sabato 29 marzo 2014

Giganti d'argilla?

Una riunione segreta urgente

Una testa da Monti Prama.

Che strano intreccio può mai unire un noto (ma per il momento, ancora innominabile) avvocato cagliaritano, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il Museo Etnografico Pigorini di Roma e le statue di Monti Prama? Oltre a qualche altro notabile, per il momento non noto, dell'Archeologia Nazionale?

Si tratta di indiscrezioni e mezze parole, per ora: tutto è ancora un'illazione, una maligna voce di corridoio, un'ipotesi oltraggiosa...
Ma la storia promette di fare molto rumore, in ogni modo.

Premesse.
Il 16 marzo scorso, all'informale 'cerimonia' tra pochi intimi, tenutasi in occasione della chiusura della mostra audiovisiva "La Sardegna dei 10.000 Nuraghi" (conclusasi con esito giudicato piuttosto positivo dalla Sopraintendenza), tenutasi presso il Museo di Villa Giulia, pare si siano riunite - e con molta preoccupazione - le autorità del mondo archeologico, intervenute segretamente per colpa di un'esplosiva voce di corridoio uscita da un laboratorio radiologico.

Sembra che fossero mosse da un'urgente ed incredibile necessità, che - se venisse confermata - potrebbe sconvolgere radicalmente molti piani programmatici, porre termine a numerose carriere accademiche e mandare al macero svariati quintali di guide ed opuscoli turistici.

Il 'fatto'.
Tutta la questione sarebbe stata scatenata da un reperto radiologico occasionale, eseguito in tutta fretta e segreto presso un noto ed esclusivo studio radiologico, per una ipotetica 'fratturina' forse prodottasi in un reperto nel corso del trasporto...

Per quanto oltraggioso possa sembrare, parrebbe (il condizionale è d'obbligo!) che uno dei reperti di Monti Prama in mostra a Villa Giulia contenga un'anima metallica.

Ipotetica riproduzione di cima di Nuraghe, da Monti Prama.
Dato che ciò dovrebbe essere impossibile, per una scultura ricavata a tutto tondo dalla pietra, in presenza di quello che parrebbe prendere tutte le forme di un clamoroso falso, si è procdeuto d'urgenza a raschiare un po' di materiale dalla scultura e a farlo analizzare.


Una voce falsa, chiacchiere da bar.

La 'voce' sarebbe probabilmente sfuggita - confidenzialmente, tra amici - ad un tecnico di laboratorio.
Il tutto potrebbe anche non avere affatto rilevanza e non corrispondere in alcun modo al vero.
Dato che - da subito - è stato tutto impostato come una chiacchiera da bar tra amici: il tecnico sarebbe un tifoso interista romano e dopo qualche aperitivo si sarebbe 'lamentato' dei colori originari delle statue (rosso e nero, ndr.) che "sono quelli di una società falsa e raccomandata e quindi è giusto così, che siano false anche le statue". Gli amici lo avrebbero spinto a dire di più...

Lo studio negherebbe e si trincera dietro un 'no comment': non fanno radiografie a statue e radiografano solo pazienti...
Il tecnico sarebbe introvabile: partito in vacanza. Non prima, sembra, di avere rilasciato ad amici fidati altre notizie, forse inventate anch'esse di sana pianta.

Invece di ottenere una risposta confermante il materiale ipotizzato (pietra arenaria locale sarda, 'dolce' e quindi facilmente aggredibile dal punto di vista scultoreo anche con attrezzi primitivi) la risposta dell'analisi chimica sarebbe stata quanto mai inaspettata e deludente. 

Si tratterebbe di materiale d'impasto, con sostegno metallico interno: probabilmente un 'tondino' di 5 mm di diametro. Il tutto sarebbe stato lavorato in modo da sembrare frammentato da originali interi scolpiti in arenaria e da non mostrare l'anima metallica.

Conclusioni (per il momento).
La cosa, naturalmente è del tutto inconcepibile: chi andrebbe mai a produrre così tante migliaia di falsi? 
Si ricorda che le statue dei cosiddetti "Giganti di Monti Prama" sono state rinvenute in numerosissimi frammenti, che hanno richiesto anni per una lenta e paziente opera di ricostruzione in un laboratorio del Sinis. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla?
Non sembra verosimile.
 Ma se siamo di fronte ad un falso, sarebbe il più clamoroso falso italiano dopo quello delle teste di Modigliani e sarebbe - in tutti i sensi - più grande in assoluto, anche in considerazione della mole - veramente enorme - del lavoro.

Nei prossimi giorni, probabilmente, ne sapremo di più. Fonti bene informate - che per ora intendono restare anonime - potrebbero uscire allo scoperto con altre notizie. O potrebbero anche tacere, se superate dall'evidenza dei fatti di cronaca...