martedì 20 novembre 2012

STONEHENGE





BUGIE... 



Foto (1) Lavori del 1901 a Stonehenge: tutto il sito è in trattamento


Per decenni le guide ufficiali di Stonehenge hanno riportato copiosi fatti affascinanti, molti numeri e varie teorie circa uno dei più grandi monumenti preistorici. Ciò che non compare mai – nella carta patinata dei ‘pamphlets’ – è la sistematica opera di ricostruzione che del vetusto circolo di pietre è stata fatta nel XX secolo. 
Stonehenge: lavori del 1920: interi grossi massi sono rimossi, per metterli nella posizione considerata 'giusta'.

Il restauro è stato discretamente sottaciuto, per cui la stragrande maggioranza dei milioni di visitatori e turisti ignorano di non ricevere un’informazione completa.
Lavori del 1958 a Stonhenge: raddrizzamento di una pietra Sarsen
Come si vede bene nella foto (1) 
nel 1901 si condusse un restauro, che causò indignazione diffusa a quel tempo, ma che raramente viene citato nelle guide, perché significa che Stonehenge non è tanto oro quanto riluce: molto di quello che il visitatore vede risale infatti a solo poche decine di anni fa.

Dal 1901 al 1964 la maggior parte delle pietre del circolo fu restaurata in una serie di ‘ritocchi’ che  hanno tramutato il monumento in ‘un prodotto dell’eredità industriale del XX secolo’, per usare l’espressione di un archeologo. 
Lavori del 1958 a Stonehenge; completamento di un trilite

Oggi il comune modo di sentire è differente da allora: se allora si nascose sotto un angolo del tappeto un lavoro di restauro volto a ricostruire Stonehenge proprio come allora si pensava essa dovesse essere in origine, adesso si pensa che quella ricostruzione degli anni ‘60 faccia parte della storia del monumento e debba essere detta, anche se con qualche imbarazzo. L’archeologa inglese J. Hawkes ebbe a dire: “Ogni epoca ha la Stonehenge che desidera, o merita”.
C. Chippindale, archeologo dell’Università di Cambridge,ammette che “Non molto di quel che vediamo oggi a Stonehenge non è stato toccato in qualche modo”.
Un giovane studente ricercatore dell’Università of the West of England – Brian Edwards – ha scoperto alcune rare fotografie che mostrano il corso dei lavori di quasi totale ricostruzione del monumento, ha dichiarato: “E’ come se Stonehenge fosse stata ‘storicamente resettata’. Per troppo tempo la gente è stata tenuta all’oscuro circa la reale portata di ciò che è successo nel lavoro di restauro. Sono stupefatto di quanto fossero poche le persone a conoscenza dei fatti. Credo sia un’ottima cosa che i testi delle guide li riportino per intero da ora in poi”.
Più di un milione di visitatori restano profondamente colpiti ogni anno, perché a Stonehenge credono di affacciarsi in un’altra epoca per osservare una tecnologica primitiva superstite, ed immaginano la forza muscolare richiesta per il trasporto dei monoliti. Restano confusi in muta ammirazione, considerando la sacralità del posto, il primo calcolatore dell’uomo, il preciso sistema di tenone e mortasa che regge i triliti sagomati per chiudere un cerchio, le implicazioni religiose e pratiche dell’allineamento con i solstizi, la sonorità suggestiva, forse voluta già nel progetto.
Ma ci sono quegli anni dimenticati, purtroppo. Anni nel corso dei quali intere squadre di operai si sono arrovellati con le gru più grandi di cui disponesse l’impero britannico per raddrizzare le pietre,  per rimettere in asse triliti pendenti, sostituire pezzi caduti dalle enormi pietre Sarsen. I lavori furono eseguiti tra gli anni ‘20 ed i ‘30 dal grosso industriale della marmellata Alexander Keiller.
Edwards puntualizza che “Stiamo guardando in realtà un paesaggio degli anni 20, che rappresenta ciò che Stonehenge potrebbe essere stata millenni fa: è la creazione di un industria dell’Eredità Comune e non la creazione genuina di gente preistorica. Ciò che consideravamo millenario ha meno di un secolo”.
The Restoration and Rebuild
Il primo restauro di Stonehenge fu iniziato nel 1901, circa 111 anni fa. E non era affatto un segreto: le colonne del Times erano piene di lettere di protesta di vario genere, tutte volte a fermare i lavori. Ma il primo stadio dei lavori procedette senza intoppi, malgrado la critica rabbiosa del guru del momento John Ruskin, che proclamò: “Il restauro è una menzogna”. Col tempo, i lavori acquistarono un certo momento e nuove campagne di ricostruzioni firono effettuate nel 1919, 1920, 1958, 1959, 1964. Tanto che Chippindale ammette: “Quasi tutte le pietre sono state spostate ed oggi poggiano sul cemento”.
Una pietra fu raddrizzata nel 1901, altre sei nel 1920, altre tre nel 1959 ed altre quattro nel 1964. Inoltre ci fu lo scavo della ‘Pietra dell’Altare’ ed il raddrizzamento del Trilite nel 1958.
Le guide scritte e sonore di Stonehenge non citano alcunché: salvo riportare (a pag 18) che “un certo numero di pietre inclinate e cadute sono state rimesse a posto”. Il che – però – non lascia neppure sospettare l’entità dei lavori, che riguardarono la totalità del monumento.
In realtà, però, un osservatore attento non può non domandarsi come mai il quadro del 1835 di John Constable (pag 18 e 19) 
La drammatica differenza fra il quadro del 1835  e l'aspetto presente di Stonehenge

riproduca un monumento così terribilmente differente da quello di oggi, riprodotto nelle fotografie (a pag 28 e 29). Nelle stagioni asciutte, sarebbe ancora possibile vedere che il ‘turf’ si stacca dalle basi delle pietre e ne rivela la base in cemento, se l’accesso vicino al monumento non fosse ristretto solo a pochi.
Ci si potrebbe chiedere come sia potuto accadere che un’opera così massiccia di ricostruzione ad un monumento importante e conosciuto come Stonehenge sia passata quasi completamente inosservata. Di fatto, però, ancora oggi è difficile trovarne chiara menzione.  Le fotografie mostrano chiaramente la ricostruzione in corso. Alcune furono scoperte da Chippindale stesso. Molt, naturalmente, andarono perdute. Altre furono scoperte da Edwards, che trovò libretti guida precedenti, in un’epoca in cui ancora la cosa non era pudicamente tenuta nascosta.
Ora, in fondo, se qualcuno intraprende il viaggio per andare fino a Stonehenge – magari da molto lontano – è giusto che conosca questa storia.
Anche perché così saprà mostrare il giusto scetticismo di fronte agli astroarcheologi e ai fanatici di archeoacustica.
Ti viene in mente qualche cosa, Pasuco?