lunedì 21 gennaio 2013

Est/Ovest






Caro Pasuco: 
mi ha sempre affascinato il difficile, complesso, talvolta orribile andamento delle cose nel Mondo. A volte mi sembra di intravedere una specie di involontario disegno, un filo conduttore, un copione, che cose, fatti e persone sono quasi obbligati a seguire, insieme.
Il grave dissidio esistente tra Occidente ed Oriente del Mondo, procede con un esasperante ed illogico susseguirsi d’alti e di bassi.
È d’antichissima data, ma cova costantemente, come brace sotto la cenere ineffabile del Tempo.
Anche quando non illumina i nostri volti attoniti d’involontari spettatori, esso è presente alla nostra mente (nella filosofia, nella religione, nel cosiddetto “sentimento comune”), aleggia tra le nostre paure e ci condiziona nelle nostre scelte quotidiane … 
Ormai, esso è vissuto quasi come in un racconto biblico, come l’inevitabile distruzione per meritata punizione, come se fossimo condannati a ripetere ineluttabilmente ciò che fu scritto. 
È una brace facilmente individuabile, oggi, nel perdurante ed insensato conflitto arabo-israeliano, atto in qualsiasi momento a scatenare un vero e definitivo Giudizio Finale.



A cercare bene, qualcuno potrebbe affermare che le ostilità tra Occidente ed Oriente del mondo iniziarono probabilmente con la storia stessa dell’Uomo …

Neanderthal (sì: io lo scrivo con il ‘th’) occupava già l’Europa e parte dell’Asia, quando il suo spietato distruttore Uomo Moderno vi entrò dall’Africa (patria comune, in fondo) con le proprie migliori qualità.
Tutti potremmo obiettare che forse Neanderthal si sarebbe estinto egualmente e che in questo caso, Est ed Ovest non sono proprio ben distinti: i contendenti stessi non sanno che cosa essi stessi rappresentino.
Più in dettaglio, però, Uomo Moderno proveniva dalla Rift Valley Africana (e quindi da Sud) si può dire che per giungere in Europa attraversò la Penisola Arabica, Mesopotamia e Turchia.
Letteralmente quindi muoveva da Est. 

Altri conflitti successivi sono inquadrabili in questo schema Est / Ovest, con facilità variabile. La prima epica guerra della storia, la battaglia di Qadesh fra Egiziani ed Ittiti, in qualche modo lo è, anche se – per essa – non è ancora ben chiaro chi fu il vincitore. Il faraone dice di essere stato lui. Di fatto, però, fu fermato lì e non andò mai oltre.
Lo è senz’altro anche la ben più nota guerra di Troia, punta dell’iceberg di ben più grandi e profondi conflitti sociali e militari, che condussero agli scontri decennali dei (fantomatici ed inesistenti) “Popoli del Mare” ed al lungo periodo, oscuro e miserabile, che ne seguì …


Sicuramente sono scontri tra Occidente ed Oriente le guerre tra Greci e Persiani e l’epopea di conquista d’ Alessandro Magno in Asia: anzi, forse sono proprio quelle che hanno contribuito a radicare nella Tradizione e nella Memoria Comune il senso di una profonda differenza tra Est ed Ovest.
Meno ascrivibile a questo schema è la continua espansione di Roma a discapito dei suoi vicini prossimi e poi più lontani, fino alla conquista della Grecia.
Si potrebbe interpretarla come un’altra conferma della solo presunta superiorità degli Indoeuropei sulle altre genti del mondo.
Ma questo concetto è errato due volte: 1) perché confonde un gruppo linguistico con uno etnico; 2) perché presuppone la superiorità biologica, che invece è scientificamente negata).
Calza perfettamente nello schema, invece, la serie di scontri (le guerre puniche) con Cartagine, ricca di valenze e tradizioni asiane che furono ridimensionate e mortificate dalla sconfitta con Roma, grande Capitale Occidentale.

