Foto (1) Lavori del 1901 a Stonehenge: tutto il sito è in trattamento |
Per decenni le guide ufficiali di Stonehenge hanno
riportato copiosi fatti affascinanti, molti numeri e varie teorie circa uno dei
più grandi monumenti preistorici. Ciò che non compare mai – nella carta
patinata dei ‘pamphlets’ – è la sistematica opera di ricostruzione che del
vetusto circolo di pietre è stata fatta nel XX secolo.
Stonehenge: lavori del 1920: interi grossi massi sono rimossi, per metterli nella posizione considerata 'giusta'. |
Il restauro è stato
discretamente sottaciuto, per cui la stragrande maggioranza dei milioni di
visitatori e turisti ignorano di non ricevere un’informazione completa.
Lavori del 1958 a Stonhenge: raddrizzamento di una pietra Sarsen |
Come si vede bene nella foto (1)
nel 1901 si condusse
un restauro, che causò indignazione diffusa a quel tempo, ma che raramente
viene citato nelle guide, perché significa che Stonehenge non è tanto oro
quanto riluce: molto di quello che il visitatore vede risale infatti a solo
poche decine di anni fa.
Dal 1901 al 1964 la maggior parte delle pietre del
circolo fu restaurata in una serie di ‘ritocchi’ che hanno tramutato il monumento in ‘un prodotto dell’eredità
industriale del XX secolo’, per usare l’espressione di un archeologo.
Lavori del 1958 a Stonehenge; completamento di un trilite |
Oggi il comune modo di sentire è differente da
allora: se allora si nascose sotto un angolo del tappeto un lavoro di restauro
volto a ricostruire Stonehenge proprio come allora si pensava essa dovesse
essere in origine, adesso si pensa che quella ricostruzione degli anni ‘60 faccia
parte della storia del monumento e debba essere detta, anche se con qualche
imbarazzo. L’archeologa inglese J. Hawkes ebbe a dire: “Ogni epoca ha la
Stonehenge che desidera, o merita”.
C. Chippindale, archeologo dell’Università di
Cambridge,ammette che “Non molto di quel che vediamo oggi a Stonehenge non è
stato toccato in qualche modo”.
Un giovane studente ricercatore dell’Università of
the West of England – Brian Edwards – ha scoperto alcune rare fotografie che
mostrano il corso dei lavori di quasi totale ricostruzione del monumento, ha dichiarato:
“E’ come se Stonehenge fosse stata ‘storicamente resettata’. Per troppo tempo
la gente è stata tenuta all’oscuro circa la reale portata di ciò che è successo
nel lavoro di restauro. Sono stupefatto di quanto fossero poche le persone a
conoscenza dei fatti. Credo sia un’ottima cosa che i testi delle guide li
riportino per intero da ora in poi”.
Più di un milione di visitatori restano profondamente
colpiti ogni anno, perché a Stonehenge credono di affacciarsi in un’altra epoca
per osservare una tecnologica primitiva superstite, ed immaginano la forza
muscolare richiesta per il trasporto dei monoliti. Restano confusi in muta
ammirazione, considerando la sacralità del posto, il primo calcolatore
dell’uomo, il preciso sistema di tenone e mortasa che regge i triliti sagomati
per chiudere un cerchio, le implicazioni religiose e pratiche dell’allineamento
con i solstizi, la sonorità suggestiva, forse voluta già nel progetto.
Ma ci sono quegli anni dimenticati, purtroppo. Anni
nel corso dei quali intere squadre di operai si sono arrovellati con le gru più
grandi di cui disponesse l’impero britannico per raddrizzare le pietre, per rimettere in asse triliti pendenti,
sostituire pezzi caduti dalle enormi pietre Sarsen. I lavori furono eseguiti
tra gli anni ‘20 ed i ‘30 dal grosso industriale della marmellata Alexander
Keiller.
Edwards puntualizza che “Stiamo guardando in realtà
un paesaggio degli anni 20, che rappresenta ciò che Stonehenge potrebbe essere
stata millenni fa: è la creazione di un industria dell’Eredità Comune e non la
creazione genuina di gente preistorica. Ciò che consideravamo millenario ha
meno di un secolo”.
The Restoration and Rebuild
Il primo restauro di Stonehenge fu iniziato nel 1901,
circa 111 anni fa. E non era affatto un segreto: le colonne del Times erano
piene di lettere di protesta di vario genere, tutte volte a fermare i lavori.
Ma il primo stadio dei lavori procedette senza intoppi, malgrado la critica
rabbiosa del guru del momento John Ruskin, che proclamò: “Il restauro è una menzogna”.
Col tempo, i lavori acquistarono un certo momento e nuove campagne di
ricostruzioni firono effettuate nel 1919, 1920, 1958, 1959, 1964. Tanto che
Chippindale ammette: “Quasi tutte le pietre sono state spostate ed oggi
poggiano sul cemento”.
Una pietra fu raddrizzata nel 1901, altre sei nel
1920, altre tre nel 1959 ed altre quattro nel 1964. Inoltre ci fu lo scavo
della ‘Pietra dell’Altare’ ed il raddrizzamento del Trilite nel 1958.
Le guide scritte e sonore di Stonehenge non citano
alcunché: salvo riportare (a pag 18) che “un certo numero di pietre inclinate e
cadute sono state rimesse a posto”. Il che – però – non lascia neppure
sospettare l’entità dei lavori, che riguardarono la totalità del monumento.
In realtà, però, un osservatore attento non può non
domandarsi come mai il quadro del 1835 di John Constable (pag 18 e 19)
La drammatica differenza fra il quadro del 1835 e l'aspetto presente di Stonehenge |
riproduca un monumento così terribilmente differente da quello di oggi,
riprodotto nelle fotografie (a pag 28 e 29). Nelle stagioni asciutte, sarebbe
ancora possibile vedere che il ‘turf’ si stacca dalle basi delle pietre e ne
rivela la base in cemento, se l’accesso vicino al monumento non fosse ristretto
solo a pochi.
Ci si potrebbe chiedere come sia potuto accadere che
un’opera così massiccia di ricostruzione ad un monumento importante e
conosciuto come Stonehenge sia passata quasi completamente inosservata. Di
fatto, però, ancora oggi è difficile trovarne chiara menzione. Le fotografie mostrano chiaramente la
ricostruzione in corso. Alcune furono scoperte da Chippindale stesso. Molt,
naturalmente, andarono perdute. Altre furono scoperte da Edwards, che trovò
libretti guida precedenti, in un’epoca in cui ancora la cosa non era
pudicamente tenuta nascosta.
Ora, in fondo, se qualcuno intraprende il viaggio per
andare fino a Stonehenge – magari da molto lontano – è giusto che conosca
questa storia.
Anche perché così saprà mostrare il giusto scetticismo di fronte agli astroarcheologi e ai fanatici di archeoacustica.
Ti viene in mente qualche cosa, Pasuco?