Qualche cosa di grave sta succedendo ai nostri Valori
Morali: principalmente, li stiamo perdendo.
Guardiamo soltanto quanti sono i valori del Mondo Romano
Latino e facciamo un piccolo elenco compendioso.
Troveremo (in ordine alfabetico):
Abstinentia, aequabilitas, aequitas, amicitia, auctoritas,
benedicentia, benevolentia, benignitas, bonitas, civitas,
clementia, comitas, concordia, consensus universorum,
consilium, constantia, continentia, decorum, dignitas,
disciplina, elatio animi, exemplum, felicitas, fides, fortitudo,
gloria, gratia, gravitas, honestas, honor, humanitas,
indulgentia, industria, libertas, magnitudo, maiestas,
modestia, mos maiorum, nobilitas, officium, pietas, probitas,
pudor, religio, temperantia, verecondia, virtus.
Adesso, facciamo lo stesso con l’Italiano (traducendo la lista
latina) e vediamo che cosa succede:
Integrità morale, equità, amicizia, autorevolezza, liberalità,
benevolenza, responsabilità civile, indulgenza, concordia,
saggezza, fermezza, temperanza, decenza, dignità,
disciplina, nobiltà d’animo, (essere di) esempio, prosperità,
moralità, gloria, popolarità, serietà, onestà, umanità,
operosità, moderazione, tradizione, devozione, verecondia,
virtù.
Notato niente?
Ebbene, sì: molti vocaboli latini differenti, si traducono – in
italiano – con il medesimo termine, perché in Italiano non
esiste più una distinzione di significato: è un po' come "udire
il suono, ma non capire le parole".
Dall'area cerebrale dell'udito, che raccoglie la stimolazione
sonora, l'impulso nervoso si perde nell'insignificanza del
concetto che il vocabolo vorrebbe trasportare.
Il risultato netto finale è che l’elenco italiano dei Valori Morali
è molto più corto (47 vocaboli latini, a fronte di solo 30
vocaboli italiani).
Non accade solo questo: molti dei vocaboli italiani, a
ben vedere, sono in realtà anche sinonimi tra loro.
Che cosa vuol dire tutto ciò?
Semplicemente, che noi – oggi – abbiamo molto minore
dimestichezza con le virtù in genere di quanto non avessero
gli uomini di 2000 anni fa. I valori morali si sono dissolti,
proprio come neve al sole, nel nostro clima torrido di vizio
diffuso e di indifferenza imperante. I vocaboli per alcuni
concetti sono oggi semplicemente inesistenti, perché non
esistono più nelle nostre menti i relativi concetti a
giustificarli… Non ci servono più.
Alcuni esempi?
Benissimo: guardiamo quello che è successo in questi giorni,
tra gli uomini di governo italiani: è stata una lotta continua,
che ha espresso la loro inimicizia ed ostilità, irriverenti verso
la superiore 'ragion di stato', irriguardosi dei diritti dei cittadini
che pure sapevano di dovere rappresentare, incuranti della
gravissima crisi economica nazionale, attaccati ai propri
interessi personali, sordi ad ogni altro richiamo.(°)
Questo configura, nell'antichità, il reato di perduellione.
(perduellióne s. f. [dal lat. perduellio -onis, comp.
di per, con valore rafforzativo, e ant. duellum (class.
bellum)
«guerra»]. Nell’antico diritto romano, reato
di alto tradimento di
cui si macchiava chiunque
attentasse alla pace pubblica e all’integrità,
indipendenza e dignità della patria (sostituito nel
diritto d’epoca
repubblicana dal delitto di lesa
maestà). Nel linguaggio letter., per estens., reato di
alto tradimento verificatosi in età moderna.)
Per i Romani, la Perduellione, il tradimento della Patria, era
un gravissimo crimine, considerato ancora peggiore del
Parricidio (l’uccisione di un genitore), ed era punito con la
morte, appunto perché considerato, oltre che spregevole,
anche dannoso per tutta la Comunità dello Stato (in quanto
metteva in pericolo non solo tutti i genitori di tutta la
comunità, ma anche tutti gli altri individui di essa).
Con la Perduellione si mettevano a rischio di morte tutti i
genitori, tutti i cittadini, tutta la Nazione.
Era - lo ripeto - punito con la morte.
Oggi, a chi importa più il concetto di Stato e quante uccisioni
di genitori riporta la cronaca quotidiana, in Italia?
Eppure, molti Pulcinella Politici ci stonano
quotidianamente le meningi con i loro "Valori".
Ignorano (o forse anche no?) di non sapere neppure
di che cosa stanno farfugliando a caso.
Quindi, concludendo: o sono ignoranti e per la loro
ignoranza non meritano d'essere votati, o mentono e
per la loro menzogna non meritano d'essere votati.
E nel mondo romano antico sarebbero stati
condannati a morte.
Fedro terminava la propria favola "Il lupo e l'agnello" con una frase precisa, che sembra rivolta agli uomini politici italiani che hanno appoggiato Letta per mantenere la propria poltrona ed i propri privilegi; a chi non ha sfiduciato il Governo Letta perché ormai sapeva di avere perso comunque; a chi non ha rivolto neppure un pensiero alla Nazione ed al suo Popolo:
Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.
Li MANDEREI VOLENTIERI A MORTE, come meritano.
(°) Il Presidente del Consiglio va all'estero per cercare di ricucire la credibilità nazionale, cercando finanziamenti assolutamente necessari da parte di investitori e Berlusconi gli sfila pubblicamente il tappeto della fiducia da sotto i piedi, annunciando la dimissione dei suoi accoliti da un ruolo di governo, in atto di protesta cumulativa per un suo personale e meritato problema legale. Poi ci ripensa - cambiando totalmente atteggiamento e parere - come ci ha abituato a fare, come se si trattasse di una recita scolastica, invece che dei destini della nazione.