martedì 27 agosto 2013

Al di fuori del cane, il libro è il migliore amico dell'uomo. Al di dentro del cane è troppo buio per leggere un libro


L’uomo è un animale sociale.
Il lupo, anche.
Questo significa che sanno (e gradiscono) stare insieme ad altri individui, lavorare in gruppo, lanciarsi segnali a vicenda, organizzarsi in una gerarchia finalizzata.

L’uomo ‘incontrò’ (non per caso) il lupo svariate migliaia d’anni fa (15.000?), comunque prima di inventare l’agricoltura. 
Perché prima? 
Perché – con ogni probabilità – gli fu utilissimo fin dall’inizio, essendo il lupo un molto migliore cacciatore dell’uomo… Il lupo permise probabilmente all’uomo di liberarsi della condizione di mangiatore di carogne cacciate ed uccise dagli altri animali.

I due animali si ‘riconobbero’: erano entrambi capaci di calda ed intensa affettività, erano ambedue capaci di dimostrarla con atteggiamenti, espressioni facciali e versi vari, ciascuno a modo suo.
I primi lupacchiotti che l’uomo ebbe in proprio potere, (si trattò certamente di una nidiata di cuccioli, dato che gli adulti erano troppo pericolosi), svilupparono per imprinting un gratificante atteggiamento fedele ed affettuoso verso i propri padroni, che a loro volta lo ricambiarono. Fu l’inizio di un lungo e proficuo sodalizio, che perdura tuttora e che ha meritato il termine di ‘migliore amico’.

Qualsiasi proprietario di cane – oggi – afferma di sapere riconoscere le espressioni del proprio cane.
I cani infatti sorridono, tengono il muso, mostrano con evidenza ciò che provano: sorpresa o delusione, paura o aggressività, o tristezza: i cani sono tutto l’opposto che impenetrabili o imperscrutabili.
Il padrone non ‘parla’ la lingua del cane, ma ne interpreta svariati ‘segni’, che si è abituato a riconoscere.
Il cane, da parte sua, fa la stessa cosa: pone grande attenzione nell'interpretare – in alcuni casi benissimo – le movenze ed i toni del padrone ed anticipa spesso in modo incredibilmente preciso e divertente ciò che egli sta per fare.

Questi fatti sono di dominio pubblico.
Ma esiste un’intera serie di segnali che il cane possiede ed usa, e che molto probabilmente permisero al lupo di coordinare il lavoro del branco e di avere alla fine la meglio su terribili animali predatori competitori (ad esempio il masodontico Titanis Walleri del Pliocene, o ‘uccello del terrore’, che non era un animale gregario). 
Si tratta di segnali che l’uomo non può raccogliere ad occhio nudo, ma che probabilmente permettevano un’immediata (e quel che più conta, silenziosa) intesa all’interno del branco.

Se ne occupò già Darwin[1]. Più recentemente, altri ricercatori (italiani) hanno stabilito che lo scodinzolio della coda è più orientato a destra in vista del padrone, mentre è più spostato a sinistra in situazioni di rifiuto o d’ansia, oppure nell’incontrare una persona per la prima volta[2].
Un giapponese – Miho Nagasawa, Università di Azabu – lo ha riconfermato in un recentissimo studio[3], nel quale ha esaminato 14 cani di tipo diverso, filmandoli con telecamere superveloci e precise, in varie condizioni.

Nel vedere il proprio padrone, il cane manifesta la propria gioia battendo le ciglia dell’occhio sinistro, mentre di fronte ad un estraneo sposta all’indietro l’orecchio sinistro.

Sicuramente, c’è molto altro ancora. E – in fin dei conti – è uno studio in evoluzione su un fenomeno antico ed in continua evoluzione. 
C’è – da ambedue le parti – la necessità quotidiana di capirsi meglio, per esprimere meglio il proprio amore. Reciproco.


[1] “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”
[2] Ciò è dovuto alle differenze tra emisfero cerebrale destro e sinistro anche nel cane, che determinano una lateralità  sia nella risposta, sia nella percezione degli stimoli.
[3] “Dogs show left facial lateralization upon reunion with their owners”- Behavioural Processes.
[0] La frase del titolo è di Groucho Marx.