domenica 16 marzo 2014

Trapani? In Sardegna!


Articolo della NUOVA SARDEGNA - Oristano - 2013

Sì: hai capito bene; trapani (con la 't' minuscola) in Sardegna...
Ah, ci risiamo...
I "dremellisti" della famigerata #armatabrancaleoneshardariana hanno approfittato della desertificazione invernale del litorale sardo per rimettersi in azione.

No, meglio: in verità, in verità vi dico che non sono loro... 
Si tratta, invece, di loschi etristi figuri trapanomuniti e pagati da ignoti e mignotte che nottetempo incidono fesserie prive di significato, tortignaccole e del tutto ampate in aria sulle scogliere sarde.
La cosa - si sa - è illegale e punibile per legge. Ecco perché l'esecuzione clandestina.

Poi passano loro - innocenti, ingenui e biancovestiti, naturalmente - leggono ed interpretano secondo loro scienza e coscienza. E' stata la mareggiata, pensano e lo scrivono, perfino: ecco perché quei segni nessuno li aveva mai visti fino ad oggi.


Un volto sulla roccia riaccende l’estate degli archeo-fai-da-te

Cabras, a Capo San Marco una pietra suscita entusiasmi Il responsabile dei vicini scavi smorza gli animi: è recente.




di Claudio Zoccheddu

CABRAS. Un volto che spunta dalla pietra. Una maschera scolpita nella roccia come se fosse una storiella della Disney. La strana faccia incisa nell’arenaria nel bel mezzo della spiaggia dell’istmo di Capo San Marco (dove ogni estate sostano centinaia di bagnanti) ha scatenato l’euforia di chi è convinto che l’archeologia tradizionale non abbia mai affrontato i misteri della preistoria.
Così, basta un ritrovamento perlomeno sospetto (il volto inciso sulla roccia non può convincere fino in fondo) per riportare alla luce i vecchi dissapori tra gruppi di archeologi fatti in casa e la comunità scientifica ufficiale. I ritrovamenti degli autodidatti si susseguono con incredibile costanza, vengono amplificati da internet e dai social network, casse di risonanza perfette per chi contesta, ma non ottengono il riconoscimento degli archeologi della Soprintendenza. Una vecchia storia che appassiona centinaia di curiosi sul web, molti dei quali seguono seminari (come quello del 12 luglio) in spiaggia e visite guidate dagli esperti di turno.
I pellegrinaggi hanno come meta i ritrovamenti che, a giudizio dei contestatori della scienza ufficiale, collegherebbero la Sardegna all’antico Egitto e ad altre civiltà mediterranee. Il mito degli Shardana colpisce ancora e a detta dei seguaci della teoria sarebbe dimostrato da sculture come la faccia dell’istmo, i geroglifici di san Giovanni e della Sala da ballo, ora chiamata “porta del sole”. Qualche tempo fa avevano fatto parlare l’ormai famosa sfinge di Is Aruttas e l’altrettanto dibattuto scarabeo di Sa Rocca Tunda.
Testimonianze di un passato tanto glorioso quanto misterioso, è la teoria dei sostenitori di queste presunte testimonianze dell’antichità, o, secondo altri semplici scherzi della natura o abili tiri mancini giocati dai soliti burloni.
«Il volto scolpito sulla roccia? È recentissimo», ha detto la studiosa che coordina gli scavi archeologici a pochi metri della spiaggia dell’istmo. Un commento lapidario che la dice lunga sull’attendibilità che l’archeologa attribuisce al volto. Diversa la visione di chi crede fermamente all’autenticità del ritrovamento: «Un viso resoci dai millenni in tutto il suo splendore evocativo», scrive Graziella Pinna Arconte sul blog Monte Prama, rifugio sicuro per gli eretici dell’archeologia ufficiale. Un rompicapo destinato a diventare il tormentone dell’estate per i vacanzieri che non si accontentano della settimana enigmistica. Non c’è dubbio, meglio il genere “Indiana Jones”.

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Sig. Claudio Zuncheddu: serve un altro articolo, ci delizi!