dell’Accademia, prudentemente chiusa nelle proprie aule universitarie, tremebonda e tutta impegnata ad evitare ogni scontro abrasivo, nel tentativo di far passare per elegante distacco intellettuale la propria codardìa ed il proprio colpevolissimo immobilismo...

Un’Accademia matura e cosciente di sé e delle proprie responsabilità produrrebbe – ad ogni uscita del guitto cialtrone – sferzanti comunicati ufficiali (e scomuniche scientifiche pubbliche) e contemporaneamente diffiderebbe la Stampa isolana dal propalare idiozie, dall’accorrere ad ogni richiamo del ciarlatano, dal diffondere Incultura.

Ma inoltre, si dovrebbe indagare (e chi, meglio della Stampa?) sulle gravi accuse di pagamenti in nero, di autoinviti a raduni d’ogni genere, di sfruttamento in ogni modo (economico, d’immagine, politico) di ogni situazione, sagra, aggregazione popolare. 

Perché non si fa?
Non ci si rende conto del fatto che proprio questo comportamento pavido, proprio questa lunga serie di colpevoli assenze dà maggiore coraggio al ciarlatano?
Non ci si rende conto che non tutti – nel vasto pubblico degli astanti, dei partecipanti, dei lettori – sono attrezzati per distinguere il vero dal falso?

Pazienza: la situazione è questa, al momento.

Io, da parte mia, ho una serena certezza: vincerò io.
Non perché io sia forte in prima persona.
Bensì perché mi sono scelto un alleato veramente imbattibile.
Come ho fatto?
Semplice.

Io non chiedo soldi.
Io non chiedo riconoscimenti.
Io non cerco di radunare intorno a me un gruppo di fedeli sodali, succubi ed incubi (anche se Luigi Amedeo Sanna sostiene amabilmente di sì: perché questo è proprio quello che ha fatto lui).
Io non mi faccio invitare di qua o di là a pranzi, cene, feste o altro.
Io non parteciperò alle elezioni, né in Sardegna, né altrove.

Pertanto, io non ho affatto bisogno di mescolare denaro, potere o politica alla Storia ed all’Archeologia. Che siano Sarde, oppure no, è sempre meglio che stiano da sole...

Invece loro sì: lo fanno sempre, per metodo, immancabilmente.

Per questo so che vincerò io.

Il mio alleato è la Verità.