sabato 26 gennaio 2013

DEMOCTATZIA ITAGLIANA


Ho un po’ paura:

*Che le promesse elettorali – quasi tutte uguali, al momento – siano tradite subito dopo le elezioni, come sempre.

*Che la popolazione italiana sia troppo pigra, ignava e soddisfatta per cercare con forza un vero cambiamento, come sempre, dopo ogni delusione post-elettorale.

*Che i nostri governanti restino convinti di essere i nostri padroni – da noi temuti e serviti – piuttosto che i nostri servitori e dipendenti – da noi pagati e delegati a lavorare per noi.

*Che ognuno di noi voti come tifa per una squadra di calcio: non badando al buon gioco migliore, ma al significato simbolico e totalmente astratto dell’accostamento di due colori.

*Che ognuno voti pensando al proprio personale interesse, pronto ad accusare proprio di ciò chi ha votato diversamente.

Ho un po’ paura e molta indecisione.

Ma – negli ultimi anni – abbiamo certamente dato il Potere a cani e a porci: perché mai non dovremmo continuare?

(la domanda è lecita: rispondere è cortesia)

Ognuno può stilare la propria razionale lista di motivi e di priorità che preferisce: siamo (almeno formalmente, la realtà è molto differente) in Democrazia…

§ Da parte mia, sono convinto che si debba votare per uomini che cambieranno le leggi inique, quelle che oggi in Italia permettono un numero troppo elevato di nostri parlamentari, un troppo elevato stipendio a tutti gli amministratori (anche quelli nei quadri intermedi), troppi vantaggi bizantini, troppo evidenti conflitti d’interesse, troppe facilitazioni e servizi gratuiti, troppi ingressi nella Cosa Pubblica per ‘raccomandazione’, troppe carriere politiche per diritto ereditario, nessun licenziamento possibile...

Ma – fin qui – nessuno lo ha fatto: Monti ci ha provato, ma glielo hanno subito impedito. Il suo gruppo potrebbe riprovarci, se vincerà le elezioni.
Se poi il gruppo Monti non lo facesse, oppure se non ci riuscisse, chiunque lo abbia votato potrà consolarsi dicendo: “Anche questa volta ho votato per un gruppo di truffatori, che ci porteranno via i nostri soldi per il proprio personale vantaggio, senza pensare alle nostre istanze sociali comuni e urgenti: anche questa volta non cambia nulla, come sempre”.


Fino dai tempi del Fronte dell’ Uomo Qualunque (Guglielmo Giannini) l’antipartitismo (che oggi chiamiamo “antipolitica”, semplicemente perché nessuno sa più parlare l’italiano) si è dato da fare presentandoci veri demagoghi come altrettanti Uomini Nuovi. E il procedimento seguito è sempre stato il medesimo: prima viene il puro e nobile Movimento di Pensiero, poi, solo apparentemente malvolentieri, il Partito (che guarda caso, gode di vantaggi pratici enormi, rispetto al MdP).
E’ stato così, con i Radicali di Pannella, poi con la Lega di Bossi. Oggi con il Movimento 5 stelle di Grillo.
Senza tenere conto del fatto che Giannini era – con ogni probabilità – infinitamente più colto e preparato di tutti e tre messi insieme.  Eppure, è fallito anche lui, miseramente, fino a ridurre l’espressione “qualunquista” ad un’offesa. Ci sono stati anche molti altri fenomeni – tutti italianissimi – di atteggiamenti populisti a modo loro, come l’ “Achillelaurismo” partenopeo (con lo scambio voto/spaghetti) e su tutti ha svettato la pretesa superiorità morale della sinistra antipolitica (Berlinguer e la sua “questione morale”).
Mani Pulite è stato uno dei massimi momenti di eccitazione del Popolo Sovrano antipartitocratico, che ha contribuito a decretare il successo della Lega , creduta senza macchia e senza paura e poi dimostratasi macchiatissima (per sé) e paurosissima (per noi).
Tutto questo non ci ha insegnato niente. Che cosa dovremmo apprendere?
Forse, che non dobbiamo sostituire gli UOMINIDobbiamo – invece – modificare i METODI, in modo che anche un ladro pigro ed incapace (ammesso che non ce lo leviamo automaticamente di torno prima, CON NUOVE LEGGI APPOSITE), al governo debba comportarsi in modo onesto, efficace e circondarsi di commissioni capaci di agire responsabilmente e rapidamente (a nostro vantaggio).
Il politico al governo è un nostro dipendente: se non ci soddisfa e se è solo un pelandandrone assenteista, deve essere AUTOMATICAMENTE licenziato senza pensione. Nessuno penserebbe mai di farsi raccomandare dalla propria donna di servizio. E se non vuole lavare il lampadario di cristallo (troppa responsabilità, una questione morale: lasciamo la decisione al Referendum!) lo facciamo lavare a SUE SPESE da qualcun altro: scommettiamo che i Referendum scomparirebbero?
Insomma, viva il pensiero antipartitico, ma quello valido ed efficace: dobbiamo fare passare un METODO DI GOVERNO così tanto a prova di fannullone e ladro, che persino il re dei ladri fannulloni, eletto dal popolo bue, non possa allungare le mani sulla marmellata, né esimersi dal lavorare...

Ci riusciremo mai? Ci riusciremo mai? Ci riusciremo mai?
Ho davvero un timore, che è quasi una certezza:

Se falliremo ancora, faremo come sempre? Cioè : non faremo nulla? Siamo già mentalmente predisposti a fallire ancora? Davvero siamo diventati così amorfi, così pessimisti, così schiavi?
Fatti agnello e lupo ti si mangia.