Anche quest’estate, l’Italia va a fuoco e la domanda
di tutti è (nuovamente):
“Perché con il secco l’Italia brucia?”
Quasi si trattasse di un'ineluttabile, inarrestabile attuazione di una maledizione biblica.
Non è così.
Sono tre le condizioni necessarie e sufficienti a far
nascere un incendio; gli esperti lo hanno definito "il
triangolo del fuoco":
- combustibile, (4
classi: organici, liquidi, gas e metalli)
- ossigeno (comburente)
- una fonte di calore
(innesco), con azione diretta o indiretta.
Qualsiasi materiale infiammabile attorno al perimetro
di un fuoco è un combustibile; lo sono gli alberi, l'erba, gli arbusti e persino le case.
I giornalisti (un gruppo eterogeneo ed ameno di
hobbisti che si distinguono per la loro abitudine di scrivere e parlare con
autorevolezza su argomenti che solitamente non conoscono affatto) nel dare l’annunzio
di un incendio lasciano spesso aperto il dubbio circa la possibilità che l’incendio
fosse doloso, se non colposo o “spontaneo”.
L’incendio naturale esiste, certamente, ma non si tratta di un’evenienza
frequente. Anzi, è piuttosto rara. Esso richiede una grande quantità di materiale organico in grado di
fermentare. La fermentazione, per avvenire, richiede a sua volta grandi
quantità di acqua. Con la fermentazione si produce calore (talvolta fino a 80
°C) ed il calore può determinare l’accensione del combustibile organico. Hai mai notato come fumano certi
depositi di concime? (Ecco: proprio così, salvo il fatto che gli accumuli di
concime sono fatti dall’uomo e non sono naturali: un incendio che partisse da
un letamaio sarebbe colposo).
Se ne deduce che - nella stagione secca estiva - l'incendio non sia mai naturale.
Maggiore è la quantità di combustibile presente su un territorio, tanto più intenso sarà il fuoco potenzialmente sviluppabile in quella zona.
Maggiore è la quantità di combustibile presente su un territorio, tanto più intenso sarà il fuoco potenzialmente sviluppabile in quella zona.
L'aria fornisce al fuoco l'ossigeno da bruciare, il vento aumenta tale
disponibilità.
Le fonti di calore producono scintille e aumentano la
temperatura del combustibile fino a innescare l'incendio. Fulmini, fuochi di accampamento, sigarette, i venti caldi e anche il
Sole: ognuno di questi elementi può fornire calore sufficiente a far divampare
le fiamme.
Sebbene almeno quattro su cinque incendi siano da imputare all'uomo, anche la natura può favorire l’origine di un incendio.
Sebbene almeno quattro su cinque incendi siano da imputare all'uomo, anche la natura può favorire l’origine di un incendio.
Clima secco e siccità trasformano il verde della
vegetazione in arido materiale combustibile; il vento forte agisce come un
lanciafiamme su tutta la superficie del territorio e la temperatura elevata
favorisce (non causa) la combustione. Quando questi fattori si uniscono basta
una scintilla - sotto forma di fulmine, d’incendio doloso, di una linea
elettrica abbattuta, di un fuocherello o di sigaretta gettata via non spenta -
per scatenare un incendio che potrebbe durare per intere settimane e devastare
decine di migliaia di ettari.
L’incendio di un bosco può viaggiare anche ad una
velocità di 23 km/ora, superiore alle possibilità di fuga di un essere umano
normale su terreno accidentato. Anche il tipo di combustibile influenza la
gravità del quadro: l’incendio di un bosco di Eucalipti (piante resinose, con
chiome folte ed alte sul livello del suolo) è riferito viaggiare a 7-10 metri d’altezza,
con una velocità superiore ai 70 km/ora. Il fatto che le fiamme non tocchino
materialmente il suolo non evita comunque le vittime, che dipendono dalla
mancanza di ossigeno che si viene a creare al di sotto.
Tali eventi catastrofici si verificano in tutto il mondo e nella maggior parte delle regioni in cui il calore, la siccità, e i frequenti temporali gettano le basi per la nascita degli incendi. Montana, Idaho, Wyoming, Washington, Colorado, Oregon e California sono alcuni degli scenari entro i quali divampano le fiamme dei peggiori roghi degli Stati Uniti. In California gli incendi sono spesso aggravati dai venti caldi e secchi di Santa Ana, capaci di trascinare una scintilla per distanze chilometriche. In Italia ogni regione è buona, a quanto pare: quest’anno, alle sedi tradizionali di incendi causati da imbecilli decerebrati irresponsabili (isole e regioni del Sud) si è aggiunto quest'anno anche il verde Friùli.
