venerdì 30 agosto 2013

Ingegneria genetica: vantaggi, ma anche rischi


Basta la modifica di un gene per ottenere 16 anni di vita extra

Avere una vita mediamente più lunga è possibile, anche se con effetti collaterali non trascurabili. Un team di scienziati americani del National Institutes of Health (NIH), che ha pubblicato i risultati di una propria ricerca sulle pagine della rivista Cell Reports, è riuscita ad allungare del 20% la vita media di un gruppo di topi. Stando a quanto riferito dagli esperti, il dato, se trasportato nell’uomo, potrebbe significare prolungare la vita media della nostra specie fino ai cento anni.
Modifica del gene allunga la vita ma causa conseguenze negative - Il gene che permetterebbe tutto ciò si chiama 'mTOR', e sembra aver catturato l’attenzione dei ricercatori che comunque sottolineano come la sperimentazione sia soltanto all’inizio. Al momento, infatti, modificando questo gene si ottiene qualche anno di vita in più, un miglioramento importante nel coordinamento motorio e un rafforzamento della memoria. Di contro però vi sono degli aspetti che creano preoccupazione. I topini sottoposti alla modifica genetica hanno subito un grave e rapido deterioramento del tessuto osseo, come anche un forte abbassamento delle difese immunitarie. Il rischio, evidenziano gli scienziati del NIH, è quello di avere degli anziani centenari con una memoria perfetta ma con gravi problemi di osteoporosi.
Aperta la strada a nuove cure contro malattie come l'Alzheimer - I risultati ottenuti sono comunque molto importanti perché, sottolineano ancora i ricercatori, in futuro potrebbero aprire la strada a nuove terapie contro le malattie degenerative della memoria, una tra tutte l’Alzheimer. Gli scienziati hanno anche notato che la modifica del gene 'mTOR' causa un invecchiamento non omogeneo dei diversi organi, ma ora sono riusciti anche ad individuare un altro gene che serve proprio a sincronizzare l'avanzamento dell'età in tutte le parti del corpo.
30 agosto 2013, Redazione Tiscali