giovedì 15 novembre 2012

Il Giardino Nell' Eden


Premesso che si parla di "Giardino nell’Eden", laddove Eden significa "deserto" e pertanto rende tanto più ammirevole la realizzazione in loco di un giardino… Qui, caro Pasuco, ci si riferisce al simbolo di "Culla dell'Umanità".

Come per molti altri posti (carichi di significati e simbolismi), anche per l’Eden sono stati proposte molte e differenti sedi. 
Adesso ne giunge una inaspettata: quella dell’inospitale terra di confine tra la Namibia e l’Angola. La Genetica di Popolazioni dimostra – a mezzo una vasta indagine genetica – che circa 14 popolazioni ancestrali si trovano nella zona meridionale ed occidentale dell’Africa e che quella è l’origine degli uomini moderni. I nuovi dati ottenuti serviranno anche a dare maggiore equilibrio al quadro genetico umano così come è stato conosciuto fino ad oggi, basandosi prevalentemente su dati asiatici ed europei. Forse, si otterranno anche dati sull’origine vera e propria della specie umana, dato che questa si sviluppò proprio in Africa (A. Brooks, antropologa, G. Washington University).
 
Si assume che l’origine di una specie sia avvenuta nella località in cui il suo patrimonio genetico  mostra la maggiora diversità genetica, visto che già la semplice partenza migratoria di un gruppo umano ne semplifica il genoma originale… 
Per quanto riguarda la razza umana, questo posto si trova  nell’Africa sud occidentale, non lontano dal deserto del Kalahari ((S. A. Tishkoff, Università della Pennsylvania, direttrice della ricerca, articolo su Scienze). 
Il luogo viene descritto come una località che presenta alcuni alberi, ma anche sabbie profonde e non appare particolarmente simile ad un giardino. E’ la residenza dei "buhsmen" (noti anche come "popolo San"), caratterizzati da un linguaggio fatto di molti suoni particolari detti "click". Secondo i ricercatori, in passato i San non erano necessariamente confinati in una zona ristretta come adesso.
Si pensa anzi che occupassero una zona molto più ampia, estesa dall’Africa meridionale fino all’attuale Etiopia, più a nord est. 
Dato che la ricerca si riferisce ad un patrimonio genetico di popolazione e non ad un sito geografico, i San (con il loro patrimonio genetico di maggiore diversità) potevano – nel passato – essere stanziati altrove. 
 
C. Ehret (esperto di linguaggi africani, Università di California, L.A.), membro della squadra, riferisce dell’esistenza nelle lingue dell’Africa orientale di "prestiti" da parte delle lingue "click". Questo potebbe far supporre che il linguaggio ancestrale di tutte le lingue "click", il "proto-Khoisan" potrebbe essere originario dell’Africa orientale.
Pertanto, il linguaggio dei primi uomini anatomicamente moderni potrebbe essere andato incontro a due  precoci ramificazioni: da una parte quello Khoisan con i suoni "click" e dall’altra gli altri tre gruppi di lingue Africane (il Nilo Saariano, , il Niger Kordofaniano e l’Afroasiatico). I suoni "click" sono difficili da pronunciare in un discorso fluente e sono praticamente assenti fuori dall’Africa.
Un’altra scoperta interessante è data dall’alto grado di corrispondenza tra i linguaggi africani e l’appartenenza genetica di chi li parla. Questo diventa molto utile nel determinare i casi di sostituzione del linguaggio.
I vari gruppi di Pigmei africani mostrano seppure lontane somiglianze genetiche con i Kohisan ed altri parlanti click, il che dimostrerebbe che  - pur avendo oggi adottato linguaggi differenti dagli attuali vicini – un tempo anche i pigmei parlavano un linguaggio Kohisan.
Un altro esempio di non corrispondenza sono i Luo del Kenia (cui apparteneva il padre del presidente Obama). I Luo parlano un linguaggio Nilo Saariano e si pensa che siano di origine Sudanese, ma geneticamente possiedono una pesante commistione con i parlanti Bantu. 
Con calcoli genetici (a mezzo "orologio molecolare" e densità di marcatori) si è potuti risalire  al punto di uscita di un piccolo gruppo (forse solamente 150 persone), che lasciò l’Africa circa 50.000 anni fa, per popolare il resto del mondo: la regione è ubicata circa a metà della costa africana del Mar Rosso.
 
Le 14 popolazioni ancestrali che il gruppo di ricerca ha potuto distinguere sono oggi molto commiste, geneticamente, con la sola eccezione dei Bantu parlanti.