domenica 11 agosto 2013

LIBRI LETTI 3 - NURAGHE LOSA.



Guida al NURAGHE LOSA
e introduzione alla
CIVILTA' DEI NURAGHES.

di
Giacobbe Manca


In realtà, esisteva già dal 2004 la piccola guida – con ottima iconografia: unica la foto documentaria del pozzo sacro del Losa, ora scomparso – di Vincenzo Santoni, circa 40 pagine reali (in tutto sarebbero di più, se s’includono anche le 24 pagine che compongono Bibliografia, Glossario, Sommario, Indice ed Elenco pubblicitario delle altre Collane di Delfino) scritte per la Collana “Sardegna Archeologica”  della Casa Editrice Delfino. Costo: 9 €.


Guida al NURAGHE LOSA e introduzione alla CIVILTA’ DEI NURAGHES”, invece, è un libro “vero”, Edizioni CSCM, Nuoro. Non si tratta solamente di una guida descrittiva fatta perché il turista, dopo la visita, sappia almeno raccontare che cosa ha visto.
 È molto di più.

In circa 120 pagine convincenti (di cui solo 8 utilizzate per Indice, Glossario e Bibliografia completi e precisi, seppur stampati in caratteri opportunamente più piccoli e senza spazi sprecati), un’iconografia strepitosa include anche foto aeree estremamente utili, didattiche ed affascinanti, di grande impatto visivo.

- Il libro, garbato e scorrevole, ha spesso il piglio didattico di una (ottima) guida, con fotografie che presentano funzionali rimandi grafici alla pianta del Nuraghe e permettono di essere sempre ben orientati ed informati su dettagli che possono sfuggire anche ad osservatori attenti.

- L’Autore mette subito in chiaro l’argomento, spiegando con chiarezza al lettore la gran differenza corrente tra ciò che può essere definito ‘megalitico’ e ciò che invece rientra nel ‘ciclopico’. Si tratta di una distinzione fondamentale: cronologica, vista l’enorme distanza temporale che separa le due metodiche (il megalitismo risale addirittura al Neolitico); ma anche d’uso pratico, visto che il megalitismo è – in prevalenza, se non addirittura unicamente – una manifestazione cultuale.

- Si prende inoltre la responsabilità delle proprie opinioni ed osservazioni fin dalle prime pagine, accompagnando il lettore tra le proprie ipotesi circa i possibili soppalchi lignei, circa l’uso ed il disuso dei passaggi ‘segreti’ ora obliterati, le metodiche di edificazione e molto altro. Ma – soprattutto – l’Autore ha il coraggio di formulare un’ipotesi circa la datazione dei Nuraghes in genere (e del Losa in particolare), che egli sostiene essere differente da quella ‘ufficiale’, sostenuta stancamente dagli archeologi cattedratici sardi più per pavido conformismo che per solida convinzione...

- Si sofferma su dettagli costruttivi importanti ed evidenti del Losa, che però – stranamente – sono sfuggiti a colleghi archeologi considerati di vaglio, pur essendo le strutture state sempre sotto gli occhi di tutti.

- Riporta una rassegna storiografica di tutti i ricercatori che si sono interessati del Losa nel corso del tempo: il Della Marmora, lo Spano, il Pinza, il Taramelli ed infine il Lilliu.

- Riferisce della grave mancanza di studi scientifici di ampio respiro sul Losa e della presenza invece solo di studi archeologici che definisce – con arguzia – “puntiformi”. Non lesina le critiche all’edificazione dell’edificio che serve da ‘museo’ in loco, costruito a suo tempo proprio sull’area archeologica del nuraghe.

- Infine, offre 10 schede (che egli definisce “quadri”) circa generalità, architettura, statica, edificazione, teorie vecchie e nuove, tesi militarista, destinazione,approfondimenti e sintesi. Il più interessante – a mio giudizio – è il quadro 8: esso descrive ciò che avveniva nelle altre parti del Mondo Antico, contemporaneamente al primo nascere, al vivere, all’evolversi e modificarsi del grande e vetusto gigante.

Lo consiglio ai lettori ignari dell'argomento nuragico, ai quali servirà da introduzione. Ma ho anche la piena convinzione che anche quelli già esperti dell’argomento vi troveranno motivi di forte interesse, nuovi spunti nella lettura e – probabilmente – anche alcune notizie documentate delle quali erano all’oscuro...