giovedì 19 dicembre 2013

"Il Popolo dei Nuraghi"


“Sì, forse il seme più remoto e più vero di questa tristezza, della nostra tristezza - perché anch’io, sardo, l’avverto dentro di me e l’ascolto come un’ospite assidua del cuore - è proprio in quella Patria perduta, in quegli altopiani erbosi, in quelle foreste popolate di animali selvatici, in quelle vergini pianure, in quelle riviere incontaminate dall’invasore, in quel paradiso donde fummo scacciati, ma dove è rimasto il cuore della nostra stirpe. E’ nell’indipendenza stroncata brutalmente un giorno dalla barbarie straniera e non più veramente riacquistata”.





                                                          Da    

                                   “Il  Popolo  dei  Nuraghi”                                                    
                                                          di     Marcello  Serra  

Lessi questa frase molti - troppi, ormai - anni fa. Mi colpì profondamente, perché dice moltissimo con pochissime, accorate parole. Ne scrissi un libro. Un libro ragazzino e sognante, in adorazione, appunto, di un sogno bambino: "la Terra dei Mucchi di Pietre".