domenica 1 dicembre 2013

Decifrazione



Uno dei primi dischi decrittatori




TAVOLETTA D'ARGILLA CIFRATA (1500 a.C.)


Se ipotetici extraterrestri giungessero sulla Terra, essi potrebbero non giudicare il nostro linguaggio come il più evoluto, tra quelli usati da organismi locali: quello delle balene, ad esempio, lo è di più… Non c’è, infatti, una corrispondenza biunivoca tra complessità del linguaggio ed evoluzione.
Ma non è detto che comunicherebbero a mezzo di un sistema sonoro.
Anche i sistemi gestuali e visivi non sarebbero certamente facili da usare, perché postura, atteggiamenti del corpo ed espressioni facciali non possiedono un significato universale in tutte le specie. Sorridere  comporta mostrare i denti ed è interpretato come un atteggiamento aggressivo da un canide e come un’espressione di paura da una scimmia: potrebbe possedere un significato del tutto differente ed inimmaginabile per un organismo extraterrestre.
L’incomunicabilità produrrebbe certamente i suoi danni, a fronte di qualsiasi attività potenzialmente dannosa per noi: pensiamo all’inutile reazione delle formiche di un formicaio, mentre una squadra d’operai passa sopra al formicaio con uno strato d’asfalto per costruire una strada.

MODERNO TESTO CIFRATO

Da qui si evince come la grande e fondamentale necessità di riuscire a decifrare gli altri linguaggi – antichi, moderni e anche solo ipotetici – abbia prodotto una vera e propria nuova scienza di crittanalisi e decifrazione di codici e linguaggi, agguerrita ed evoluta, disposta ad utilizzare tutti i mezzi tecnologici a partire dai supercomputer. Già i termini stessi che essa usa (permutazione casuale, algoritmo funzionalmente equivalente, entropia di Shannon , key, plaintext e cypher text) lasciano comprendere che non si tratti di materia per tutti. 


Ormai siamo in grado di studiare le lingue a seconda della loro complessità. L’indice di complessità si può dedurre in base ad un sistema che evidenzia quanti elementi in ciascuna frase siano in rapporto tra loro. Questo non traduce direttamente la lingua indagata nella lingua del ricercatore, ma è possibile avvicinarsi ad una possibile individuazione del codice sottostante alla lingua in esame, a mezzo d’altri approfondimenti: per esempio, un’analisi delle frequenze delle vocali e delle consonanti. Si tratta di un sistema già noto da molti anni nella cosiddetta ‘crittanalisi’: la decifrazione di cifrari, o testi cifrati ha fatto passi da gigante in tutte le guerre, partendo da quelle più antiche. Si conoscono le differenti frequenze  delle singole lettere nelle varie lingue e già il semplice studio può indicare in quale lingua sia scritto un testo cifrato:

Italiano
Inglese
E
11,79
E
12,31
A
11,74
T
9,59
I
11,28
A
8,05
O
9,83
O
7,94
N
6,88
N
7,19


Come si vede bene, già poche lettere possono essere sufficienti a differenziare tra Inglese ed Italiano: in ogni caso, se un determinato simbolo si avvicinerà al 12%, sarà molto probabilmente una ‘E’. Ma esistono sistemi rapidi e ancora più sofisticati, che permettono risultati più precisi. Esistono ormai numerosi sistemi che permettono di capire se – di fronte a quello che sembra un testo linguistico – ci si sta confrontando realmente con un linguaggio scritto, oppure solamente con una simbologia complessa, di valore esclusivamente  estetico-misterico e non letterario.
Naturalmente, le nuove metodiche si aggiungono a tutte quelle tradizionalmente adottate fino ad oggi: il metodo combinatorio sostituì a suo tempo il metodo etimologico perché quest’ultimo conduceva ad un circolo vizioso non scientifico ed era incapace di produrre le prove delle asserzioni che permetteva di formulare. Ma anche i risultati del metodo combinatorio (che consta di tre fasi: archeologico-antiquaria, formale-strutturale e analisi di contenuto e contesto) vanno considerati non come una verità assoluta, bensì come lo stato attuale delle conoscenze, destinato eventualmente ad essere modificato.
 
Ecco perché mi fa sghignazzare l’idea che quattro buzzurri appena arrivati e senz'arte né parte si radunino in birreria per decifrare – masticando un panino col crudo – una lingua inesistente, con il metodo delle parole incrociate.