La guerra entra
nella Civiltà Minoica.
Alcuni ricercatori dell’Università di Sheffield hanno
scoperto che l’antica Civiltà Cretese conosciuta come Minoica possedeva forti
tradizioni marziali.
In contraddizione con la visione più comunemente accettata
che interpreta i Minoici come una popolazione amante della pace.
Lo studio è stato condotto da Barry Molloy (Dipartimento
di Archeologia della Sheffield) ed ha indagato sulle popolazioni dell’Età del
Bronzo di Creta, che – a quanto sembra – crearono la prima Società Europea basata su complessi
urbanizzati.
Si tratta di un mondo che è stato scoperto poco più di
un secolo fa e si pensava fosse composto da una popolazione prevalentemente
pacifica. Con il passare del tempo quest’area divenne il paradigma esemplare di
una società pacifista, nella quale guerrieri e violenza non trovavano posto o
giocavano un ruolo insignificante.
Questa visione è – ovviamente – utopistica e non è
sopravvissuta alla critica della moderna accademia (1), ma persiste nello sfondo e
la si ritrova ancora sorprendentemente spesso in vari testi anche moderni,
tanto che sembrerebbe ancora essere l’unica valida nella cultura popolare
corrente. I ritrovamenti che adombrerebbero - o addirittura dimostrerebbero - i sacrifici umani sono tutt'oggi controversi, in quanto inaccettati dai ricercatori greci (2).
I ricercatori della Sheffield University – con
l’esperienza pluriennale di numerosi scavi per altri progetti archeologici
sull’isola di Creta – si sono domandati in quale modo una società così
complessa potesse sostenere il confronto (sia commerciale che di controllo
delle risorse) con grandi potenze quali l’Egitto e malgrado ciò conservare una
struttura interna egualitaria e cooperativa.
È giusto essere davvero tanto ottimisti circa la natura
umana? L’equipe ha quindi cominciato a cercare segni indiscutibili di violenza,
guerrieri e guerra e rapidamente si è rivelata tutta un’altra verità – rispetto
al vecchio preconcetto pacifico – sempre più ovvia e sempre più ampiamente
diffusa in una sorprendentemente vasta gamma di ambienti…
Le ricerche, basate sui recenti sviluppi nello studio
della conduzione della guerra in società primitive, mostrano anzi che la guerra
era proprio una delle caratteristiche che maggiormente improntavano la Civiltà
Minoica e che l’identità guerriera era una delle espressioni principali che
contraddistingueva il sesso maschile.
Le attività dei guerrieri includevano compiti
differenti, quali: tornei di boxe, dimostrazioni pubbliche di salto del toro,
gare di lotta, caccia, confronti in duelli ed allenamenti. Le ideologie di
guerra hanno permeato di sé la
religione e l’arte, l’industria, la politica ed il commercio. Le pratiche
sociali circostanti e relative alle tradizioni marziali costituivano una parte
evidente dello sviluppo di questa società
e del modo in cui essa stessa si vedeva.
Anche i famosi Micenei – gli ‘eroi’ della Guerra di Troia
– raccolsero l’eredità dei metodi di guerra Minoica, adottando le sue stesse
armi, le pratiche e le ideologie.
Di fatto è a Creta che si deve guardare, se si vuole
identificare l’origine della maggior parte delle armi che avrebbero in seguito
dominato in Europa, quasi fino al MedioEvo: spade, asce da guerra, scudi, lance
e probabilmente anche armature.
La quantità di violenza, sia esemplificata nei reperti
materiali, sia simboleggiata nei materiali culturali della Creta presitorica, è
sconvolgente, secondo i ricercatori della Sheffield University. Armi e cultura
guerriera sono rappresentati variamente, ma con continuità, nei santuari, nelle
tombe, nelle singole unità domestiche e nei ‘ripostigli’. Tali reperti possono
essere osservati anche nei
materiali da portare durante eventi sociali quali l’amministrazione pubblica, i
festini, o perfino negli ornamenti individuali.
C’erano pochi e limitati campi,
a Creta, nei quali non intervenisse una componente marziale, che era
rinvenibile persino nei simboli utilizzati nei loro documenti scritti.
Gli studi di
Molloy guardano alla guerra come ad un processo sociale,
ricercando specialmente i
meccanismi di sostegno (strutturali e psicologici) che agevolavano
l’intraprendere una guerra e i metodi attraverso i quali la guerra stessa
entrava nelle logiche sociali come parte integrante di esse.
Questo punto di vista permette una comprensione più
completa della Civiltà Minoica, secondo i ricercatori della Sheffield. Quando
si consideri la guerra come un processo normativo, che possieda correlazioni
incrociate con altre pratiche sociali usuali e accettate, possiamo iniziare a
vedere i guerrieri e la belligeranza potenziale permeante il tessuto societario
Cretese in modo sistematico.
Le componenti sociali ed istituzionali della guerra
influenzavano gli schemi insediativi, l’uso del paesaggio, la forma della rete
commerciale, le pratiche religiose, l’arte, l’amministrazione e molto altro
ancora. Tanto da potere affermare che – nella Creta preistorica – la guerra si
potesse considerare indirettamente uno dei fattori costanti nel plasmare le
singole vite quotidiane della popolazione.
Se dobbiamo cercare di comprendere meglio in quale modo
le Elites Cretesi manipolavano economia, religione e violenza, allo scopo di
controllare il loro mondo, dobbiamo addentrarci in questo concetto di “guerra
al di là della guerra”.
Solo in questo modo – cioè riconoscendo i risultati materiali
dei metodi di vita guerreschi, con tutta la disparità sociale ed il disordine
implicati – possiamo interpretare meglio che cosa davvero significasse la
guerra nella Creta Antica.
Source: University of
Sheffield [January 15, 2013]
(1) D'altra parte, il lavoro di Stella Chryssoulaki sui piccoli avamposti o corpi di guardia (guard-houses) nella parte orientale dell'isola rappresenta possibili elementi di un sistema difensivo. Le affermazioni riguardo al fatto che essi non producessero armi sono erronee; le spade di tipo minoico A (trovate nei palazzi di Mallia e Zarkos) erano le più eccellenti in tutto l'Egeo (Vedi Sanders, AJA 65, 67, Hoeckmann, JRGZM 27, o Rehak e Younger, AJA 102).
(2) Prove riguardo al fatto che i minoici possano avere praticato sacrifici umani sono state trovate in tre siti:
(1) D'altra parte, il lavoro di Stella Chryssoulaki sui piccoli avamposti o corpi di guardia (guard-houses) nella parte orientale dell'isola rappresenta possibili elementi di un sistema difensivo. Le affermazioni riguardo al fatto che essi non producessero armi sono erronee; le spade di tipo minoico A (trovate nei palazzi di Mallia e Zarkos) erano le più eccellenti in tutto l'Egeo (Vedi Sanders, AJA 65, 67, Hoeckmann, JRGZM 27, o Rehak e Younger, AJA 102).
(2) Prove riguardo al fatto che i minoici possano avere praticato sacrifici umani sono state trovate in tre siti:
- (a) Anemospilia, in una costruzione del MMII vicino al Monte Juktas, interpretata come un tempio,
- (b) un complesso santuario dell'AMII a Fournou Korifi nel centro-sud di Creta, e
- (c) Cnosso, in un edificio del TMIB noto come la "casa a nord."