Le Crociate - qualunque sia stato il loro vero numero - rientrano certamente in questa dinamica.
La “scoperta” e la successiva colonizzazione delle Americhe, altro non sarebbe se non un nuovo scontro di civiltà tra gli occidentali europei ed i nativi, discendenti di quegli asiatici originariamente migrati attraverso lo Stretto di Behring: attenzione, qui, a non farsi imbrogliare dall’apparente inversione tra Est ed Ovest.
Sembra quasi un gioco e probabilmente lo è, anche se diversi pensatori hanno preso molto sul serio il cosiddetto “Scontro di Civiltà”, seppure da molto differenti punti di vista …
Certamente molti episodi della nostra storia non sono inquadrabili in questo modo: e alcuni non sono per nulla trascurabili, basti pensare anche soltanto alla “guerra dei cent’anni”…
Certamente i fattori economici: il potere, la ricchezza, l’abbondanza di terre fertili e coltivabili, oppure ricche di risorse del sottosuolo, molto hanno a che fare con le cause prime di guerre che concludono gli annosi dissidi tra i popoli diversi, in latitudini ed in epoche differenti.
Molto del nostro passato remoto è giustificato dal possesso delle miniere d’ematite e d’ossidiana o di selce e d’argento, oppure anche solamente di rame e di stagno...
Il passato più vicino è condizionato dall’acquisizione delle fonti di rame, stagno, piombo, ferro, oro ed argento.
Il presente è ostaggio di diamanti, smeraldi, petrolio.
Il futuro vedrà l’acqua come risorsa rara ed essenziale, sufficiente movente per le guerre …



Malgrado tutto ciò, in ogni conflitto si può sempre tentare di individuare la presenza di una qualche contrapposizione tra un Occidente ed un Oriente e le loro rispettive filosofie e tradizioni, ormai profondamente divergenti.
Crederci oppure no, poi, è libera prerogativa di scelta di ognuno. 
Ma in fondo, la contrapposizione Est/Ovest non è affatto strana: essa si deve quasi obbligatoriamente all’aspetto fisico e geografico del Mondo stesso e della distribuzione della razza umana su di esso.
La parte della Terra abitabile dall’uomo, sia il suo primo habitat, sia quelle terre di conquista ed espansione che erano convenientemente contigue con esso, è proprio quella che mostra una maggiore estensione in questa direzione, da Est ad Ovest. Nessuna sorpresa davvero se i principali avvenimenti della Storia dell’uomo si distribuiscono lungo queste linee, inclusi gli intrighi degli interessi e gli inciampi delle guerre.



Ma esiste anche qualche altro elemento, che potremmo definire culturale se vogliamo, che è coinvolto in queste considerazioni …

Spesso, se non sempre, in conflitti militari di vasta portata come nei movimenti di conquista e colonizzazione, si configura anche uno scontro di valori morali, religiosi, sociali, tradizionali, di folklore e di superstizioni, oltre alle usuali considerazioni economiche che connotano più direttamente questi sommovimenti.


Esistono numerose differenza tra i popoli, che sono determinate dallo Spazio e dal Tempo. Lo spazio contrappone le distanze e gli ostacoli alla facile ricongiunzione ed ai contatti frequenti: questo determina la differenziazione tra due gruppi originariamente simili o uguali. Il tempo permette cambiamenti progressivi ed indipendenti, del tutto a caso ma sempre più evidenti, di due popolazioni inizialmente simili o uguali, che alla fine del processo non si riconoscono neppure più come affini.
Le differenze nascono, crescono, esistono e prima o poi divengono così imponenti da costituire parametri di “diversità” immediatamente riconoscibili reciprocamente.
La diversità è potenzialmente nemica, temuta, pericolosa, da eliminare.
I nemici divengono sempre più incomprensibili gli uni per gli altri.
Anche la lingua è sempre più differente.
L’incomprensione genera confusione, malintesi, preconcetti e paura.
La paura ha sempre spinto l’uomo all’eliminazione violenta delle sue cause: gli animali “feroci” sono pressoché estinti per questo preciso motivo.
Se poi l’ambiente ha determinato l’affermarsi genetico di una differente coloritura di pelle e capelli, di forma e colore degli occhi, ecco che al concetto di diverso si associa subito quello erroneo di “razza differente”, con tutto il lugubre corteo di superstizioni, sospetti, ingiustizie che ci è tristemente noto … 
Un altro carattere distintivo di questo conflitto tra Occidente ed Oriente è il suo finale incerto.
Se pure è vero che in passato vi sono stati periodi alterni di più o meno netta supremazia dell’una o dell’altra parte, è altrettanto evidente che non si sia mai giunti ad un vero e proprio “finale di partita”. Esempi diversissimi, quali le Crociate o la guerra del Vietnam possono testimoniarlo.