I soccorritori combattono le fiamme privandole di almeno una delle tre componenti del triangolo del fuoco. Alcuni dei tradizionali metodi di estinzione comprendono l'azionamento di idranti e l'erogazione di agenti ignifughi direttamente sulle fiamme vive. Gli agenti ignifughi hanno spesso ripercussioni sull'ambiente (l'acqua salata del mare non è esattamente un toccasana, ad esempio).
Tali eventi catastrofici si verificano in tutto il mondo e nella maggior parte delle regioni in cui il calore, la siccità, e i frequenti temporali gettano le basi per la nascita degli incendi. Montana, Idaho, Wyoming, Washington, Colorado, Oregon e California sono alcuni degli scenari entro i quali divampano le fiamme dei peggiori roghi degli Stati Uniti. In California gli incendi sono spesso aggravati dai venti caldi e secchi di Santa Ana, capaci di trascinare una scintilla per distanze chilometriche. In Italia ogni regione è buona, a quanto pare: quest’anno, alle sedi tradizionali di incendi causati da imbecilli decerebrati irresponsabili (isole e regioni del Sud) si è aggiunto quest'anno anche il verde Friùli.
I soccorritori combattono le fiamme privandole di almeno una delle tre componenti del triangolo del fuoco. Alcuni dei tradizionali metodi di estinzione comprendono l'azionamento di idranti e l'erogazione di agenti ignifughi direttamente sulle fiamme vive. Gli agenti ignifughi hanno spesso ripercussioni sull'ambiente (l'acqua salata del mare non è esattamente un toccasana, ad esempio).
Ripulire la vegetazione per creare barriere
antincendio lascia le fiamme a secco di combustibile e può aiutare a frenarle o
contenerle.
Un altro metodo adottato dai soccorritori per combattere gli incendi è la
combustione controllata; appiccando un fuoco in maniera
volontaria è infatti possibile rimuovere sottobosco, arbusti e rifiuti da una
foresta, privando così l'incendio del suo carburante.
La prevenzione e l’accurata informazione preventiva al pubblico dovrebbero essere attuate ed incoraggiate dai Comuni. Tutti i proprietari di terreni dovrebbero essere stimolati (pena le sanzioni, con un intervento a loro spese da parte delle autorità!) a falciare i propri terreni prima che l’erba si secchi, oppure ararli, in modo che non ci sia combustibile disponibile.
La prevenzione e l’accurata informazione preventiva al pubblico dovrebbero essere attuate ed incoraggiate dai Comuni. Tutti i proprietari di terreni dovrebbero essere stimolati (pena le sanzioni, con un intervento a loro spese da parte delle autorità!) a falciare i propri terreni prima che l’erba si secchi, oppure ararli, in modo che non ci sia combustibile disponibile.
CAUSE D’INCENDIO (1974)
|
NUMERO
|
PERCENTUALE
|
Scintille elettriche
|
923
|
31.8
|
Mozziconi di sigaretta
|
257
|
8.86
|
Autocombustione
|
253
|
8.14
|
Faville
|
178
|
6.14
|
Guasti (bruciatori, camini)
|
123
|
4.25
|
Dolose
|
107
|
3.69
|
Surriscaldamento macchine
|
89
|
3.06
|
Esplosioni
|
28
|
0.98
|
Altre Cause
|
860
|
29
|
TOTALE
|
2899
|
100
|
Cause non accertate
|
3944
|
|
TOTALE
INCENDI
|
6843
|
La
statistica della tabella è vecchia, ma rende bene l’idea: più del 50% delle
cause non possono essere
determinate, a posteriori e – con grandi probabilità – le "cause non accertate" riconoscono in realtà vari gradi
di responsabilità umana, volontaria o indiretta.
Questo deve spingere tutti i cittadini ad esigere e ad attuare personalmente una
maggiore programmazione, attenzione, efficacia e sorveglianza nell’attuazione delle
norme della prevenzione.
Ma intanto, anche quest’estate, l’Italia va a fuoco e
la domanda di tutti è (nuovamente) un endecasillabo urente:
“Perché con il secco l’Italia brucia?”
E tutti già aspettiamo con ansia l’autunno, quando,
insieme, ci domanderemo (ciclicamente), con un altro fatidico endecasillabo:
“Perché quando
piove l’Italia frana?”
Ah, povero paese disperato, abitato da schiavi ignavi
e governato da satrapi in vacanza!
Sì, lo so, Dante l’aveva detto meglio, nel Purgatorio:
“Ahi, serva Italia, di
dolore ostello,
nave senza nocchiere in
gran tempesta,
non donna di province,
ma bordello”.