giovedì 29 gennaio 2015

OTZI, ancora.

Nuovi tatuaggi antichi.


Sono stati rinvenuti 'nuovi' tatuaggi su Otzi (l'Uomo 'di 

ghiaccio' di Similaun che fu rinvenuto nel ghiacciaio della 

Val Venosta).   La notizia è interessante, anche se - 

apparentemente - sembrerebbe impresa davvero dappoco il 

rinvenimento di un tatuaggio. La realtà dei fatti è diversa: la 

cute di Otzi (ben lontana dall'essere cute 'normale', ormai) si 

è molto scurita nel tempo e questo rende necessario l'uso di 

una tecnica fotografica non invasiva particolare, che 

permette di identificare tatuaggi anche solo presenti nello 

strato profondo dell'epidermide... E ciò è proprio quello che 

hanno fatto i ricercatori del EURAC, scoprendo una nuova 

serie di piccole linee nella zona costale anteriore inferiore 

destra di Otzi...



Illustrazione dei nuovi tatuaggi di Otzi (da Samadelli 2009:52).  La colorazione scura dei segni - si ritiene - fu ottenuta con ripetute epplicazioni nel tempo, in ciascuna sede, del pigmento (probabilmente, polvere di carbone di legno) 
[Credit: © Lars Krutak]

Già gli scopritori del corpo di Otzi avevano notato, fin dal 

giorno della scoperta, il 19 settembre 1991, la presenza dei 

suoi tatuaggi. Da allora, sono stati effettuati numerosi studi 

su entità, modalità e classificazione dei segni tatuati.

Ma ora, utilizzando una nuova metodica che egli stesso ha 

messo a punto, Marco Samadelli (scienziato dell'EURAC - 

Istituto per Le Mummie e per l'Uomo di Ghiaccio) ha potuto 

effettuare una completa mappatura di tutti i tatuaggi di Otzi, 

che sono - si deve ricordare - tra i più antichi tatuaggi mai 

rinvenuti nel mondo...





Visione d'insieme dei tatuaggi.
 [Credit: © Marco Samadelli

Samadelli ha fotografato il corpo della mummia da angoli differenti, adottando una procedura multi-spettro, che copre l'intera gamma delle lunghezze d'onde luminose, dall'infrarosso all'ultravioletto. Ciò ha permesso a quei tatuaggi che oggi non sono più visibili ad occhio nudo di apparire, con grande nitidezza.
I 61 segni marchiati sul corpo di Otzi consistono in linee, della lunghezza variabile da 0.7 a 4 centimetri, più spesso disposte in gruppi di due, tre o quattro linee parallele; sono inoltre presenti due croci. 


La Tabella mostra posizione e forma dei gruppi di tatuaggi. Variano in dimensioni da  1 mm (0.03 inches) e 3 mm (0.1 inches) ed in spessore da 7 mm (0.2 inches) a 40 mm (1.5 inches). La maggior parte consiste di  linee parllele tra loro: ma in due sedi è stata tracciata una croce (cavilgia e ginocchio sinistro) 
[Credit: Samadelli M, SLaschitz Gr/ Eurac-Archaeological Museum Bolzano] 


I nuovi segni scoperti nella parte anteriore-inferiore della 

gabbia toracica di Otzi sono rilevanti perché la maggior parte 

degli altri segni è localizzata nella parte inferiore del dorso, 

negli arti inferiori (tra ginocchia e piede). A proposito delle 

varie differenti sedi, è opinione di alcuni ricercatori che i 

segni fossero parte di un procedimento magico-terapeutico, 

una specie di 'agopuntura' antelitteram per alleviare il dolore 

delle giunture. I segni appena scoperti sulla gabbi toracica 

hanno riaperto il dibattito circa il ruolo del tatuaggio in tempi 

preistorici. Le posizioni si distinguono, comprensibilmente, 

tra sostenitori di una funzione terapeutica, un'altra magico- 

simbolica ed infine una religiosa. 