Forse proprio le Guerre Mondiali, apice dell’insulsa belligeranza umana contro se stessa, costituiscono l’unica eccezione assoluta che supera la logica Est/Ovest, ma ci riporta al vero problema conclusivo di queste argomentazioni:
l’irrisolvibilità…

È questo forse il punto cruciale di tutta la questione, che dovrebbe fare riflettere a lungo su quali possibili soluzioni adottare …



Differenti Soluzioni Finali del problema del “nemico diverso” sono state tentate nel corso della Storia.
Si spazia da metodi cruenti ed aggressivi ad altri più sofisticati ed incruenti.
Dalla totale eliminazione fisica dell’avversario del momento (ma ce ne sarà sempre un altro, in seguito), al volontario isolamento di sé, come fu fatto dalla Cina del 1200 d.C. (ottenendo un controproducente salto indietro nella propria evoluzione sociale). 
Nessuno ha avuto successo.

Probabilmente, l’unico metodo che potrebbe portare validi progressi è il colloquio aperto, totalmente chiarificatore, privo di preconcetti.
È assolutamente inattuabile, adesso: anzi, improponibile.
Infatti, ci troviamo oggi in pieno scontro tra due culture: quella Occidentale e quella Orientale Islamica.
La situazione è di estremo pericolo per l’Occidente.
La filosofia permissiva e democratica di quest’ultimo, che tende ad assicurare la libertà di pensiero e di parola a chiunque, può essere usata a suo danno.
Può essere interpretata come segno di debolezza da altre culture, che (relativamente al solo stato attuale) potremmo definire forse più primitive, ma anche più sbrigative e dirette, anche se in tempi passati esse hanno espresso molti fattori trainanti e fondamentali, all’avanguardia nel Mondo intero.
L’Occidente del benessere economico è attualmente composto di una serie d’individui poco coesi, egoisti e disillusi, niente affatto propensi a sacrificare i propri beni materiali per una causa comune, figurarsi poi a morire per essa.

Esso si trova contrapposto (al di fuori della volontà dei suoi singoli) ad un Oriente fortemente  coeso, Teocratico, anche se multiforme nelle sue varie espressioni, che appare pesantemente indottrinato e determinato, che ha poco da perdere, salvo la propria dignità di appartenenza etnico religiosa ed è estremamente aggressivo nelle sue frange integraliste, individuando nell’Occidente il proprio bersaglio preciso.
Secondo alcuni, in uno scontro flagrante, vincerebbe l’Oriente, probabilmente perché l’Occidente cederebbe alla tentazione di “dare un esempio di Civiltà e di buona volontà”, sempre doveroso da parte di chi è superiore anche militarmente. Inoltre, l’Occidente è diviso tra i Materialisti Comunisti Russi o simili ed i Vari gruppi religiosi differenti, in dissidio tra loro, dell’Europa e degli Stati Uniti.
Questa magnanimità s’infrangerebbe contro un interlocutore sordo, insensibile e pratico, che ne approfitterebbe subito a proprio vantaggio … 
La paziente conoscenza reciproca, l’obiettiva rappresentazione delle posizioni filosofiche e delle necessità della controparte, l’istruzione non strumentale sono tutte soluzioni auspicabili che possono condurre al già citato dialogo onesto ed aperto, ma restano ancora impercorribili e lontane.

Bellissima simbologia, che invita alla coesistenza, nella conoscenza della scienza, diverse identità politico religiose.


La pratica reale è purtroppo fatta di una pressione militare parziale costante, che se da una parte non giova a nessuno, dall’altra è sufficiente a giustificare un’ininterrotta attività terroristica di ostinata ritorsione (perpetuando il dubbio circa la priorità tra uovo e  gallina).




Ogni increscioso fatto di cronaca non è solo un altro episodio spiacevole di una guerra non dichiarata ma già in atto: forse è qualcosa di più, di cui dovremmo interessarci più da vicino, tutti insieme.