venerdì 11 gennaio 2013

SCRITTURA NURAGICA!


C’è chi dice di avere ‘scoperto’ la Scrittura Nuragica. Tiene lezioni e corsi splendidi, scrive libri costosi, fustiga i costumi dell’Accademia pigra e miope ed ha uno stuolo nutrito di seguaci entusiasti. 
Io non gli credo.
Il motivo è molto semplice: o credi a lui, oppure credi al Metodo Scientifico. 
Ti spiego meglio...

Quando nel 1802 Georg  Friedrich Grotefend  (un professore tedesco di liceo!) comunicò al Mondo intero di avere decifrato il cuneiforme, lo aveva fatto - pensa! - per vincere una scommessa con un amico.
Non sappiamo quante birre e quanti crauti tale velleitario ed allegro processo richiese, ma senz’altro – all’inizio, almeno – vi fu verso di esso molto scetticismo e molta incredulità verso questo signore originale e forse un po’ pazzo, sicuramente fuori della cerchia eletta dei linguisti, glottologi ed epigrafisti.

[Nota:
Grotefend  aveva decifrato l’Antico Persiano, lingua Indoeuropea, che era scritto con un sistema cuneiforme di natura alfabetica  - un segno per ogni lettera .
Restavano da decifrare ancora:
1) l’Accadico, lingua semitica affine all’Arabo ed all’Ebraico odierni, anticamente parlata da Babilonesi ed Assiri, che è un cuneiforme logo-sillabografico (in cui ogni ‘grafema’, o segno,  può avere più di un referente fonetico sillabico e più di un referente ideografico:  più o meno  quello che fai quando scrivi “6 la + bella”, usando segni che possiedono ciascuno un significato differente in vari tipi di notazioni, ma che guarda caso hanno un senso preciso, pronunciati nella tua lingua parlata. Un altro esempio? Il nome del complesso rock degli “U2” potrebbe non avere alcun senso; oppure potrebbe riferirsi all’ ormai storico aereo spia “ U due”, oppure – ma questo solo in Inglese – potrebbe significare “You too”, anche tu).
2) L’Elamico, una lingua un po’ meno nota, agglutinante, priva di parentele tra le famiglie linguistiche note, diffusa in area iranica e scritto come l’Accadico.]

Circa 50 anni dopo, nel 1853, Edwin Norris riuscì ad interpretare anche l’Elamico.
Resisteva, quindi, solamente l’Accadico: ma si rinvenivano con crescente frequenza sempre nuove tavolette, fino a che lo svedese Isidior Lowenstern dedusse che si trattava di una lingua semitica.

Oppure, si trattava d'ipotesi fantasiose di pazzi visionari, egocentrici, autoreferenziali e colpevolmente millantatori.

Come si poteva fare, per  dirimere il dubbio?

La Royal Asiatic Society, nel 1857 decise di adottare un metodo tanto biblicamente Salomonico, quanto prudentemente e rigorosamente scientifico:  riunì a Londra tutti coloro che avevano dato il proprio significativo contributo alla decifrazione e traduzione degli scritti cuneiformi. I nomi sono: Edward Hinks, Paul Emile Botta, Henry Rawilson,William Henry Fox Talbot e Jules Oppert.

Ad ognuno di essi fu assegnata una copia di un medesimo testo cuneiforme, con la preghiera di fornire una traduzione, ottenuta  indipendentemente dagli altri studiosi. Ed essi (miracolo!) fornirono  ciascuno la propria decifrazione, concordante con le altre nelle linee fondamentali. 
L’Accadico era stato decifrato!

Era stato necessario mezzo secolo di fatiche interpretative e di ricerche sul campo con la scoperta di nuovi testi. Ma ci si era riusciti, scientificamente (ti ricordo che il Metodo Scientifico prevede la descrizione accurata dei Motivi, Obiettivi, Materiali, Metodi e prevede la Ripetibilità dell'Esperimento: qui c'è tutto!)

Ecco perché non credo affatto che sia stata ancora ‘scoperta’ e decifrata la Lingua Nuragica scritta: perché – per ora – c’è una sola persona ad affermarlo. Ammetto che – per assurdo – potrebbe anche trattarsi di un novello G. F. Grotefend sardo ed avere  persino inopinabilmente ragione.

Ma circa la presunta ‘Scrittura Nuragica’, fino a quando un gruppo scientifico credibile di vari glottologi, linguisti ed epigrafisti non avrà chiarito a tutti la questione in un test in doppio cieco, (simile a quello su riportato) sono giustificato a tenermi sulle mie posizioni.
Che non sono di opposizione feroce, ma di prudente attesa: ci vorranno 50 anni anche qui? 

Va benissimo: io non ho nessuna fretta. Quello che m’importa davvero è la verità.
Qualunque essa sia dimostrata essere, un giorno.