 
I tatuaggi di Otzi (sopra) si trovano prevalentemente in zone sottoposte a logoramento da trauma o da usura, indirizzando il giudizio degli archeologi verso la pratica dell'agopuntura, un'antichissima pratica contro il fastidio articolare. Le radiografie eseguite in corrispondenza delle zone tatuate hanno rivelato la presenza di aree degenerative che potevano creare dolore.
 [Credit: Samadelli M, SLaschitz Gr/Eurac-Archaeological Museum Bolzano] 


Le fotografie dell'articolo sono state scattate nella cella 

refigerata  destinata alla mummia e sita nel Museo di 

Archeologia del Sud Tirolo. Ciascuna immagine è stata 

scattata sette volte, ogni volta utilizzando una differente 

lunghezza d'onda. Questo ha permesso di raggiungere ogni 

volta uno strato cutaneo di profondità differente, in 

ognuno dei quali poteva essere presente una certa quantità 

di polvere di carbone usata come pigmento per il tatuaggio. 

Le onde ultraviolette si sono dimostrate utili per gli strati 

cutanei superficiali, mentre le infrarosse più adatte agli 

strati profondi.

I risultati completi sono stati pubblicati sul "Journal of 

Cultural Heritage"

Fonte: 
European Academy of Bozen/Bolzano 
[January 27, 2015]


New tattoos discovered on iceman 

Oetzi 


 With the aid of a non-invasive photographic technique, researchers at the EURAC-Institute for Mummies and the Iceman have been able to show up all the tattoos on the man who was found preserved in a glacier, and in the process have stumbled upon a previously unknown tattoo on his ribcage. This tattoo is very difficult to make out with the naked eye because his skin has darkened so much over time. The latest sophisticated photographic technology has now enabled tattoos in deeper skin layers to be identified as well. 



Illustration of Ötzi’s new tattoos (after Samadelli 2009:52).  The dark coloration  of the body markings is probably related to multiple applications  at the same loci over time 
[Credit: © Lars Krutak] 


Oetzi's discoverers had already noticed his tattoos on the very day they found him, 19th September 1991. Various studies since then have investigated and itemised these skin marks. But now, using a technique which he developed himself, Marco Samadelli, a scientist at the EURAC-Institute for Mummies and the Iceman, has carried out a complete mapping of all the tattoos on the man from the glacier. They are amongst the oldest documented tattoos in the world.


Overview tattoos of the Iceman
 [Credit: © Marco Samadelli]



Samadelli photographed the mummy's body from different angles using a multi-spectral procedure which covered the whole range of wavelengths from infrared to ultraviolet. This allowed tattoos deep in the skin layers and which are no longer recognisable to the human eye to be shown up with great precision. The 61 discovered skin markings on Oetzi's body consist of lines from 0.7 to 4 centimetres in length, mostly arranged in groups of two, three or four parallel lines, and also include two crosses. 


This table shows the location and shape of the tattoo groups. They range from  1mm (0.03 inches) and 3mm (0.1 inches) thick and 7mm (0.2 inches) and  40mm (1.5 inches) long. The majority consist of lines running parallel to  each other, but in two locations, including the right knee and left ankle,  these lines form a cross
[Credit: Samadelli M, SLaschitz Gr/ Eurac-Archaeological Museum Bolzano]


The newly discovered tattoos on the lower right-hand side of the ribcage are striking, because the other markings are mostly found on his lower back and the legs between the knee and the foot. On account of the various locations of the tattoos, some researchers suspected that the marks were part of some therapeutic medical treatment, a kind of acupuncture to relieve pain in the joints. The newly discovered tattoos on the ribcage have now reopened the debate about the role of tattoos in prehistoric times. This investigation has given researchers a new piece to add to the jigsaw puzzle when trying to tease out whether prehistoric tattoos had a therapeutic, symbolic or religious significance. 

 
The ice man's tattoos (pictured) are largely seen on parts of the body that endured  wear-and-tear, causing archaeologists to liken the practice to acupuncture - an  ancient treatment for joint distress. Radiological images of the tattooed areas  also show degenerative areas under the tattoos that could have caused pain 
 [Credit: Samadelli M, SLaschitz Gr/Eurac-Archaeological Museum Bolzano]


The multi-spectral photographs were shot in the mummy's specially refrigerated 'cell' in the South Tyrol Museum of Archaeology. "Each shot was taken seven times, using a different wavelength each time. This enabled us to cover the different depths at which the carbon powder used for the tattoos had been deposited. The ultraviolet waves were adequate for the upper skin layers, whilst we resorted to infrared light for the lower layers," explains Marco Samadelli. 
The findings are published in the Journal of Cultural Heritage

Source: 
European Academy of Bozen/Bolzano 
[January 27, 2015]