Guida al NURAGHE LOSA
e introduzione alla
CIVILTA' DEI NURAGHES.
di
Giacobbe Manca
In realtà, esisteva già
dal 2004 la piccola guida – con ottima iconografia: unica la foto documentaria
del pozzo sacro del Losa, ora scomparso – di Vincenzo Santoni, circa 40 pagine
reali (in tutto sarebbero di più, se s’includono anche le 24 pagine che
compongono Bibliografia, Glossario, Sommario, Indice ed Elenco pubblicitario
delle altre Collane di Delfino) scritte per la Collana “Sardegna
Archeologica” della Casa Editrice
Delfino. Costo: 9 €.
“Guida al NURAGHE LOSA e introduzione alla CIVILTA’
DEI NURAGHES”, invece, è un libro “vero”, Edizioni CSCM, Nuoro. Non si tratta solamente di una guida
descrittiva fatta perché il turista, dopo la visita, sappia almeno raccontare
che cosa ha visto.
È molto di più.
In circa 120 pagine convincenti (di cui solo 8 utilizzate per Indice, Glossario
e Bibliografia completi e precisi, seppur stampati in caratteri opportunamente più
piccoli e senza spazi sprecati), un’iconografia strepitosa include anche foto
aeree estremamente utili, didattiche ed affascinanti, di grande impatto visivo.
- Il libro, garbato e scorrevole, ha spesso il piglio
didattico di una (ottima) guida, con fotografie che presentano funzionali rimandi grafici
alla pianta del Nuraghe e permettono di essere sempre ben orientati ed
informati su dettagli che possono sfuggire anche ad osservatori attenti.
- L’Autore mette subito in chiaro l’argomento, spiegando con
chiarezza al lettore la gran differenza corrente tra ciò che può essere
definito ‘megalitico’ e ciò che invece rientra nel ‘ciclopico’. Si tratta di una
distinzione fondamentale: cronologica, vista l’enorme distanza temporale che
separa le due metodiche (il megalitismo risale addirittura al Neolitico); ma
anche d’uso pratico, visto che il megalitismo è – in prevalenza, se non
addirittura unicamente – una manifestazione cultuale.
- Si prende inoltre la responsabilità delle proprie opinioni
ed osservazioni fin dalle prime pagine, accompagnando il lettore tra le proprie
ipotesi circa i possibili soppalchi lignei, circa l’uso ed il disuso dei
passaggi ‘segreti’ ora obliterati, le metodiche di edificazione e molto altro.
Ma – soprattutto – l’Autore ha il coraggio di formulare un’ipotesi circa la
datazione dei Nuraghes in genere (e del Losa in particolare), che egli sostiene
essere differente da quella ‘ufficiale’, sostenuta stancamente dagli archeologi
cattedratici sardi più per pavido conformismo che per solida convinzione...
- Si sofferma su dettagli costruttivi importanti ed evidenti
del Losa, che però – stranamente – sono sfuggiti a colleghi archeologi
considerati di vaglio, pur essendo le strutture state sempre sotto gli occhi di
tutti.
- Riporta una rassegna storiografica di tutti i ricercatori
che si sono interessati del Losa nel corso del tempo: il Della Marmora, lo
Spano, il Pinza, il Taramelli ed infine il Lilliu.
- Riferisce della grave mancanza di studi scientifici di
ampio respiro sul Losa e della presenza invece solo di studi archeologici che
definisce – con arguzia – “puntiformi”. Non lesina le critiche all’edificazione
dell’edificio che serve da ‘museo’ in loco, costruito a suo tempo proprio
sull’area archeologica del nuraghe.
- Infine, offre 10 schede (che egli definisce “quadri”)
circa generalità, architettura, statica, edificazione, teorie vecchie e nuove,
tesi militarista, destinazione,approfondimenti e sintesi. Il più interessante –
a mio giudizio – è il quadro 8: esso descrive ciò che avveniva nelle altre
parti del Mondo Antico, contemporaneamente al primo nascere, al vivere,
all’evolversi e modificarsi del grande e vetusto gigante.
Lo consiglio ai lettori ignari dell'argomento nuragico, ai quali servirà da introduzione. Ma ho anche la piena convinzione che anche quelli già esperti dell’argomento vi troveranno motivi di forte
interesse, nuovi spunti nella lettura e – probabilmente – anche alcune notizie documentate
delle quali erano all’oscuro...