mercoledì 24 ottobre 2012

Il colore rosso

Caro Pasuco:
Il tema di oggi riguarda sia la vista che il gusto e penso che in parte ti susciterà forse anche ribrezzo, ma alla fine, credo, sarai contento di sapere quello che ho in serbo per te da riferirti.
Prima ti faccio una o tre  domande: hai presente quelle caramelline (o chewing gum) che acquisti ogni tanto, magari per l’alito, oppure perché proprio ti piacciono, e che possiedono quel delicato colore rosa o malva, oppure quel deciso colore scarlatto o un aggressivo vermiglione o addirittura carminio?
Hai presente quell’aperitivo rosso brillante che consumi durante la “happy hour” al bar dell’ufficio, oppure quello sotto casa? Hai mai assaggiato – o fatto tu stesso – quelle deliziose tartine con il succedaneo del caviale rosso (uova di capelin) dalla seducente trasparenza rosso-arancio?
Hai presente quel fard/rossetto/ombretto che ti è tanto caro per l’effetto veramente fantastico che fa sul tuo viso?
Benissimo, proprio quello: Si chiama Carminio E 120 (ed E124), ed è un colorante naturale, permesso quindi anche nell’industria dolciaria, per la colorazione delle bibite, oltre che nei cosmetici per contatto cutaneo, in alcuni inchiostri ed in tintoria. Per la completezza, sarebbe obbligatoria una descrizione di alcune particolarità (non tutte, però!) del prodotto, sull’etichetta.
Una delle cose che si devono dichiarare, ad esempio, è che il prodotto può “influire negativamente sullo stato di attenzione dei bambini” (sindrome del bambino iperattivo). Inoltre, il consumo giornaliero deve essere limitato a 0,7 mg/kg di peso corporeo (precedentemente era permesso un consumo fino a 4 mg/kg). La Food and Drug Administration ha reso pubblici alcuni casi di allergia a questo colorante, per cui esso rappresenta un prodotto non raccomandato nei soggetti affetti da asma allergico o diatesi allergica. Le norme alimentari ebraiche (Kosherut) ne bandiscono drasticamente  il consumo, elencandolo tra gli alimenti proibiti.
A questo punto, Pasuco, tu mi chiederai: “E a me che me ne importa, visto che non sono un bambino da molti anni e non sono mai stato asmatico, né Ebreo?”.
Che cosa c’è di male? Proprio nulla, in fondo, salvo forse la tua ignoranza di alcuni piccoli dettagli. Ulteriori, poco importanti dettagli, ma che è bene sapere, per potere esercitare appieno il proprio libero arbitrio.
Per esempio: che cosa è, esattamente, il colorante Carminio E120/E124? Dove viene prodotto? Da che cosa si ricava?
Circa la sede di produzione: il colorante viene prodotto in Perù (85% della produzione mondiale) e la restante parte è prodotta nelle Canarie ed in Spagna meridionale, guarda un po’!
Che cosa è: l’E120 è un estratto purificato della femmina di un insetto, la Cocciniglia (Dactylopius Coccus): la quantità di colorante è massima nelle femmine gravide, poco prima che depongano le uova. Per produrre un kg di colorante occorrono circa 100.000 insetti, uno più, uno meno. Destinate alla raccolta dell’insetto sono in genere le donne, che le staccano con sottili lamine metalliche (le ‘piantagioni’ si trovano in genere su piante di fico d’india). Si fanno seccare gli insetti e si tritura il carapace (il ‘guscio’ esterno), estraendone con acqua calda il colorante. È possibile ridurre la potenziale allergenicità con estrazione enzimatica (idrolisi) delle proteine, am il prodotto - dopo - costa di più...
D’altro canto la Cocciniglia produce il proprio secreto denso ed appiccicoso, l' acido carminico e se ne ricopre esternamente, proprio come arma di difesa contro i predatori: anche in natura, quindi, esso non è originariamente inteso come una specialità culinaria. Le cocciniglie sono comunemente note come insetti nocivi in relazione alla gravità dei danni, sia diretti che indiretti, che arrecano a numerose essenze vegetali di interesse agrario e forestale in vaste aree del globo. In realtà, alcune delle oltre 6.000 specie già conosciute (Kosztarab, 1987) vengono utilizzate dall'uomo, sin dall'antichità, a proprio beneficio, talora anche a scopo alimentare. Basti ricordare, ad esempio, che la manna, citata nella Bibbia come unica fonte di sostentamento del popolo ebraico durante l'esodo attraverso il deserto, era presumibilmente composta dagli escrementi zuccherini prodotti dagli Pseudococcidi Trabutina mannipara (Ehrenburg) e Naiacoccus serpentinus Green infeudati alle tamerici nel deserto del Sinai (Brown, 1975), o che il Cerococcide Cerococcus querqus Comstock veniva ampiamente utilizzato dagli Indiani d'America come precursore del chewing-gum (Kosztarab, 1987).
Altre entità sono ancora oggi impiegate in procedimenti industriali per la produzione di lacca [Kerria lacca (Kerr)] (Kosztarab, 1987), cera per candele [Ericeus pela (Chavannes)] (Ben-Dov, 1993) e coloranti; delle numerose specie di cocciniglie da cui questi ultimi prodotti possono essere ricavati, Dactylopius coccus (Costa) è, probabilmente, quella che riveste maggiore interesse economico vista l'importanza del suo estratto, il carminio.
Tutto qui, Pasuco: ora hai gli elementi per scegliere liberamente.
In estremo Oriente, in Australia  ed in Sud America mangiano tradizionalmente vari insetti, crudi o cotti e non se ne lamentano: anzi, in alcuni casi ne parlano come di ghiottonerie. Non ci sarebbe alcunché di strano che anche noi occidentali istruiti ed evoluti in fondo ci cibassimo di un estratto di insetto.
Meglio, però, farlo dopo esserne stati bene informati, credo, piuttosto che farlo senza saperlo. E - comunque - sempre meglio la Cocciniglia, piuttosto che l'ossido di piombo (Minio) estremamente tossico, che si usava in precedenza!